Willie Peyote – Oltre festival, Bologna – 13 giugno 2023
L’artista torinese, accompagnato dalla Sabauda orchestra precaria, arriva a Bologna per la prima data dell’Oltre festival. In cartellone anche M.E.R.L.O.T. ed Elasi
L’incontro
Vedere Willie Peyote, al secolo Guglielmo Bruno, dà sempre la sensazione di incontrare un amico di vecchia data. Chi di noi non ha un amico che perdi di vista per mesi, salvo poi ritrovarlo pieno di storie incredibili che non vede l’ora di raccontarti? Ecco, il mio rapporto con il cantautore è esattamente così; ci incontriamo da anni, ciclicamente ci rivediamo con le sue nuove avventure di vita, con le sue nuove canzoni.
Sulla riva del fiume
Le nuove canzoni – per ora – sono sei, raccolte nell’EP “Sulla riva del fiume”. Questa volta mi sono concesso qualche spoiler, ascoltando prima ancora del live, le canzoni nella loro versione studio. Fin dalle prime note di “Cosa te ne fai”, sono rimasto sinceramente colpito dalla pasta sonora di questo lavoro, elegante, sottile, potente e sorprendente allo stesso tempo. Impressiona ancora di più che, dopo qualche settimana dal rilascio del già citato EP, la maggior parte del pubblico conosca a memoria larga parte di testi.
Aggiungiamo, poi, che in molti casi si tratta di metriche veloci, non per forza di cose facilmente memorizzabili a dimostrazione di quanto il suo pubblico ami profondamente questo artista. I ritornelli di “Giorgia nel paese che si meraviglia” e “Piani”, le pungenti strofe di “Buon auspicio” e “Narciso” vengono ballate ed urlate a squarciagola dal pubblico dell’Oltre festival.
Superclassici
C’è poi larga parte del repertorio di Willie Peyote che è entrato di diritto nell’immaginario collettivo di un certo tipo di ascoltatore. A Bologna, poi, alcune canzoni fanno anche stabilmente parte anche del repertorio stile “chitarre in stile falò, ma ai Giardini Margherita”; non vi nego una certa dose di sollievo nell’ascoltare “C’era una vodka” splendidamente suonata dalla Sabauda orchestra, senza nulla togliere ai chitarristi dei Giardini Margherita, s’intende.
Come l’artista tende spesso a sottolineare durante i suoi live quello di ieri sera è stato un concerto in cui “si può muovere il culo”; il pubblico dimostra di apprezzare particolarmente questo genere d’invito. Da “La tua futura ex moglie” a “Le chiavi in borsa” passando per “Semaforo” e la mai sempreverde “Che bella giornata”, sono circondato da un turbinio di corpi in movimento, ritornelli urlati a squarciagola e – come in ogni concerto che si rispetti – birrette.
a cura di
Donato Carmine Gioiosa
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