I The Snookers ci raccontano “L’universo si arrende a chi è calmo”

I The Snookers ci raccontano “L’universo si arrende a chi è calmo”
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Tra gli 8 vincitori di Musicultura spiccano i The Snookers, giovanissimo duo originario di Sondrio

Con un disco all’attivo, “L’universo si arrende a chi è calmo”, e questo importante traguardo, dimostrano di avere la stoffa giusta per fare molto bene nell’immediato futuro.

Noi intanto li abbiamo intervistati.

The Snookers. benvenuti su The Soundcheck. Per iniziare: qualcosa su di voi, sul vostro progetto.

The Snookers è un duo formato da Anita e Federico, valtellinesi di classe ‘99 e 2000. Abbiamo cominciato a suonare insieme nel 2018, inizialmente facendo cover per poter suonare nei locali delle nostre zone anche se parallelamente abbiamo iniziato a comporre musica nostra. Nel 2019 siamo andati in Edac studio per la prima volta dove abbiamo collaborato (e continuiamo tutt’oggi) con Davide Lasala e Andrea Fognini. Il nostro è un progetto pop rock nel quale mettiamo molta attenzione nella resa live: crediamo che l’espressione massima delle nostre canzoni sia dal vivo. Il 24 maggio 2023 abbiamo fatto uscire il nostro primo disco “L’universo si arrende a chi è calmo” e lo abbiamo portato in tour nei mesi seguenti. Ora stiamo lavorando ad un secondo disco.

In così poco tempo avete già raggiunto primi significativi traguardi, come l’imminente finale di Musicultura. Come vi fa sentire questo promettente inizio di carriera?

E’ sicuramente una grandissima soddisfazione ricevere apprezzamento per il lavoro che facciamo e questo ci spinge a voler fare sempre di più.

Le varie esperienze che facciamo grazie alla musica ci fanno crescere, noi continuiamo a lavorare come abbiamo sempre fatto ma con una consapevolezza maggiore sul significato che ha per noi questo progetto e con un indirizzo sempre più chiaro rispetto a quello che vogliamo dalla nostra musica. 

Le vostre esibizioni a Musicultura dimostrano maturità nella tenuta del palco e una capacità espressiva fuori dal comune. Cosa avete provato salendo su quel palco e come vi siete preparati?

Sul palco di Musicultura abbiamo portato quello che abbiamo imparato dopo parecchi concerti e che prima ancora abbiamo sperimentato in studio con l’intento di portare un’esibizione efficace e dal suono completo, nonostante siamo solo in due. L’esperienza di Musicultura ci ha messi da subito a nostro agio grazie alle persone estremamente competenti e dal contesto molto genuino. Questo ci ha permesso di salire sul palco pieni di energie positive e voglia di far sentire la nostra musica, nonostante ci fosse anche un pizzico di sana paura. Le ore prima dell’esibizione sono state le più intense, ci siamo ritrovati con tanti altri artisti che vivevano le nostre stesse emozioni, abbiamo stretto amicizie, parlato di musica, condiviso impressioni e ci siamo sostenuti prima dell’esibizione. 

Siete arrivati lì grazie al disco “L’universo si arrende a chi è calmo”, un lavoro tra cantautorato, rock alternativo che strizza l’occhio al main senza perdere mai di vista la qualità. Diteci tutto di questo lavoro?

“L’universo si arrende a chi è calmo” è uscito dopo un lungo periodo di sperimentazione. Avevamo da poco iniziato a scrivere i brani in italiano, stavamo ancora conoscendo il nostro sound e stavamo ancora sperimentando alla ricerca di un nostro stile preciso. Consideriamo questo disco come una sintesi di tutta la ricerca che abbiamo fatto in quel periodo. Proprio per questo è un disco molto vario e siamo soddisfatti di dove ci sta portando tutto il lavoro svolto. Sicuramente è stato difficile assimilare tutte le cose nuove che stavamo vivendo in quel momento: dalle prime registrazioni in studio ai primi concerti, dai videoclip alle foto per la copertina. Il tutto era attorniato da un senso di stupore e una voglia di fare magari a volte ingenua. 

Chi sono le persone al vostro fianco in questo cammino e come hanno contribuito al tutto?

Negli anni abbiamo sempre collaborato con Davide Lasala e Andrea Fognini in Edac studio, ormai è una seconda famiglia. Sin da subito ci hanno colpiti la loro umanità e la loro passione e siamo contenti che loro abbiano creduto nel nostro progetto.

Nel 2019 abbiamo portato in studio le primissime canzoni in lingua inglese, sono stati Davide e Andrea a consigliarci di passare all’italiano, sfida che abbiamo accettato e dalla quale non torneremmo indietro. 

Solitamente noi portiamo in studio le canzoni in una forma “semplice” ad esempio solo chitarra e voce e assieme a loro con il tempo diamo una forma definitiva ai brani. In studio siamo stati aiutati anche dal punto di vista dei live per i quali ci siamo preparati per mesi cercando di trovare la soluzione più efficace e per i quali cerchiamo di rinnovarci sempre.

Indipendentemente da come andrà la finale di Musicultura, quali sono i vostri progetti futuri?

Abbiamo già nel cassetto un secondo disco al quale lavoreremo nei prossimi mesi, vogliamo suonare il più possibile, continuare a sperimentare, imparare e confrontarci. Parallelamente continuiamo a scrivere perché il processo di scrittura sta diventando col tempo sempre più terapeutico e necessario.

a cura di
Redazione

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