Abbiamo partecipato all’anteprima di “Paddington in Perù”, che verrà trasmesso in tutte le sale da domani, giovedì 20 febbraio, e che annovera tra i suoi protagonisti Antonio Banderas, Olivia Colman, Emily Mortimer, Hugh Bonneville e Julie Walters. La voce italiana di Paddington è quella di Francesco Mandelli.
Paddington è un orsetto cinematografico amato non soltanto dai più giovani, ma anche dagli adulti per svariate ragioni. Già 10 anni fa, con l’uscita del primissimo omonimo capitolo, il franchise è stato in grado di attrarre un’audience vasta e differenziata.
Si tratta infatti di un family movie che, superata la lettura superficiale della semplice storia per bambini, porta con sé significati più profondi, trattati con freschezza e leggerezza.
La trama
La pellicola ruota attorno alle vicende di Paddington, che viene inaspettatamente a conoscenza della scomparsa di sua zia Lucy (l’unica parente rimastagli), grazie ad una lettera ricevuta da una suora che si prende cura dei vecchi orsi all’apposita casa di riposo in Perù.
Appoggiato dalla sua famiglia londinese, l’orsetto e i Brown partono dunque per un viaggio che si dimostrerà più arduo di quanto si sarebbero aspettati.
Affrontando numerosi ostacoli e avventure presso le foreste selvagge dell’Amazzonia, arriveranno a comprendere insieme il valore della famiglia e l’importanza del sostegno e della scoperta delle proprie origini.
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Il significato del film
Il tema della famiglia assume un ruolo significativo durante tutto l’arco del film.
In esso ci viene infatti mostrato un momento importante della vita familiare, ovvero quello dell’abbandono del “nido” da parte dei figli, che per motivi disparati dovranno imparare a camminare da soli per introdursi nel mondo al di fuori delle mura domestiche.
Emerge quindi il forte legame con gli antenati, che risulta estremamente importante se si pensa a quanto la famiglia sia determinante per lo sviluppo e la formazione del carattere e dei bisogni di una persona. Nonostante, talvolta, possa portare anche a scelte discutibili e distruttive.
Nel film emerge il sentimento di profonda gratitudine tra un nipote, Paddington, e una zia, Lucy, che si è presa cura di lui e ha compiuto molti sacrifici per rendere la vita del dolce orsetto sicura e serena, pur non essendo suo nipote a tutti gli effetti.
Con questo suo viaggio pericoloso, tortuoso e ricco di colpi di scena, Paddington ci mostra fin dove saremmo in grado di spingerci per le persone che amiamo veramente.
E infine – ma non per importanza – la tematica del legame con la madrepatria (in questo caso il Perù), che richiama sempre a sé, in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, i suoi figli.
Senza tralasciare quella sensazione di smarrimento che in certi casi proviamo, proprio come l’orsetto che, durante le sue avventure nella foresta Amazzonica, deve fare affidamento sia su lezioni acquisite dalla sua nuova famiglia londinese, sia su elementi appartenenti alla sua terra madre, con cui riesce a connettersi.
Dunque, assistiamo ad una mescolanza di diverse culture di estrema rilevanza.
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Conclusioni
Le aspettative per Paddington in Perù sono sempre state alte, forse dovute al fatto che i primi due capitoli di questa trilogia si erano rivelati profondamente attuali e contemporanei.
Un franchise da sempre “visivamente appetibile”, così come questa nuova avventura, nonostante il cambio di regia.
In conclusione, si potrebbe dire che, come capitolo finale di una delle trilogie più educative mai prodotte, quest’ultima pellicola non ha deluso le aspettative e ha portato una rinnovata freschezza in tutte le sale cinematografiche, grazie a questo meraviglioso orsetto che mantiene vive una certa ilarità, spontaneità e gioia nel pubblico, ma che porta anche ad una profonda riflessione su temi della vita estremamente importanti.
Paddington in Perù vi aspetta in tutte le sale a partire da domani 20 febbraio!
a cura di
Federica Quiescenti
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