Non solo Friends: ci lascia l’autrice Allee Willis

Non solo Friends: ci lascia l’autrice Allee Willis
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In un giorno di Natale nel quale molti ricordano, oltre alla nascita di Gesù festeggiata anche con il mondo consumistico che ci gira attorno, anche il giorno del decesso di George Michael e di James Brown, nel 2019 si aggiunge alla lunga lista anche quello di Allee Willis autrice che, pur non avendo avuto una storia celebrata dalle masse, si è ritagliata grandi traguardi nel corso della sua carriera.

Il punto è che in molti la stanno ricordando in queste ore solo per un contributo peraltro importante alla musica contemporanea: essere stata insieme ai The Rembrandts autrice di I’ll Be There For You, canzone che tutti conoscono per essere il tema portante della sitcom Friends.

Il problema è che se il duo composto da Phil Solem e Danny Wilde ha inciso tanti dischi ma in molti li ricordano solo per una canzone, il contributo ben più rilevante della Willis viene descritto perfettamente da un articolo del New York Times dello scorso anno: “una regina del kitsch che ha fatto cantare tutto il mondo”. Un’artista che ha fatto del dietro le quinte una ragione di vita, collaborando con una lunga lista di artisti di fama mondiale, in un percorso inverso rispetto a quello fatto da colleghe contemporanee come Charli XCX. Mentre oggi il songwriting è il trampolino di lancio per una carriera solista, la Willis si è fatta conoscere ancora 27enne con il suo unico disco Childstar, un trascurabile album figlio in lungo ritardo della Summer Of Love e di fatto l’unico lavoro della sua carriera ma che, nelle sue poche canzoni, aveva fatto intuire a molti del settore le sue potenzialità.

Una carriera iniziata agli albori degli anni Settanta e durata più di quarant’anni, una lunga storia personale culminata con l’ingresso nel 2018 nella Songwriter Hall Of Fame, a testimonianza di una vita che l’ha vista portare a casa numerosi premi e nomination, dai Grammy Awards passando per gli Emmy (per la cronaca quello per I’ll Be There For You non riuscì a vincerlo) e i Tony Awards, avendo lavorato nel corso della sua vita professionale anche con importanti produzioni teatrali.

La lista di collaborazioni che la vedono o come autrice o come arrangiatrice è infinita, e non è difficile scovare nel lunghissimo curriculum delle perle assolute della cultura musicale pop moderna. Uno dei suoi grandi amori che ha caratterizzato la prima parte di carriera rimane il funk, e non è un caso che tra i suoi primi lavori spicchino quelli con Herbie Hankock e gli Earth Wind And Fire, con i quali incide due hit pazzesche come September e Boogie Wonderland. Non è da dimenticare neanche il contributo esemporaneo per la musica di matrice nordamericana, che sia il country (Rita Coolidge) o il rock più canonico, come ad esempio un brano per l’omonimo disco di debutto di Bryan Adams, o generi meno di massa come in quella (If I Could Only) Change Your Mind, scritta per Al Jarreau.

Con gli Anni Ottanta arrivano anche altri contributi di grido, in quello che può essere considerato come il suo periodo più florido, come l’aver fatto parte del team che incise la colonna sonora del primo Beverly Hills Cop e aver lavorato con Sister Sledge, Natalie Cole e i Level 42. Un mondo delle colonne sonore che l’ha vista scrivere contributi per opere importanti come Jumpin Jack Flash e per Miami Vice, ma anche per film più trascurabili come Quicksilver, Il Principe Cerca Moglie e Howard E Il Destino Del Mondo. 

Arriva dalla sua penna inoltre quella What Have I Done To Deserve This che, pur essendo una minor hit degli inglesi Pet Shop Boys, è uscita nel loro periodo di massimo successo e anche alcune collaborazioni con Boy George e Cyndi Lauper, un mondo quello del pop che aveva abbracciato già ad inizio carriera lavorando per Tina Turner ma che non aveva di fatto mai abbandonato. Una carriera che, tolto il lampo di genio della nota I’ll Be There For You uscita a metà anni Novanta, non ha poi più incontrato grandi successi di pubblico, se non fosse che nel 2006 si è trovata nel team di autori della colonna sonora de Il Colore Viola, piece teatrale che le ha permesso di portare a casa una nomination per un Tony Award, a chiusura di un percorso professionale ricco di successi e suggellato infine dal già citato ingresso nella Songwriter Hall Of Fame avvenuto lo scorso anno.

Ci lascia a 72 anni un’artista a tutto tondo, che ha fatto dell’arte a 360 gradi e del colore uno stile di vita testimoniato anche dal suo look considerato stravagante e da quello che è forse il suo più contributo importante al di fuori della musica: un museo virtuale che raccoglie tutti gli appassionati del Kitsch, in quello che è di fatto uno dei primissimi esempi di social network.

Photo credit: www.alleewillis.com

A cura di
Nicola Lucchetta

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