Sinner trionfa per il secondo anno consecutivo all’Australian Open e dimostra di essere il giocatore più forte del mondo. Bene Zverev, anche se perde la terza finale slam su altrettante disputate. Cresce Shelton, Djokovic lancia un segnale. Ottimo torneo di Sonego. Alcaraz e Fritz bocciati. Di seguito le pagelle.
Australian Open, i promossi: Sinner disarmante, bene Sonego e Shelton
Sinner 10 e lode
Mattatore. Seconda vittoria consecutiva all’Australian Open, terzo slam in carriera. Dopo un avvio di torneo più complesso e qualche problemino fisico, dai quarti di finale il numero 1 del mondo ha decisamente cambiato marcia, annichilendo in ordine De Minaur, Shelton e Zverev. Quando gioca al massimo, sul cemento non ce n’è per nessuno. Decisamente il più forte in questo momento. Ha ricominciato da dove aveva lasciato lo scorso anno, e, se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera…Mettiamoci comodi e godiamoci lo show.

Sinner in finale contro Zverev (ph. Zazoom.it)
Zverev 9
Un torneo da 9.5, ma la finale incide sul suo umore e sul suo voto. Sinner ha messo a nudo tutti i suoi limiti dal lato del dritto. Zero palle break conquistate sono frutto di un avversario troppo forte per lui. Una sconfitta difficile da digerire per il teutonico. Nel complesso però un ottimo torneo per lui, che ha ribadito come ormai sia stabilmente uno degli uomini da battere. Per ora le finali slam sono un tabù, ma la sensazione è che arriverà presto il suo momento. Try again, Sasha.
Shelton 8.5
L’estroso mancino americano lascia l’Australia con tante note positive. Prima semifinale in un grande slam e tante certezze in più sul suo gioco. Ancora gli manca la continuità all’interno dello stesso match per pensare di battere i migliori, ma finalmente si intravede una razionalità dietro al suo tennis spumeggiante. Ha molti margini di miglioramento e questo lascia ben sperare in casa Shelton. Potrebbe diventare sempre più spesso una dura gatta da pelare per tutti, soprattutto sulle superfici veloci. Process loading.
Djokovic 8
Duro a morire. Nole lascia l’Australian open con un ritiro in semifinale, ma con la convinzione di poter ancora essere competitivo. Un buon torneo il suo, culminato con la lezione tennistica impartita ad Alcaraz. Sicuramente non è quello dei giorni migliori, ma potrà togliersi ancora qualche soddisfazione se il fisico lo sosterrà. E in effetti, con uno strappo muscolare stava impensierendo niente di meno che Zverev. Guai svegliare can che dorme.
Sonego 8.5
Da zero a cento. Entrato nel torneo con poche aspettative dopo un 2024 deludente, Sonny tira fuori il coniglio dal cilindro. Un mix fra grinta, carattere e brillantezza che gli regala i quarti di finale. Una solida base su cui costruire per il futuro. I miglioramenti mostrati sul lato del rovescio lasciano sperare per il prosieguo della stagione. Bentornato fra i grandi, Lorenzo.
Australian Open, i bocciati: disastro Tsitsipas, Alcaraz e Fritz deludono
Tsitsipas 3
Tanto fumo e niente arrosto. Si era presentato in Australia con grandi speranze e dicendosi “un giocatore migliore”, ma la realtà ha mostrato ben altro. Esce al primo turno sconfitto da Michelsen e torna a casa con più dubbi che certezze. Dove è finito il tennista che abbiamo ammirato negli anni passati? Qualcosa si è rotto e ricomporre i cocci non sembra così facile. Davanti a lui un tunnel buio, da cui dovrà cercare di uscire al più presto. Deludente.
Fritz 5
Dopo un ottimo finale di 2024, era sicuramente uno di quelli più accreditati per arrivare fino in fondo. La sua avventura è durata però due turni, prima di essere sconfitto dall’intramontabile Monfils. Sicuramente il francese ha giocato un ottimo match, ma l’americano si è dimostrato ancora non pronto per fare quello step successivo. Una delusione cocente, che deve sicuramente farlo riflettere. A livello tecnico non gli manca nulla o quasi. Sul piano mentale i limiti sono lapalissiani. Riuscirà a migliorare?
Alcaraz 5.5
A lezione dai più grandi. Carlos si ferma ai quarti di finale e il risultato non è così tragico, anzi. La sconfitta subita da Djokovic, ridimensiona però il suo torneo. Incapace di modificare il piano partita in corso, si è via via spento davanti all’esperienza del tennista più vincente della storia. I suoi limiti sono venuti a galla tutti insieme, lasciando molti dubbi sul suo modo di giocare soprattutto sul cemento. E mentre Sinner festeggia, lui si interroga. Il talento è sotto gli occhi di tutti e forse attualmente non ha eguali. Manca consistenza. Da rivedere.
La statistica impressionante sulla finale disputata da Sinner
a cura di
Pietro Santini
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