“Chaos Angel” è il nuovo album di Maya Hawke

“Chaos Angel” è il nuovo album di Maya Hawke
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Tra una ripresa e l’altra della quinta stagione della serie Netflix “Stranger Things”, Maya sforna il suo terzo album in studio

“Chaos Angel” è l’album in studio fresco di uscita per la figlia d’arte Maya Hawke, nota al grande pubblico per l’interpretazione di Robin nella serie TV “Stranger Things”.

Nel mezzo della produzione della quinta stagione della serie Netflix, Maya si ripresenta in veste cantautoriale con il suo terzo lavoro discografico, edito dopo “Blush” del 2020 e “Moss” del 2022, che hanno fatto da sfondo all’unica data italiana al Santeria Toscana 31 di Milano lo scorso 25 febbraio 2023.

Un album che si apre con i toni delicati, quasi autunnali del brano “Black Ice” (tutt’altra cosa rispetto al titolo degli AC/DC, ovviamente). E quel contesto prosegue con “Dark”: arpeggi di chitarra e tonalità alte che portano Maya con un filo di voce.

VENICE, ITALY – SEPTEMBER 05: Maya Hawke attends the premiere of the movie “Mainstream” at the 77th Venice Film Festival on September 05, 2020 in Venice, Italy.
La delicatezza si trasforma quasi in malinconia.

“Missing Out” concede vivacità al passo della tracklist, con un brano decisamente più ritmato dei precedenti, rotto da un accenno di chitarra solista nel mezzo.

“Wrong Out” e “Big Idea” (con un testo oltremodo ridondante) riprendono la linea dei primi brani, con ritmi blandi e strumenti scarni, per mettere in risalto la voce di Maya, salvo qualche accenno di chitarra solista.

Con “Better” Maya decide (purtroppo) di effettuare una scorribanda nel mondo di autotune, che non risparmia nemmeno i cori in questo brano a cappella. Lato positivo del brano? Dura solo 1 minuto e 19 secondi.

“Promise” e la title track “Chaos Angel” proseguono con la scelta stilistica dei brani precedenti, che all’ascolto cominciano a sembrare davvero troppo simili tra loro, con varianti molto flebili e che non restano impresse nella memoria.

“Chaos Angel” di Maya Hawke si presenta nel complesso come un lavoro non articolato nella composizione e negli strumenti, pochi ed essenziali, che lasciano ampio spazio alla voce di Maya spesso accompagnata dai cori nei ritornelli. 

Non ci sono brani che ad un primo ascolto attecchiscono, evidentemente per la poca complessità compositiva, rendendo l’album omogeneo come genere, ma rendendo di fatto piatto l’ascolto.

Tutto in linea con il genere pop nel quale Maya si diletta, dove non sfigura ma nemmeno eccelle. 

a cura di
Emmanuele Olivi

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Emmanuele Olivi

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