“Cosmetica del nemico”: non è mai troppo tardi per Amélie Nothomb

“Cosmetica del nemico”: non è mai troppo tardi per Amélie Nothomb
Condividi su

”Le insegnerò un grande principio, Jérôme Angust. C’è un solo sistema legale di farmi tacere: è parlare. Non se lo dimentichi. Questo potrebbe salvarla”.
“Ma salvarmi da cosa?”.
“Lo vedrà”.

Ad Amélie Nothomb ho fatto la corte a lungo: ho letto recensioni, ho comprato il primo suo titolo qualche mese fa e poi lo ho abbandonato nella sempre crescente pila sul comodino. Poi, complice un periodo di consistente voglia di letture scorrevoli dopo alcune delusioni letterarie ho detto “perché non lui?“. In effetti, Cosmetica del nemico di Amélie Nothomb, scrittrice pluripremiata di più di trenta romanzi, è lungo 112 pagine: quel che basta per darti una bella botta in testa e non farti riprendere più – o, forse, farti desiderare di leggere qualsiasi altra cosa abbia scritto l’autrice belga.

Un autrice cosmopolita

La sua produzione è spesso autobiografica ed è il riflesso di una vita vissuta in giro per il mondo al seguito del padre diplomatico (il Giappone, in particolare, dove ha vissuto fino all’adolescenza, ha influenzato diversi romanzi). Cosmetica del nemico di personale – almeno apparentemente – non ha niente, se non un talento impressionante di chi lo scrive nell’indagine psicologica.

Una strana attesa

Un uomo si trova nella sala d’attesa di un aeroporto, e un certo punto viene annunciato il ritardo del suo volo per Barcellona. Mentre aspetta, uno strano individuo che dice di chiamarsi Textor Texel si siede accanto a lui, e comincia a incalzarlo con domande, supposizioni e racconti strampalati sulla sua vita. Si comprende fin da subito che si tratta di un uomo problematico, si direbbe autistico, molto colto e con strane credenze sulla vita e sulla religione.

Jérôme Angust – questo il nome del malcapitato – non ha voglia alcuna di ascoltarlo e cerca di scacciarlo senza ottenere risultati. Non può fuggire, perché chiuso nel gate. L’unica via possibile è cercare di arginare l’uomo a parole. Il monologo diventa un dialogo serrato: il fiume di parole si incolla a lui e al lettore senza lasciare via di scampo e creando una sensazione di impotenza e fastidio senza pari. Ma allo stesso tempo si continua per capire: chi è questa persona? Perché insiste in questo modo?

Una conversazione che prende una piega strana

Uno scambio inizialmente anche molto ironico, per quanto pervasivo – Nothomb in questo è veramente una maestra – inizia a un certo punto a prendere una piega inquietante. Lo sconosciuto sa di Angust molte più cose di quanto sembrasse possibile, e lo mette di fronte ad alcuni fatti della sua vita. Eppure uno è olandese, l’altro francese, non si sono mai conosciuti né visti.

Mi è decisamente impossibile proseguire senza spoiler, vi rovinerei la lettura: ma vi basti sapere che è uno dei libri più coinvolgenti e strampalati che io abbia mai letto. E la cosa assurda è che, per quanto folle, è tremendamente verosimile. Amélie conduce il gioco in maniera talmente perfetta che, nel vortice della conversazione, quasi ti domandi se non sia tu a impazzire. Textor indaga a fondo l’animo di Angust (che potrebbe essere l’animo umano, in generale), mettendo in dubbio le sue stesse azioni (o non azioni) passate.

Nulla è come sembra

Del resto, nulla è come sembra e a ben pensarci già il titolo ne era rivelatore: con cosmetica non si intende un misterioso set di trucchi di un presunto nemico, ma della cosmetica come legge che governa il cosmo e che prima o poi mette ciascuno di noi di fronte al proprio inevitabile destino e alle conseguenze delle proprie azioni.

Un romanzo che è stato adattato innumerevoli volte per il teatro e che amerete alla follia se siete fan delle ambientazioni “in una stanza” (vedi i film Carnage, The Place, Perfetti sconosciuti…con un pizzico di ansietta in più).

a cura di
Martina Gennari

Seguici anche su Instagram!
LEGGI ANCHE: Nuove date per lo spettacolo di Camihawke e Guglielmo Scilla
LEGGI ANCHE: L’inno all’amicizia di Roberto Gerilli

Condividi su

Martina Gennari

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *