Baustelle – Teatro Bonci, Cesena – 17 aprile 2024

Baustelle – Teatro Bonci, Cesena – 17 aprile 2024
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Racconto del concerto teatrale “Intimo sexy” della band toscana, una nuova produzione live che ci ha sedotti sin da subito

“Elvis”, l’ultimo acclamato album, ci ha riportato una versione dei Baustelle musicalmente centratissima, retrò, elegante e rock’n’roll, ed ha mostrato la band rinnovata anche esteticamente, con look sempre più ricercati ed eleganti. Dopo averlo suonato a tutto volume lo scorso anno, i ragazzi tornano con una nuova produzione teatrale che prosegue il loro lavoro di ricerca sonora.

Sono un Baustelle, mamma?

Il teatro Bonci a Cesena è un’istituzione per chi vive in Romagna; per di più i Baustelle, da super stilosi quali sono, hanno scelto di intitolare la loro nuova tournée “Intimo Sexy!”; insomma sono le 19.00, devo prepararmi per andare e inizio ad agitarmi perché sento la necessità di trovare un outfit “adatto” alla serata; elegante ma non troppo, retrò senza sembrare uno che proviene dal 1912, non total black ma nemmeno in modalità carnevale di Rio. Un qualcosa che mi faccia insomma sentire vagamente “a tema” con la serata. Opto per una camicia molto sbarazzina, anni ’60 a pois con pantalone nero.

Eccomi quindi arrivare con un evidente disturbo istrionico di personalità; vorrei sembrare uno della band, visto da fuori, ma probabilmente la gente mi guarda e mi scambia per uno tra Fantozzi e Filini (a voi la scelta) nella scena dei “micidiali frac presi in affitto”. Va beh… C’è comunque un pubblico vario, dai 25 ai 55 anni direi, tante coppie ma anche gruppi di amici cresciuti con il trio, che assaltano bar e merchandising; non ho mai visto, al Bonci, servire così tanti Spritz e Gin Tonic.

Appena ordino il mio, di gin tonic, suona la campanella del teatro e mi tocca berlo praticamente alla goccia così arrivo quasi barcollante al mio palco che, scopro in quel momento, dovrò condividere con due ragazze, loro sì, eleganti, retrò e stilose come i Baustelle. Dopo 5 minuti in cui mi arrovello su una cosa intelligente da dire ecco che le luci si spengono e inizia il concerto. Ehi lassù, grazie a chiunque tu sia!

Inizio concerto

Si parte forte, la band è rodata ormai a metà tournée. “Amanda Lear”, “Betty”, “Il Vangelo di Giovanni” si alternano a episodi più d’annata come “Mademoiselle Boyfriend” (wow) o “Martina”, tra le primissime canzoni dei tre. Insieme a Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini ci sono i musicisti entrati nella band dalla lavorazione di “Elvis”.

La produzione musicale è efficace, graffiante, dinamica, sempre molto elegante anche negli episodi più elettrici. A parole e concetti anche molto complessi i Baustelle non hanno mai fatto mancare arrangiamenti elaborati, spesso orecchiabili ma mai scontati. È un piacere poi sentire la voce profonda di Francesco fondersi con quella bellissima ed espressiva di Rachele.

Lui sul palco è il leader, parla ma rimane più “freddo” e fascinoso, lei invece è la vera frontwoman, entra dentro ogni pezzo anche con il corpo, balla e cerca interazioni con il pubblico e con i compagni.

“Intimo, sexy!”

Emerge, tangibile, anche il significato del titolo scelto per questo tour… “Intimo sexy!” non sono i Baustelle in mutande o un concerto “vietato ai minori” ma, come spiega sorridendo Bianconi, è una sorta di attitudine, un prendere le canzoni più adatte del proprio repertorio, lungo e variegato, per andare a creare arrangiamenti più oscuri, suadenti, languidi senza perdere il graffio sonoro.

Più che un vuoto mostrare tutto qui si gioca più a un “vedo/non vedo espressivo” che infatti risulta molto intimo (e molto sexy). D’altronde ai Baustelle i brani con riferimenti espliciti non mancano e anche la poetica risulta molto adatta al concept generale. Un erotismo mai ostentato ma sempre presente, in diversi dettagli negli arrangiamenti o nei sussurri profondissimi della voce. Il saltare da riferimenti altissimi a frammenti se vogliamo anche squallidi, ma spesso erotici, di vita quotidiana dei loro versi poi, rende tutto molto coerente.

Unplugged in Cesena

A metà concerto, con il pubblico entusiasta che canta anche i brani dei primissimi anni, entrano in scena quattro sedute con degli specchi enormi alle spalle (intimi, sexy); rimangono Francesco, Rachele e Claudio (insieme al chitarrista Lorenzo Fornabaio) che eseguono in modalità “unplugged” alcuni dei brani più noti. Brani come “La guerra è finita”, “Un romantico a Milano” e “Contro il mondo” però ammetto che avrei preferito sentirli con tutta la band più che in versione falò.

Il pubblico, comprese le due ragazze che condividono il palchetto con me e la mia camicia a pois, è un pubblico che vive con le canzoni dei Baustelle. Si vede che in teatro ci sono persone cresciute con i loro personaggi, persone che hanno visto tanti passaggi delle loro vite coincidere emotivamente con le canzoni che stanno ascoltando. E questo credo sia il punto d’arrivo migliore per chi scrive canzoni. Un percorso, il loro, fatto da sempre di coerenza e di identità molto precisa, musicalmente, poeticamente ed esteticamente.

Finale

Il finale vede ancora tutta la band sul palco (con Julie Ant alla batteria, Milo Scaglioni al basso e Alberto Bazzoli alle tastiere) per alcuni brani storici, amatissimi dai fans, come “Canzone del riformatorio”, “Gomma” o la finale “Charlie fa surf” che tira letteralmente giù il teatro. La standing ovation è meritatissima e molto rumorosa.

I Baustelle anche a Cesena raccolgono quanto seminato (teatro sold out) e si mantengono nel loro status di band ormai consolidata del panorama italiano senza mai cadere in nessun tipo di autocelebrazione ma continuando a guardare avanti, a cambiare pelle senza cambiare identità, seguiti da un pubblico numeroso che li aspetta, li ascolta, li vive e continua a rinnovarsi. “Molte grazie” ripetono spesso al microfono. Molte grazie a voi. E se per caso avete bisogno di una camicia sbarazzina a pois, ecco, alzate il telefono.

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Andrea Amati

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