“Ni una màs” – la necessità di alzare la voce

“Ni una màs” – la necessità di alzare la voce
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Venerdì 31 maggio Netflix ha rilasciato Ni una màs, un teen drama spagnolo basato sull’omonimo romanzo di Miguel Sàez Carral. La serie tratta il tema delle molestie e degli abusi sessuali sulle donne. 

Lo scorso venerdì sono usciti gli otto episodi di Ni una màs, un nuovo teen drama spagnolo targato Netflix. La serie è tratta dall’omonimo romanzo del 2021 di Miguel Sàez Carral, che, infatti, ha curato la sceneggiatura insieme a Isa Sànchez. 

Ni una màs è un racconto a tratti difficile da digerire, dal momento che tratta il fin troppo attuale tema delle molestie e degli abusi sulle donne. Di più, essendo un teen drama, in questo caso le vittime sono tutte ragazze molto giovani, studentesse per intenderci. Non a caso, la storia si apre proprio con la protagonista che appende uno striscione al cancello della scuola. Il messaggio è breve e diretto: “Attenti: qui si nasconde uno stupratore”.

Questo racconto non ha, però, solo l’obiettivo di denunciare una situazione insostenibile e dolorosa. La denuncia è fondamentale, certo, ma è anche necessario non arrendersi e decidere, invece, di farsi sentire. 

Ma andiamo con ordine.

L’oppressione

Ni una màs segue le vicende di quattro ragazze che, nel corso degli episodi, si trovano ad affrontare diversi gradi di abuso. Alma (Nicole Wallace) non ha paura di esporsi per quello che è e per ciò in cui crede. All’inizio delle serie la troviamo senza direzione. Non sa cosa fare del proprio futuro, il rapporto con i suoi genitori è ai ferri corti (soprattutto con il padre) e la sua franchezza non è particolarmente apprezzata dai suoi compagni di scuola. Alma vive in un mondo in cui gli uomini che la circondano pensano di avere potere su di lei, dagli spacciatori di quartiere agli amici che non sanno rispettare la sua volontà. 

Greta (Clara Galle) è la migliore amica di Alma fin dall’asilo. È una ragazza lesbica che non ha paura di essere stessa e di far sentire la propria voce. Eppure, nonostante tutto, anche Greta non può interamente sfuggire all’oppressione della società e ai tentativi del mondo maschile di dominarla. 

Nata (Aicha Villaverde) è invece in bilico tra due mondi: da un lato ci sono le sue amiche Alma e Greta a rappresentare la sua parte indipendente, dall’altro il fidanzato Alberto (Gabriel Guevara) e i suoi amici. Alberto non fa che dare a Nata ragioni per lasciarlo, una più grave della precedente, arrivando a dei veri e propri reati. Eppure i due rimangono insieme e, così facendo, Nata si perde sempre di più. 

Infine c’è Berta (Teresa De Mera), un’amica d’infanzia di Alma. Berta appare come una ragazza solare che, però, nasconde in modo evidente un lato oscuro. Il suo dolore, che trova la luce in crisi di ansia e tentati suicidi, ha radici molto profonde in abusi sessuali di cui non ha mai parlato. 

La speranza

Nonostante la premessa drammatica, Ni una màs vuole anche veicolare un messaggio di speranza e di sorellanza. Le protagoniste della serie cercano infatti di non restare incastrate nella loro condizione. Anche se in misura differente, le ragazze alzano la propria voce per sovrastare la paura e il dubbio che le circondano.

Fra tutte spicca quella di Alma, che, stanca del sistema, decide di essere il volto e la voce per tutte le altre ragazze che soffrono. Inizialmente, si tratta di aiutare la sua amica Berta, troppo provata dalla vita per condurre la battaglia, ma, ben presto, diventa una questione molto più estesa. E così, il profilo falso Iam_colemanmiller, nato per raccontare la storia di uno stupro avvenuto tra le mura scolastiche, diventa molto più di un mezzo per incastrare uno stupratore. Diventa una forma di conforto per numerose ragazze. 

Accanto ad Alma si trova immancabilmente Greta, la personificazione del supporto. Non importa quello che succede, non importa se vengono commessi degli errori: Greta è e sarà sempre dalla parte di Alma. La loro amicizia è una chiara dimostrazione di quel senso di sorellanza che la serie spera di comunicare, un sentimento che, arrivati all’ottavo episodio, vediamo molto più diffuso tra ragazze e ragazzi. 

Non tutte le ribellioni sono necessariamente plateali e immediate, certe volte le persone hanno bisogno di tempo. È questo il caso di Nata, che, a differenza delle sue amiche, non sembra credere negli ideali femministi. Nata è vittima di un sistema che le impedisce di agire al meglio per sé stessa e gli insegnamenti che le arrivano dai genitori sicuramente non aiutano. Eppure, nonostante la sua enorme reticenza, anche lei è in grado di liberarsi e avere speranza per una vita migliore

In conclusione

Ni una màs è una serie che si apre con una singola ragazza che decide di prendere in mano la situazione e lottare. Il resto del racconto è la storia di come sia riuscita a coinvolgere altri nella sua battaglia, in primis i suoi genitori e le sue amiche, ma, più in generale, la società che la circonda. 

Le vite di Alma, Greta, Nata e Berta sono la dimostrazione degli abusi e soprusi che molte donne sperimentano. Allo stesso tempo, le loro azioni sono anche un simbolo di speranza per un cambiamento. 

Non tutte sanno come uscire da determinate situazioni e non tutte ci riescono, ma nessuna deve sentirsi sola in un mondo che le è ostile. Nessuna deve credere di meritarsi quello che le succede

Ni una màs racconta la denuncia di uno stupro con tutte le complicazioni del caso, ma, soprattutto, è un invito a trovare forza nei numeri e a non aver paura di far sentire la propria voce. 

a cura di
Claudia Camarda

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