Parti e Omicidi, edito da Edizioni E/O, è l’ultima opera della giapponese Murata Sayaka.
In questa raccolta di racconti l’autrice torna a parlare di tematiche a lei care portandoci a riflettere su argomenti come vita, morte e sessualità.
Quattro racconti ambientati una società distopica, simile ma allo stesso tempo lontana anni luce dalla nostra. Un libro piccolo, di circa 150 pagine, ma estremamente denso, duro e a tratti disturbante che richiede al lettore tempo per metabolizzare quello che ha letto.
Parti e Omicidi
Il primo racconto, quello che da il titolo alla raccolta ci porta in un mondo in cui il governo per ovviare al problema del calo demografico ha introdotto il sistema dei parti e degli omicidi. Le persone, maschi o femmine, possono scegliere di diventare dei gestanti, esseri il cui compito è quello di partorire 10 bambini. Una volta portato a termine il gravoso incarico (che spesso conduce a una morte premtura) si saranno guadagnati la possibilità di uccidere una persona, che assumerà il ruolo sociale di morente.
Ikuko, la protagonista del racconto, vive questa situazione in modo ambiguo: da una parte si ricorda di quando l’omicidio era un gesto da condannare dall’altra non ha la forza di opporsi realmente a questo sistema.

Sesso, famiglia e morte
In Triade l’autrice si sofferma sulla sessualità. Le coppie tradizionali ormai stanno sparendo sostituite dalle triadi, che vedono il sesso come una sorta di rituale. La protagonista del racconto rimarrà sconvolta quando scoprirà come avviene un rapporto in una relazione a due. Incapace di capire il punto di vista e i sentimenti dell’altro cadrà in un profondo sconforto.
Ancora l’amore è protagonista de Un matrimonio pulito, storia che si concentra sulla vita di due coniugi che hanno deciso di sposarsi ma senza avere mai rapporti tra loro. Le cose si complicano, però quando i due decidono di ampliare la loro famiglia avendo un figlio.
Il racconto finale, il più breve, è Ultimi momenti di vita e ci mostra un mondo in cui la scienza ha sconfitto la morte e sono gli esseri umani a decidere quando è giunto il momento di lasciare questa terra.
Questione di sguardi
Anche in quest’opera, come nei Terrestri, i personaggi dipinti da Sayaka non sono altro che piccoli ingranaggi inseriti nel meccanismo più complesso della società che li controlla. Le persone che vediamo muoversi nelle storie dell’autrice sono estremamente comuni e spesso hanno paura di mostrare idee, dubbi o dissenso. Qualunque gesto contro le regole socialmente accettate può costare molto caro (questa cosa si vede molto bene in Parti e Omicidi).
La scrittura è dura, tagliente a tratti quasi clinica e questo contribuisce ad aumentare il senso di alienazione del lettore. Quando Sayaka ci presenta punti di vista insoliti e diversi, vuole invitarci a ragionare al di fuori degli schemi della società, a vestire i panni “dell’altro”. Leggendo le sue opere è impossibile capire chi ha ragione e chi ha torto.
La penna di Sayaka ci sbatte in faccia una realtà distopica ma mentre leggiamo continuiamo a chiederci “e se succedesse veramente? Io come mi comporterei?”
Una lettura che consiglio vivamente ma solo a chi ha lo stomaco forte e non li lascia impressionare facilmente.
a cura di
Laura Losi
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