Martedì 25 febbraio abbiamo avuto l’opportunità di vedere i primi tre episodi della nuova serie tv evento di Netflix “Il Gattopardo”, disponibile sulla piattaforma a partire da domani, mercoledì 5 marzo.
La nuova serie TV targata Netflix si basa sul celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ambientato durante i moti nella Sicilia del 1860. Segue le vicende di Don Fabrizio Corbera (il Principe di Salina, il “Gattopardo” interpretato da Kim Rossi Stuart) e della sua famiglia, appartenente all’aristocrazia siciliana. Una realtà messa a rischio dall’unificazione d’Italia, durante la quale il protagonista dovrà mobilitarsi per garantire un futuro alla propria casata.
Il Gattopardo è la storia di una stirpe, un racconto di alleanze e scelte che segneranno il destino di una delle famiglie più potenti della città.
Una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi e i nuovi.
Don Fabrizio Corbera, “Il Gattopardo”
La Sicilia all’interno della serie
Guardando le prime puntate, una delle caratteristiche che più risalta agli occhi è sicuramente la rappresentazione della Sicilia del 1860, principalmente della città di Palermo.
Per ricreare l’ambientazione storica la troupe ha seguito le linee guida dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, mettendo in scena non soltanto gli aspetti più piacevoli della vita isolana (il sole, il buon cibo, le sculture sontuose), ma anche quelli più crudi e sgradevoli (la polvere e il decadimento della società).
In Sicilia, bellezza e morte sono compagne di danza in un affascinante valzer.
Tom Shankland, regista de “Il Gattopardo”
Appaiono sullo schermo diversi luoghi d’interesse delle terre palermitane, tra cui i Quattro Canti e Piazza Pretoria (o Piazza della Vergogna).
La città appare magica, ricca di colori, luce e, talvolta, anche la notte genera un’aura intoccabile, in grado di fornire un forte senso di autenticità a questi luoghi.
I personaggi principali e il loro ritratto: il Gattopardo
Kim Rossi Stuart è il protagonista indiscusso dell’opera, il centro della storia. La sua performance risulta eccellente, poiché appare totalmente immerso nel suo personaggio.
In realtà Don Fabrizio Corbera viene descritto nell’opera letteraria come un “toro d’uomo” ed è quindi evidente il cambiamento fisico che l’attore ha operato su di sé per adattarsi meglio al ruolo.
Nonostante Kim Rossi Stuart stesso abbia affermato di non aver mai visto la celebre pellicola di Luchino Visconti – fattore che potrebbe far storcere il naso ai cinefili più accaniti – , si è dimostrato comunque in grado di reggere il peso di un personaggio particolarmente significativo, con un’importante eredità sia dal punto di vista letterario che da quello cinematografico.
La profondità del personaggio di Concetta
Benedetta Porcaroli è Concetta, la figlia prediletta di Don Fabrizio. La giovane attrice ha svolto qui un lavoro apprezzabile nella raffigurazione di uno dei personaggi più rilevanti della storia.
Già dalle prime puntate, infatti, appare chiara la sensibilità della giovane ed il suo spiccato legame con la famiglia. Tuttavia, quando ciò per cui si batte viene minacciato, Concetta inizia a fare i conti con ciò che la circonda e ad interrogarsi sugli uomini che fanno parte della sua vita.
Ritengo che assisteremo ad un bella crescita di questo personaggio!
Superando tutte le regole e le imposizioni del tempo, finalmente Concetta chiede per sé ciò che le è dovuto, esprimendo così tutta la forza di un personaggio femminile moderno, unico e rivoluzionario.
Laura Luchetti
Deva Cassel e Saul Nanni nelle vesti di Angelica e Tancredi
Nonostante debbano fare i conti con due grandi personalità che hanno ricoperto i loro stessi ruoli (Claudia Cardinale e Alain Delon), i due giovani attori sono rimasti fedeli ai loro personaggi.
Deva Cassel principalmente, essendo alle prime armi nel mondo della recitazione, pare debba fare ancora un po’ di strada prima di intraprendere ruoli di tale portata. Tuttavia, hanno dipinto adeguatamente le caratteristiche di Angelica e Tancredi, estremamente importanti ai fini della storia.
Le scenografie
Come abbiamo già accennato, i luoghi siciliani sono stati rappresentati nel migliore dei modi.
Si avverte l’influenza dell’arte di quel secolo, nonché lo studio approfondito per mettere in scena nel modo più autentico possibile la Sicilia del tempo.
Il cambio di location delle prime puntate prevede lo spostamento della famiglia del Gattopardo presso il paesino immaginario di Donnafugata, ambientato nella serie ad Ortigia. Gli arredi interni sono curati nei minimi dettagli e travolgono con la loro bellezza sconvolgente.
Così come gli esterni: considerato il fatto che il Principe di Salina del romanzo è un grande appassionato di botanica, tutte le proprietà della famiglia vengono qui raffigurate egregiamente, circondate da giardini e con la forte presenza della componente floreale.
I costumi
Un accento importante va posto sugli abiti, sia maschili che femminili, e sui tessuti utilizzati. Impeccabili e sempre perfettamente in linea con la storia ed il ceto sociale dei personaggi, colpiscono lo spettatore, portandolo continuamente a riflettere su quanto siano belli.
Lavorati nel minimo dettaglio e differenziati in base all’occasione, si passa da capi più semplici presenti durante le scene conviviali ad altri più elaborati e sontuosi, utilizzati durante eventi sociali più impegnativi, quali balli, riunioni e feste.
Una serie consigliata?
Nel complesso, la nuova serie tv di Netflix Il Gattopardo sembra mantenere una certa fedeltà al romanzo ed è piacevole da seguire.
Tenendo compagnia allo spettatore e riuscendo a coinvolgerlo a tal punto da farlo sentire quasi parte della storia.
Non è monotona, non è statica, e i continui colpi di scena fanno sì che si voglia scoprire sempre di più.
Ma queste erano soltanto le prime tre puntate, e noi di The Soundcheck siamo estremamente curiosi di vedere il finale, che – ne siamo sicuri – lascerà tutti a bocca aperta!
Non perdetevi, dunque, Il Gattopardo sarà disponibile su Netflix da domani 5 marzo!
a cura di
Federica Quiescenti
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