“Calla” di NTsKI: il catarsi attraverso la musica

“Calla” di NTsKI: il catarsi attraverso la musica
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Direttamente da Kyoto, NTsKI, pronunciato lettera per lettera, è una giovane cantante e musicista giapponese da scoprire.

Una genesi

NTsKI inizia la sua carriera musicale oltreoceano, precisamente nel Regno Unito, per poi lavorare in maniera più estesa dopo il suo ritorno in patria nel 2017. A partire da quell’anno, incomincia il suo percorso professionale e nel 2018 pubblica i suoi primi singoli: “Fig” e “Labyrinth of Summer”, quest’ultimo vede una versione remix in collaborazione con il DJ KM.

Solamente un anno più tardi, collabora con l’artista Yoichi Ochiai per il Japan Pavillon presso l’SXSW 2019, un noto festival musicale, cinematografico e di arti multimediali che si tiene in Texas. Nell’estate del 2021 pubblica il suo primo album tramite l’etichetta discografica “Orange Milk Records”per gli Stati Uniti ed “EM Records” in Giappone dal titolo “Orca”.

Questo primo grande progetto musicale ottiene una discreta notorietà nel panorama musicale indipendente e vede tra le varie collaborazioni diversi DJ e un featuring con un’altra giovane artista giapponese conosciuta con il nome Dove per il brano “On Divination in Sleep”, che conta anche un video musicale che cita in maniera esplicita il film “All About Lily Chou-Chou” di Iwai Shunji, di cui trovate anche una nostra recensione.

Lo stile musicale

La specificità musicale di NTsKI risiede nella sua capacità di mescolare diverse sonorità musicali, così come una diversità linguistica data dall’utilizzo dell’inglese e del giapponese nei suoi brani. Il suo timbro vocale è caratteristico: oscilla tra la tenerezza più sgargiante e una certa soavità con sfumature più cupe e misteriose.

Il contrasto tra le produzioni musicali sempre differenti e il modo in cui esprime il suo cantato crea un’amalgama musicale vincente, capace di stupire chi fa esperienza della sua musica. Questo modo di cantare, che richiama molto un effetto melodico trasognante, si allinea con i testi delle sue canzoni che attingono molto al mondo del subconscio, ovvero il reame dei sogni.

In questa metafisica del sogno si riversa la complessità tematica dell’artista giapponese, che tenta di ritrarre gli stati e le sensazioni dell’onirico che si originano dalle sue corde più intime.

“Calla”: per un’introspettiva

Come già detto precedentemente, “Calla” è il secondo album di NTsKI, composto da 14 tracce per un totale di 40 minuti di ascolto. La produzione musicale risulta molto raffinata, con interessanti sfumature elettroniche e registrazioni sul campo dei suoni della natura.

La voce di NTsKI fluttuante e avvolgente, talvolta quasi sospirata, con sfumature che oscillano tra la melanconia e la nostalgia, si amalgama perfettamente con gli eterogenei arrangiamenti musicali presenti nell’album.

Come nel suo precedente progetto “Orca“, NTsKI mantiene la collaborazione con l’ingegnere musicale Illicit Tsuboi e il producer inglese Dan Shutt, continuando a sviluppare un sound distintivo e coinvolgente.

L’album, come riportato sul sito di Bandcamp, nasce dalla necessità di esorcizzare un momento difficile della sua v. Il nome scelto come titolo dell’album è già di per sé esplicativo: “Calla” è il nome di un tipo di giglio, in italiano conosciuto anche come “Giglio del Nilo”, che per alcune società è simbolicamente legato alla morte.

Alcuni brani nel dettaglio

In testa all’album troviamo la canzone “Milk White Steed”. A mio parere, l’effetto all’ascolto della combinazione degli elementi che costellano questo paesaggio sonoro avvolge come un gradevole sospiro. La relazione tra paesaggio come luogo di interazione tra l’umano, la natura e le sensazioni percepite nell’esperienza di esso non sono solamente uditive ma ci porta a un coinvolgimento multisensoriale più ampio.

Il testo di “Aloha” fa esplicitamente riferimento al suo archivio familiare e, insieme a “2023”, è un delicato omaggio alla madre. “Field of Flowers” è però la canzone che più mi è rimasta impressa. Stridente e contrastiva nella produzione musicale ma che combacia perfettamente con la voce di NTsKI.

Sayonara” si trova alla fine dell’album e si presenta come una dedica al travalicare i confini, reali e immaginari, attraverso l’amore, chiudendo così il percorso di “Calla”. In questo caso troviamo una voce dalle tonalità più gravi, probabilmente utilizzando principalmente la voce di petto nella prima parte che dona una certa carnalità al pezzo, ricollegabile al mondo terreno. Nella seconda parte invece si ritorna a una voce di testa che invece dona un’aura eterea, quasi sacrale appartenente al regno dell’onirico. 

Conclusione

NTsKI è un’artista giovane e raffinata, con una voce allo stesso tempo soave e profonda, che alterna sfumature di melanconia, nostalgia e un certo alone di mistero. Travalicando la barriera linguistica e la barriera dei generi, le sue produzioni musicali saranno capaci di ammaliarvi e di provocare sintonizzazioni empatiche e richiami onirici durante l’esperienza d’ascolto.

a cura di
Skipper Fonzy Amgao

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