Dolcenera – Lambìc, Torino – 21 Aprile 2024

Dolcenera – Lambìc, Torino – 21 Aprile 2024
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Dolcenera torna sulla scena torinese con il suo “Anima Mundi” Tour, in un contesto nuovo e inusuale per l’artista, che ritrova il suo pubblico sul palco intimo e raccolto del Lambìc per due date consecutive, il 21 e il 22 Aprile, che hanno registrato in poco tempo numeri da sold out.

Il nuovo progetto di Dolcenera si rivela fin da subito un nuovo esperimento creativo, che viene definito dall’artista stessa “una prima volta”, perché oltre alle sue canzoni, alla sua voce graffiante e potente, Dolcenera porta sul palco la sua visione del mondo e ci accompagna in un viaggio filosofico e spirituale che va ben oltre la musica, per potenziarla in un dialogo a cuore aperto con le emozioni, esplorando le profonde connessioni tra gli esseri umani e l’universo che li circonda.

I Cinque Elementi

Ogni parte dello spettacolo viene così assegnata ad uno dei cinque elementi che fanno parte del nostro universo: aria, acqua, terra, fuoco, etere. Nello spettacolo di Dolcenera ogni elemento trova la sua interpretazione, in un brano, in un racconto o uno spunto di riflessione: di sicuro, per chi ascolta, è come affacciarsi ad osservare un panorama spesso noto, ma da un punto di vista ancora sconosciuto o troppo spesso sottovalutato.

ACQUA

Partiamo dall’acqua: qualche anno fa in un viaggio in Portogallo, Dolcenera incontra i giovani delle manifestazioni pacifiche dei Fridays for Future. Incrociare gli occhi e le aspirazioni di chi combatte per il futuro riapre con forza riflessioni inevitabili, che Dolcenera ha messo in parole e in musica nella sua
“Amaremare” : un manifesto di denuncia ambientalista che al pianoforte diventa l’eco dolce ma agguerrito di sirene ribelli, un grido di allarme per un futuro senza ritorno:

Tra milioni e milioni di buste
Lattine, le siga e cannucce
Metà del pianeta di plastica
Un bimbo gioca in spiaggia innocente
Mi dice che la fine è imminente
Che è anche colpa mia è evidente

L’elemento dell’acqua torna anche nel brano “L’oceano e la stella”, dove la necessità di purificazione si sposta dal mondo esterno all’interno di una coppia, talvolta vittima dei risultati dell’alienazione silenziosa a cui la società dei media spesso conduce i rapporti.

TERRA

L’elemento terra rappresenta quella forza, quella resistenza nell’azione che è metafora del “resistere” nella vita. Tutto questo è ciò che Dolcenera ha imparato in un viaggio in Brasile, nelle favelas ai margini delle città, nei luoghi in cui i bambini sono ancora capaci di correre sulla spiaggia, rincorrendo la vita con la forza di chi non si arrende alle avversità.
Anche le percussioni degli artisti sudamericani portano nei loro suoni la stessa vivacità e la stessa determinazione di quei bambini, quell’energia che poi è esplosa nella scrittura del brano “Un altro giorno sulla terra”, in questa occasione riproposto magistralmente al pianoforte.
Tra tutti gli elementi la terra è quella in cui Emanuela, alias Dolcenera, si ritrova e si rispecchia completamente: uno dei suoi pezzi più celebri è proprio il risultato di questa solidità e della determinazione che hanno costretto l’artista a impiegare quasi 5 anni per arrivare a scrivere, nella forma in cui tutti conosciamo, la sua stupenda “Ci vediamo a casa”

La chiamano realtà
Questo caos legale
Di dubbie opportunità
Questa specie di libertà
Grande cattedrale
Ma che non vale un monolocale
Un monolocale

ARIA

Cambiare aria, è necessario, come tutti i cambiamenti lo sono: come tutto ciò che possiamo non ancorare, ma lasciare al vento, ad esplorare altre direzioni, a cercare nuove risposte. Ecco perché Emanuela sceglie di inserire in scaletta una bellissima cover di “Blowing in the wind” di Bob Dylan, le cui questioni sono sempre attuali e aperte.
Anche “Siamo tutti là fuori” , la canzone con cui Dolcenera ha vinto il festival di Sanremo nel 2003 nella sezione Giovani, è sicuramente una canzone d’aria: una canzone che respira da sempre l’attesa e la speranza del cambiamento.

FUOCO

ll fuoco cos’è? Passione, amore? Dolcenera lo dichiara da subito: nella sua lunga carriera ha scritto poche canzoni d’amore. Quando parla di amore lo fa cercando in questo sentimento l’equilibrio, il giusto peso. Lo fa ispirandosi a Cent’anni di solitudine, il capolavoro di Gabriel García Márquez.
Di amore, per esempio, Dolcenera ne parlò (discograficamente) nel pezzo che nel 2009 portò a Sanremo, “Il mio amore unico”: fu prima in classifica in radio per tre mesi, ma – ironia della sorte – è uno dei pezzi che ama di meno (appunto!).

ETERE
E infine arriviamo all’etere: ma davvero, cos’è, l’etere?
Elemento cristallino di cui è fatto l’universo, è il filo che lo lega e che ci lega tutti insieme. Dolcenera lo definisce sul palco: l’etere è la forza invisibile che connette tutto, una sola anima di cui tutti facciamo parte. Etere prende così il significato di vita. L’uomo è destinato a essere connesso con gli altri ed è compito dell’essere umano avere fiducia ed essere presente agli altri. In questa ultima parte dello spettacolo Dolcenera ci presenta “Calliope”, un brano scritto due settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, dedicandola ad una dea che ci parla di pace e non di guerra

Com’è straordinaria la vita

Lo spettacolo di Dolcenera si conclude con una domanda, che è al contempo un’esortazione ad agire: come possono questi cinque elementi convivere ed interagire nella quotidianità? Di sicuro possono aiutare a mettere a fuoco il quadro da lontano. Ogni risposta alle nostre domande, secondo Dolcenera, possiamo trovarla in uno dei cinque elementi: in fondo ogni risposta è dentro di noi, osservando la realtà, che è complessa e sfugge. Essere un buon osservatore è il primo passo per arrivare, almeno con le nostre forze, ad una parte di verità.

Dolcenera, nella serata straordinaria di Torino e in questo Piano Solo Recital che porterà nel resto di Italia in tour, ci racconta così, per parafrasare uno dei suoi più grandi successi, Com’è straordinaria la vita… O come forse potrebbe esserlo ancora di più e realmente se le dessimo il giusto ascolto, il giusto peso, la giusta attenzione.

La Photogallery della serata

a cura e foto di
Emanuela Ranucci

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Emanuela Ranucci

Nata a Torino, laureata in Comunicazione multimediale con una tesi specialistica in Letteratura italiana contemporanea, nel 2001 inizia a lavorare in RAI come redattrice e assistente di produzione per la realizzazione dei programmi televisivi educativi di Raitre (Melevisione, Screensaver). Nel dietro le quinte della tv si innamora della fotografia, realizzando le sue prime foto di scena. Da quel momento non abbandona più la macchina fotografica, dedicandosi a reportage, backstage, eventi, concerti e still life. Attualmente si divide tra i progetti da fotoreporter&videomaker e la sua agenzia di comunicazione (Loom Collective) che ha fondato a Torino.Nel tempo che rimane, ama: viaggiare, sorseggiare il barbera, nuotare al mare (anche d’inverno), cantare (stonando) in sala prove.

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