“Il dominio della luce” e il romanzo dell’Io che sa attraversare

“Il dominio della luce” e il romanzo dell’Io che sa attraversare
Condividi su

Lo scorso anno, più o meno, mi sono ritrovata a leggere la scheda di questa storia e le uniche cose rimaste impresse nella mia mente sono state delle specie di keywords come maternità, rapporto madre-figlia, romanzo dell’Io. Avevo capito ciò che volevo capire de Il dominio della luce – Hikari no Ryōbun di Tsushima Yūko, ovvero le difficoltà della maternità, delle relazioni e che bene o male la casa dei tuoi sogni non sarà mai più la stessa con l’arrivo dei figli.

Ritratto dell’autrice di Il dominio della luce, edito in Italia da Safarà, Tsushima Yuko

Interessante ricordare come non avevo compreso assolutamente invece la realtà, ma ancor meglio come non avevo voluto allargare la possibilità di comprendere. Quindi lo lasciai lì, a decantare. Poco tempo dopo, presa dalla curiosità, lo aprii.

Ho preferito non raccontare troppo, non spendermi in commenti superflui come i soliti “è una bomba!” perché era essenziale leggerlo, prima. E l’ho fatto, ma non sono riuscita a fare il secondo giro. Mi sono sentita come una di quelle persone nella vetrina dei Nighthawks di Hopper che sanno di passare la notte al tavolo del bar alla ricerca di compagnia chiedendo invece un altro bicchiere de profonde solitude.

Fessure di buio

Safarà editore ha dato spazio a questo romanzo dell’Io che è stato tradotto per la prima volta da Maria Teresa Orsi e portato in Italia solo nell’estate del 2023. Se incrociassimo la lettura di Il dominio della luce con quella di I dettagli (Ia Genberg, Iperborea), uscirebbe fuori una combinazione interessante, ovvero questo

L’io, o meglio, il cosiddetto «io», non è altro che questo: ciò che resta delle persone a cui ci siamo stretti.

I dettagli, Ia Genberg

misto a

Mio marito mi aveva esortata più volte a ritornare nella casa dei miei genitori. Tua madre è sola e certo si sentirà triste, e anche per te sarà faticoso badare alla bambina. Se torni a casa sua io stesso potrò separarmi da te più serenamente.

Il dominio della luce, Tsushima Yūko

Il dominio della luce e I dettagli

Potremmo entrare in questa fessura piccina, perché la luce ha invaso tutto. Potremmo accedere da qui e portare un po’ di buio, una piccola penombra che possa riequilibrare la storia di una donna senza nome e di sua figlia. Caravaggio usava fare così, creare nell’oscurità una qualche forma di luce che era legata all’esistenza della sua stessa assenza; forse è così che si dovrebbe affrontare la vita. Invece, la nostra donna senza nome, cerca disperatamente la sua libertà e la sua emancipazione puntando alla luce, così tanta da non riuscire più a vedere. Un problema di vista interiore, di riscatto, di bisogno di liberarsi dei problemi che gli altri le creano.

Vi risuona familiare, magari, ma di questo si tratta. Di una storia che racconta di divorzio, di una figlia che sembra la coprotagonista del Primo libro dei Re (la storia di Re Salomone e delle due madri, n.d.r.), di una madre che è madre e bambina (interiore) e una volta grida a Salomone di fermarsi, una volta cerca disperato l’amore negli occhi degli altri che, a tratti, sembrano più grandi di lei.

Il sogno e l’io come cuori rivelatori

[…] Poi era arrivata la notizia che non c’era più speranza di ritrovare qualcuno che era scomparso. Avvertivo un dolore lacerante, come se il mio corpo si dissolvesse. […] In quel momento mi ero resa conto di aver continuato a cercare la persona scomparsa, quella per cui si era persa ogni speranza. Cercarla significava che associavo a lei il mio destino.

Nei suoi momenti di quiete, quando la figlia dorme ancora un po’, questa donna sogna. Si ricorda i sogni un po’ alla volta, cerca di tornarci dentro perché l’improvvisa riemersione deve averla infastidita. Allora osserva e si osserva, sa che la ricerca di qualcuno di scomparso è importante per lei, ma non ha ancora compreso come. Più la relazione con il suo ex marito diventa asfissiante, più si diletta in espressioni di perdita di controllo e improvvisa lucidità: gente che va e viene da casa, il vizio di bere che sembra essere sempre borderline, nessuna costante sana.

il dominio della luce, estratto

Più manca luce dentro, più la cerca in questa casa. L’unico termine che sono riuscita a trovare per pensare a questo momento che si ripete nella vita di ognuno di noi è stato: smarmella.

Duccio Patanè (personaggio della serie Boris) ha trovato il modo di mostrare cosa succede. Aprire le luci, tutte le luci, per non vedere le ombre.

Eppure, appena si apriva la porta, in qualunque momento del giorno, l’appartamento appariva inondato di luce.

Questione di fiducia

La reazione che la donna mette in scena, il suo modo di raccontare un disagio, la porta nella direzione di una serie di pensieri relativi alla fiducia accordatale e anche guadagnata. L’ex marito, uomo presente più del dovuto per essere un ex, non concede il divorzio, le indica costantemente come comportarsi e cosa scegliere, cosa sarebbe più giusto. Come si fa con i bambini, con chi non ha ancora la capacità di discernimento.

Mentre fissavo con aria risentita quelli che mi rimproveravano […] mi chiedevo se per caso fosse sufficiente arrivare puntuale la mattina perché tutto mi venisse perdonato. Mi preoccupavo solo di non far tardi e mi dimenticavo tutto ciò che mi tormentava […]. Era solo perché al mattino dormivo troppo che Fujino non accettava di divorziare e al nido la gente pensava che mia figlia avesse qualcosa di anormale. Nessuno si fidava di me come madre.

Dubbi leciti, domande che sembrano strade senza uscita, con una grande “T” che ricorda la navata centrale che punta verso l’abside. Come si può pensare di chiudere una relazione quando il pensiero stesso scatena guerre lampo fra le parti coinvolte? Come si riesce a chiudere un capitolo della propria vita per aprirne un altro? Forse non si può quando non si è disposti al dialogo, quando si cerca di togliere all’altro pur di sentirsi appagati.

Avrei voluto almeno fargli capire che non sentivo per lui né odio né rancore. Magari anche lui provava gli stessi sentimenti. Eppure forse esistono legami per cui è necessario convincersi di odiarsi a vicenda, non potei fare a meno di pensare. Sia Fujino sia io eravamo esseri umani che ancora non volevano morire.

Una storia, Il dominio della luce, che potrebbe quella della nostra migliore amica o quella del suo ex o la nostra, anche se ci riesce difficile magari ammetterlo. Una storia di dettagli, di corpuscoli che si muovono nel frastuono di una stanza silenziosa, ma piena di luce.

a cura di
Ylenia Del Giudice

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE- “0-24” il nuovo progetto di Andrea Bianconi
LEGGI ANCHE- ”Inuyasha The Movie – La spada del dominatore del mondo” si riprende!
Condividi su

Ylenia Del Giudice

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *