(Adnkronos) – A poche ore dall’incontro a Riad tra Ucraina e Usa, la Russia ha attaccato Kiev con droni da combattimento. Il bilancio dell’attacco sferrato in nottata è di tre morti e dieci feriti. Tra le vittime c’è una bambina di 5 anni mentre un bambino di 11 mesi è rimasto ferito. Il sindaco Vitali Klitschko e l’amministratore militare Teymur Tkachenko hanno riferito in nottata su Telegram di numerose esplosioni che hanno scatenato incendi ai piani più alti di numerosi edifici. Le sirene dell’allarme antiaereo hanno suonato per oltre cinque ore. Mosca aveva promesso una pausa negli attacchi contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina dopo i colloqui con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Da quelle dichiarazioni, tuttavia, la Russia ha attaccato sempre più spesso obiettivi civili nelle città ucraine prima dei colloqui di Riad di domani, lunedì 24 marzo. Intervistato dalla tv Zvedza, Grigory Kasarin, ex diplomatico che presiede la commissione Esteri del Consiglio della Federazione e una delle due personalità che guiderà la delegazione russa a Riad, ha detto: “Noi speriamo di raggiungere almeno qualche progresso”. E, parlando anche a nome dell’altro negoziatore, il consigliere del direttore dell’Fsb Sergey Beseda, ha anticipato che ai colloqui andranno “con spirito costruttivo e combattivo”, “l’obiettivo è quello di risolvere almeno una questione”. Quale non l’ha precisato, ma nei giorni scorsi il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakhov, aveva parlato del cessate il fuoco nel Mar Nero, così come sottolineato anche nella nota diffusa dalla Casa Bianca dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin, nella quale però si parlava dello stop agli attacchi contro le infrastrutture energetiche, rimasto lettera morta.
Sullo sfondo, il delicato tema delle concessioni territoriali, vero nodo da sciogliere per giungere a una pace duratura. In questo senso, la penisola di Crimea ha un ruolo centrale dal 2014, quando l’annessione da parte di Mosca – non riconosciuta da gran parte della comunità internazionale (tra cui gli Usa) – scatenò la prima crisi russo-ucraina. Le posizioni di Vladmir Putin e Volodymyr Zelensky sulla questione sono ben note e difficilmente negoziabili, ma c’è ora da capire come i piani di pace di Donald Trump si inseriranno – potenzialmente stravolgendolo – in questo delicato equilibrio. La Cina starebbe valutando di inviare in Ucraina proprie forze di peacekeeping unendosi alla cosidetta coalizione dei volenterosi europei nel caso in cui venisse raggiunto un accordo tra Kiev e Mosca per porre fine alla guerra. Lo scrive il giornale tedesco Welt Am Sonntag citando fonti diplomatiche europee informate. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)