Immersi nella frenesia contemporanea, in cui il ritmo veloce e costante della routine quotidiana sembra volerci schiacciare siamo costretti a correre, a fuggire dallo stress divenuto una costante inevitabile. Eppure, esistono rimedi efficaci per contrastare questo malessere, soluzioni più vicine a noi di quello che pensiamo: gli spazi dedicati all’arte, come musei e gallerie. I “templi delle muse” conosciuti per la loro bellezza, sono sottovalutati nella loro essenza di centri culturali capaci di racchiudere stimoli poliedrici colmi di bellezza. Addentrarsi nelle sale espositive può essere terapeutico, diventa un momento dedicato a sé stessi, un processo di lenta fruizione che sospende ciò che sta all’esterno. Scoprire un percorso espositivo ha un potere quasi catartico, nella contemplazione riscopriamo degli alleati preziosi contro le sfide psicologiche della modernità.
Museo come esperienza sensoriale
Molteplici ricerche scientifiche confermano l’impatto positivo dell’arte sul nostro benessere psicologico. Gli studi ribadiscono ciò che molti di noi hanno già sperimentato: guardare un’opera d’arte ha un effetto calmante sul nostro stato d’animo. Un esperimento della University of Westminster ha dimostrato che scegliere di dedicare 35 minuti alla contemplazione di un’opera d’arte può ridurre significativamente i livelli di stress. Dopo la visita, i partecipanti allo studio hanno mostrato un generale abbassamento dei valori della pressione e manifestato una sensazione di rilassamento.
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Il principio è semplice: l’arte stimola il nostro cervello a entrare in uno stato di calma, riducendo l’ansia e favorendo il rilascio di sostanze chimiche positive, come la dopamina. Questo effetto benefico cresce quando l’opera ci scuote, ci emoziona invitandoci alla riflessione. Osservare una scultura, un dipinto, una fotografia o un’installazione ci offre una pausa mentale, proiettandoci in un universo di senso distante dalle preoccupazioni quotidiane. Emarginate le distrazioni e i dubbi rimane solo la relazione comunicativa instaurata con l’opera.
Rigenerarsi al museo è possibile
Persino la struttura architettonica dei musei contribuisce significativamente a generare un’atmosfera serena. L’illuminazione naturale che irradia le sale, l’ampiezza degli spazi, il rigore del design architettonico comunicano armonia e ordine. Progettati per regalare un senso di tranquillità adatto alla fruizione dell’arte questi ambienti sono ideali per chi desidera vivere un momento di pace. Lontano dai rumori e dalla frenesia della vita quotidiana, il museo diventa un riparo dove il corpo e la mente possono rigenerarsi.
Molte istituzioni contemporanee hanno saputo fondere arte e benessere. Per esempio, il Museum of Modern Art di New York ha introdotto il programma Art for All, che utilizza l’arte come strumento terapeutico per persone con disturbi psicologici, come ansia, depressione e PTSD. Le ricerche condotte in questo ambito hanno confermato che la semplice interazione con le opere d’arte aiuta a ridurre significativamente lo stress e migliorare l’umore.
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La scienza conferma gli effetti benefici dei musei
Non parliamo di sensazioni soggettive, ma di fatti. La scienza conferma e supporta l’idea che visitare un museo abbia effetti positivi sulla nostra salute psico-fisica. Uno studio condotto dalla University College London (2013) dimostra la riduzione dei livelli di cortisolo nel sangue, l’ormone dello stress, a seguito dell’osservazione di opere d’arte. Mentre una ricerca pubblicata su The Lancet Psychiatry (2018) ha indagato l’impatto dell’attività creativa e dell’interazione con i suoi prodotti sulla gestione degli stati di ansia. La pubblicazione ha evidenziato che partecipare alle attività culturali proposte in ambito museale, come corsi di pittura o ceramica, è un eccellente rimedio per favore un incremento del benessere psicologico e del rilascio di endorfine, le cosiddette “molecole della felicità”.
Offerte culturali variegate adatte a tutte le fasce della popolazione
Accessibili e spesso anche gratuite, le istituzioni museali vantano un pubblico assai variegato. Non occorre essere conoscitori o esperti per trarre beneficio da una visita: il semplice incontro con il colore, il gesto, l’espressività di un altro essere umano può farci sentire meglio. Queste caratteristiche fanno dei musei spazi inclusivi, adatti a chiunque stia cercando una valvola di sfogo.
Consapevoli del loro ruolo socio-culturale, i musei hanno ideato interi programmi focalizzati su persone con esigenze particolari, come anziani, individui affetti da patologie neurologiche o psichiatriche. Questi percorsi sono strutturati per offrire una fruizione dell’arte, attraverso modalità analogiche o multimediali, che stimola corpo e mente costituendo un’esperienza terapeutica accessibile e personalizzata.
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L’arte risponde alle urgenze della sua epoca
D’altronde l’arte ha sempre risposto alle problematiche del suo tempo, i templi della cultura reagiscono ai bisogni dell’oggi trasformandosi in rifugi. Ambienti sicuri, in cui riscoprire il piacere del “disimpegno”, nella misura in cui si agisce solo per esperire un’emozione, entrare in relazione con il mondo senza scopi definiti. Liberi dall’obbligo produttivo possiamo finalmente essere sinceri. Il segreto del potere terapeutico dell’arte risiede in questo semplice concetto: è liberatoria. Quando ci rapportiamo ad un’opera creiamo una connessione univoca, irripetibile, nostra per sempre. Non dobbiamo inseguirla, né combattere per costruirla, ci lasciamo semplicemente andare. Possiamo soffrire, gioire, godere o essere spaventati di fronte ad un’opera d’arte in completa libertà, senza dover fornire nessuna spiegazione o giustificazione.
a cura di
Francesca Calzà
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