“GLORIA!”: tra musica e rivoluzione, un po’ di Liberté per tutte 

“GLORIA!”: tra musica e rivoluzione, un po’ di Liberté per tutte 
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Un esordio travolgente che remixa classico e contemporaneo, nel racconto pop di una giovane donna che, all’alba del XIX secolo, dà vita ad una musica rivoluzionaria. “GLORIA!” è un inno alla gioia e alla libertà.

È scritto tutto in maiuscolo e con il punto esclamativo il titolo dell’opera prima di Margherita Vicario, che trasmette subito voglia di cantare. Il film racconta di una rivoluzione musicale tutta al femminile: quella di Teresa, una giovane donna dal talento visionario che, insieme ad un gruppetto di straordinarie musiciste, scavalca i secoli inventando una musica ribelle e moderna, pop!

Margherita Vicario, attrice e cantante, passa ora dietro alla macchina da presa. E, sulla scia del nuovissimo EP Showtime, dal Festival di Berlino arriva direttamente GLORIA!. Nelle sale italiane da oggi 11 aprile. 

La storia, tra “Piccole donne” e “Sister Act”

La storia è ambientata all’alba del 1800, “da qualche parte vicino a Venezia” tra le mura dell’Istituto Sant’Ignazio, un collegio religioso per ragazze abbandonate e orfane guidato dal detestabile Maestro Perlina (Paolo Rossi), ecclesiastico e compositore. Tra le “piccole donne” che vivono in questo istituto c’è Teresa, una sguattera di così poche parole da sembrare muta. La quale, però, presenta un talento superiore a quello di tutte altre le studentesse di musica presenti nella scuola. La giovane ha, infatti, una creatività senza eguali, capace di trasformare ogni gesto in una melodia. 

L’arrivo di un pianoforte nelle cantine del collegio segna così l’inizio della rivoluzione: una diavoleria, in un tempo governato dai clavicembali! Teresa si troverà a dover condividere questo segreto con le sue compagne, inizialmente non proprio amichevoli. Nel frattempo, nell’istituto si scatena grande agitazione per l’imminente arrivo del Papa, invitato ad assistere ad un concerto che il maestro dovrà comporre.

Sfidando i dogmi dell’antico regime e la rabbiosa severità del Maestro Perlina – incapace di comporre musica per l’imminente concerto -, le ragazze inizieranno un viaggio musicale di sorellanza, tra solfeggi proibiti e musica pop. Teresa e le sue compagne si catapulteranno avanti nel tempo, attraverso le loro melodie ribelli e trasgressive che risuoneranno come un grido di libertà. 

La musica protagonista

Fin dai titoli di testa e dalle prime scene è evidente quale sia la protagonista assoluta del film: la musica. Questa è, infatti, presente in ogni cosa: nelle parole sussurrate, nelle mani che si sfiorano, nei rumori della cucina, nel gioco dei bambini… .
La musica prende forma dagli oggetti e dai movimenti della quotidianità, componendosi nella mente della protagonista, capace di creare melodie esplosive e travolgenti con cui cercherà di sfidare allegramente il suo tempo. 

Gloria! Sembra scritto come uno spartito musicale, con tanto di ritornello per poi giungere al Crescendo finale con un’esplosione sonora, che invoglia lo spettatore a ballare e a cantare. A mio parere, sono proprio i momenti di creazione musicale i più riusciti, quando le ragazze si riuniscono intorno al pianoforte senza riuscire a smettere di ridere e saltare (il vero ritornello del film).

Vicario trasmette qui tutta la sua passione per quest’arte: un’attrazione vitale e febbrile, qualcosa di incorporeo che rapisce l’anima e parla di libertà.
Contagiosa, sfrenata e liberatoria.
Come tutta la musica di Margherita Vicario, la cui voce risuona anche in alcuni momenti del film. 

Essa è anche metafora di uno scontro inesauribile tra tradizione e progresso – tra Ancien Regime e Rivoluzione (in questo caso) -, ma anche subordinazione ed emancipazione. Come tutte le artiste dimenticate dalla storia (a cui il film è dedicato), le protagoniste cercano di emanciparsi proprio attraverso la musica. E la loro musica, come qualsiasi rivoluzione, è così innovativa e rivolta al futuro da suonare anacronistica. Si tratta di una piccola rivoluzione femminista, che esprime un desiderio di emancipazione e autoaffermazione artistica e sociale. 

Una grande squadra per l’opera prima

Il film rappresenta un chiaro esempio di esordio, tanto nei suoi punti di forza, quanto in quelli meno riusciti: in esso è presente un desiderio palpabile di raccontare, di far emergere la propria idea registica, anteponendo – a volte – la forma alla sceneggiatura. La trama potrebbe, dunque, risultare leggermente affievolita mentre la musica prende il sopravvento, ma forse si tratta solo di un po’ di deformazione professionale. La passione e l’entusiasmo sono percepibili in ogni singola inquadratura.

La regista si sceglie un’ottima squadra con cui lavorare, scrivendo il film insieme ad Anita Rivaroli e curando la parte musicale con DADE, produttore anche degli ultimi album della Vicario. La fotografia pastello di Gianluca Palma sembra richiamare le correnti pittoriche del Naturalismo e del Realismo, creando con ogni scena dei piccoli quadretti.

Un’attenzione particolare va poi al montaggio del film di Christian Marsiglia, che riproduce il ritmo della musica fornendo al film un senso di giocosa libertà. Il cast è poi riuscitissimo e piacevolmente variegato: Paolo Rossi, Elio, Natalino Balasso, Vincenzo Crea e Anita Kravos, assieme alle energiche protagoniste, guidate da Galatea Bellugi (Teresa), Carlotta Gamba, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda e Veronica Lucchesi (La rappresentante di lista). 

Perché vederlo?

GLORIA! è un piccolo film che emana energia, passione e la voglia di evadere da una prigione fatta di regole ancestrali e patriarcali ormai da riscrivere. Un’ode gioiosa alle innumerevoli donne compositrici, cancellate dalla storia.

Fatevi un regalo: andate a vederlo.
Vi riempirà le orecchie e l’anima. 

a cura di
Matilde Borrini

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