Senna Forever – 30 anni dalla scomparsa di Ayrton

Senna Forever – 30 anni dalla scomparsa di Ayrton
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Il 2024 segna un triste anniversario per la storia del Motorsport: la morte di Ayrton Senna, campionissimo brasiliano che ci ha lasciati il 1 maggio 1994 in un maledetto GP di Imola che strappo dalla vita sia Senna che Ratzenberger mettendo in atto una rivoluzione tecnica che aumentò la sicurezze delle auto di F1

1 maggio 1994 il piccolo me alla vigilia del suo decimo anno convinse il proprio padre ad accompagnarlo al salone dell’automobile di Torino, all’epoca uno dei più importanti sul suolo italiano, quel salone fu la vetrina per la presentazione della Fiat Punto Cabrio (ah, quanti ricordi), quel giorno era anche la domenica in cui a Imola si correva il GP di Formula 1.

Un gran premio che, fin dalle sue prove libere, cercò di dare indizi che forse sarebbe stato meglio non correrlo, già al venerdì avvenne un grosso incidente che coinvolse, l’allora pilota della Jordan, Rubens Barrichello; negli occhi di tutti i presenti la paura era ben evidente, ma fortunatamente ne uscì illeso.

Solo un giorno più tardi, però, al volante di una Simtek il giovane pilota Ronald Ratzenberger uscì dai box per il suo tentativo di qualifica (all’epoca non era scontato passare il taglio del 107% e quindi di correre il giorno seguente), dopo qualche curva ci si accorse che però qualcosa non andava per il verso giusto, la macchina non stava in strada e, ad un certo punto, l’ala della vettura della scuderia inglese si staccò.

Il pilota austrico non potè nulla e dopo il Tamburello, che all’epoca si faceva in pieno a circa 300 km/h, si schianto contro il muretto della curva VIlleneuve, subito si capì la gravità dello schianto e la speranza dei presenti risiedeva solo in quell’ultimo movimento che il suo casco fece una volta fermatasi la macchina in mezzo alla curva.

Inutile dire che per Ratzenberger non ci fu nulla da fare e fu dichiarato deceduto all’arrivo all’Ospedale Maggiore di Bologna.

La premonizione non ascoltata

Dopo l’incedente il pilota più scosso fu Ayrton Senna, tanto che telefonò alla sua ragazza dicendole che la sua volontà fosse quella di non correre il giorno successivo, inoltre la notte stessa ebbe una premonizione che indicava quella gara come la fine della sua vita, ma nonostante questo e nonostante l’allora responsabile medico F1 Sid Watkins, una vera e propria colonna portante del circus, gli consigliò di non correre Ayrton decise di farlo lo stesso.

Senna la notte prima aveva avuto una premonizione che stava per morire. Lo ha detto al professor Sid Watkins, esperto medico della F1, che gli ha detto di smettere perché non aveva nient’altro da dimostrare a nessuno. Ayrton gli ha risposto che non era nella posizione di farlo e doveva andare avanti. Era sempre consapevole del fattore di rischio, ma lo eravamo tutti. Avevamo visto tutti il ​​terribile incidente di Rubens venerdì (Barrichello nelle prove libere, senza conseguenze, ndr), poi la morte di Roland

Johnny Herbert

Torniamo a Torino, al piccolo me al salone dell’automobile, dopo giri interminabili finalmente sono dentro al Lingotto fiere con gli occhi adoranti di quel bambino appassionato di automobili, ma l’attenzione mia e di tanta altri ricade sui maxi schermi adibiti per la visione del Gran Premio di Imola.

I primi giri sono avvincenti, lo sguardo è sempre più verso quello schermo e meno verso le auto presenti fino a quel maledetto settimo giro, tutti al Lingotto si fermano, molti sono sbigottiti, la Williams numero 2 è ferma al Tamburello, la parte destra è completamente distrutta, le riprese dall’elicottero fanno sussultare i presenti “la testa si è mossa”.

La speranza è vana, per ore i medici hanno tentato di salvare Ayrton Senna, alle ore 18.40, all’Ospedale Maggiore di Bologna i medici dichiararono la morte del pilota brasiliano, dopo l’autopsia di rito e il ritorno del corpo in patria con un funerale di Stato secondo solo a quello della Regina Elisabetta II, iniziarono le indagini sul perché dell’incidente; oggi sappiamo che è stata colpa di una modifica dell’ultimo momento al piantone dello sterzo, una fatalità letale.

Perchè Senna era tanto amato?

Fino ad ora ci siamo soffermati sulla sua morte, che in parte ha creato il mito che abbiamo oggi, ma la sua immagine è nata e si è evoluta nella sua vita tramite le corse; dopo la normale gavetta che ha portato Ayrton Senna dal Brasile alla Gran Bretagna (sede di alcune delle più importanti scuderie di F1), nel 1984 il pilota brasiliano fa il suo debutto nella massima serie.

Sin da subito si capì di quanto forte fosse quel ragazzo e quanto carisma avesse, anno dopo anno, nonostante auto non molto performanti, ma dalla livrea bellissima (Jps NDR) nel 1988 Senna approdò in uno dei team più importanti con la seria possibilità di vincere il titolo: quella McLaren dotata di motori Honda che avrebbe aperto un ciclo vincente durato diversi anni.

Il primo anno in McLaren è trionfale, nonostante il preludio di campionato fosse tutt’altro che positivo, la prima gara dell’anno si concluse con una squalifica e il GP di Montecarlo (uno di quelli che hanno collaborato a creare il mito) si concluse con un ritiro per incidente dopo una gara al comando, Ayrton vinse il campionato del mondo.

L’anno successivo sembrava una cavalcata trionfale verso il titolo, ma in uno dei più controversi finali di stagione di sempre Senna perse il mondiale a seguito di una squalifica nella gara di Suzuka ricordata soprattutto per l’incidente tra lo stesso Senna e Prost, che portò il secondo alla cacciata dal team di Woking.

Altri due mondiali

Prima dell’inizio della stagione 1990 ci fu il serio rischio di non vedere più correre Senna, in quella pausa invernale tra lo stesso pilota e il presidente della federazione internazionale ci fu in grosso scontro tanto da portare McLaren in tribunale contro la federazione per la squalifica di Suzuka.

Il contenzioso si concluse con una clamorosa sconfitta che portò ad essere comminata una sanzione nei confronti di Senna di 100.000 dollari che fecero pensare al pilota brasiliano di lasciare il mondo delle corse perché ingiuste.

Il pilota accusò la federazione per quest’ingiustizia che di tutta risposta gli sospese la Superlicenza, la situazione si risolse solo poco prima dell’inizio del mondiale 1990, Prost era passato in Ferrari e Senna aveva tutta la McLaren ai suoi piedi.

La stagione fu un replay della precedente con una sfida continua tra i due piloti che si concluse a Suzuka, in quella che si può considerare la ripetizione dell’anno precedente e il finale fu lo stesso, ma a parti invertite. Senna è campione per la seconda volta.

Il 1991 segnò l’ultimo dei 3 mondiali, una stagione iniziata con un assoluto dominio, ma che col passare dei mesi vide Mansell recuperare sempre più fino al suicidio di Suzuka del pilota inglese che fece vincere il titolo al pilota brasiliano con una gara d’anticipo.

Il 1992 e il 1993 furono due stagioni parche di soddisfazioni che videro il dominio della Williams e portarono il pilota brasiliano a firmare per la scuderia di Sir Frank Williams per la stagione 1994, doveva essere la stagione della vittoria del quarto mondiale: il pilota migliore al volante dell’auto migliore, ma sappiamo com’è finita.

30 anni dopo

Il 2024 segna il trentennale dalla sua morte, la morte di un pilota entrato nei cuori di tutti grazie alle sue vittorie, al suo carisma e alla sua unicità; in quest’anno di ricordi molte sono le manifestazioni che si sono svolte o si stanno svolgendo per ricordarlo.

Negli occhi dei tifosi c’è senza dubbio il giro d’onore di Vettel a Imola con la vettura che Senna ha guidato nel 1993, tutti i presenti sul circuito del Santerno hanno avuto la possibilità di ascoltare ancora una volta il rombo del v8 Ford urlare.

Altro evento che ha mandato in visibilio gli spettatori sono state le celebrazioni del mito sulle strade del Principato di Monaco, lui è il detentore del maggior numero di vittorie a Montecarlo (6), durante il weekend del Gran Premio Storico i presenti hanno potuto assistere alla parata delle vetture guidate da Senna con l’assoluta chicca della MP4/5B del 1990 con alla guida Bruno Senna (nipote di Ayrton).

Sul suolo italiano probabilmente l’evento più catalizzante è la mostra Ayrton Senna. Forever, che ripercorre la carriera del pilota con mezzi, caschi e tute fino alla Williams FW16 del 1994, ultima auto del campione brasiliano, con alcuni pezzi dell’auto usata ad Imola.

Potete godervi la mostra fino al 13 ottobre 2024 presso il MAUTO di Torino, ma se non potete vi lasciamo ad una galleria di immagini degli eventi a cui siamo stati presenti.

La celebrazione a Montecarlo

La mostra al Mauto

A cura e foto di
Andrea Munaretto

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Andrea Munaretto

Nato nell'84 e fin da quando avevo 4 anni la macchina fotografica è diventata un'estensione della mia mano destra. Appassionato di Viaggi, Musica e Fotografia; dopo aver visitato mezzo mondo adesso faccio foto a concerti ed eventi musicali (perché se cantassi non mi ascolterebbe nessuno) e recensisco le pellicole cinematografiche esprimendo il mio pensiero come il famoso filtro blu di Schopenhauer

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