Elezioni Turchia, test per il ‘sultano’ Erdogan. Un morto in scontri durante il voto

Elezioni Turchia, test per il ‘sultano’ Erdogan. Un morto in scontri durante il voto
Condividi su

(Adnkronos) – Urne aperte in Turchia, dove milioni di elettori sono chiamati a esprimere il loro voto per le elezioni amministrative. Si tratterà, secondo gli osservatori, innanzitutto di un test per valutare la popolarità del ‘sultano’ Recep Tayyip Erdogan dopo la vittoria alle presidenziali dello scorso anno. Non solo. Per il suo partito Giustizia e Sviluppo (Akp) le elezioni rappresentano una ghiotta opportunità di rivincita dopo la debacle delle amministrative di cinque anni fa, quando venne sconfitto in tutte le città chiave, a partire da Istanbul ed Ankara. Per l’opposizione, uscita a pezzi dalle presidenziali, è invece l’occasione per rialzare la testa.  
Gran parte del risultato finale dipenderà dall’esito delle consultazioni a Istanbul. Alle ultime elezioni locali, l’opposizione unita strappò la metropoli sul Bosforo dopo 25 anni di potere ininterrotto al controllo del partito di Erdogan, che proprio come sindaco di Istanbul iniziò nel 1994 la sua carriera politica. La perdita della capitale economica del Paese rappresentò un colpo durissimo per il ‘Sultano’, che oggi sogna una rivalsa.  Per farlo ha scelto di affidarsi a Murat Kurum, 47enne ex ministro dell’Urbanizzazione e dell’Ambiente, che sfiderà il sindaco in carica, Ekrem Imamoglu, un esponente del Partito Popolare Repubblicano (Chp) di centro-sinistra di cui si era parlato con insistenza come possibile sfidante di Erdogan alle presidenziali, prima che una serie di veti incrociati tra le forze di opposizione fecero ricadere la scelta su Kemal Kilicdaroglu. Al contrario della volta scorsa, tuttavia, Imamoglu corre senza il sostegno del Dem, il principale partito filo-curdo della Turchia, e dei nazionalisti dell’Iyi, che schierano propri candidati. Ma c’è un fattore che rischia di scompaginare i piani di Erdogan ovvero la presenze sulla scheda elettorale di un partito religioso-conservatore, il Partito Nuovo Welfare (Yrp), che cerca voti tra i delusi per la gestione economica del Paese e che promette di sottrarre preferenze ai candidati dell’Akp. I sondaggi indicano una corsa testa a testa tra Imamoglu e Kurum, che hanno entrambi promesso progetti infrastrutturali per rendere gli edifici antisismici ed alleviare il problema cronico del traffico della città. Sembra segnata invece la corsa ad Ankara, con la vittoria dell’opposizione e la conferma del sindaco, Mansur Yavas. Non lasciando nulla al caso, Erdogan ha organizzato comizi in tutto il Paese per tirare la volata ai candidati dell’Akp. Gli analisti sostengono che l’eventuale riconquista di Istanbul e un nuovo successo elettorale su scala nazionale rafforzerebbe la determinazione di Erdogan a introdurre modifiche alla Costituzione che potrebbero consentirgli di governare oltre il 2028, quando terminerà il suo attuale mandato.  L’attuale Costituzione, infatti, fissa un limite di due mandati alla presidenza. Erdogan, 70 anni, si è candidato per un terzo mandato l’anno scorso, sfruttando un cavillo perché il Paese è passato al sistema presidenziale nel 2018 e il suo primo mandato si era svolto con un altro sistema di governo. Attualmente il presidente ed i suoi alleati non hanno seggi sufficienti in Parlamento per varare una nuova costituzione, ma un altro trionfo elettorale potrebbe spingere alcuni parlamentari a cambiare posizione. 
Per l’opposizione, invece, il voto di oggi sembra l’ultima spiaggia. Il cartello elettorale anti-Erdogan composto da sei partiti e guidato dal Chp messo in piedi per le presidenziali si è disintegrato dopo la cocente sconfitta elettorale dello scorso anno, arrivata proprio quando il ‘sultano’ sembrava sul punto di cedere il passo, stretto tra la crisi economica e le polemiche per la gestione del terremoto.  La capacità del Chp di mantenere il controllo delle principali città aiuterebbe a rivitalizzare il partito e gli consentirebbe di presentarsi di nuovo come alternativa all’Akp. Perdere Ankara e Istanbul, al contrario, metterebbe fine alle aspirazioni presidenziali di Yavas e Imamoglu. Il Chp ha optato per un cambio di leadership subito dopo la sconfitta elettorale, ma resta da vedere se il nuovo presidente del partito, il farmacista Ozgur Ozel, riuscirà a mobilitare i suoi sostenitori. 
Come nelle elezioni precedenti, Erdogan – che ha aumentato il salario minimo per dare un po’ di sollievo al potere d’acquisto delle famiglie fiaccato dall’inflazione – ha sfruttato i vantaggi derivanti dalla carica per la campagna. Secondo l’opposizione, l’emittente statale Trt ha dedicato 32 ore di trasmissione al partito al governo nei primi 40 giorni di campagna elettorale, rispetto ai 25 minuti dedicati agli sfidanti. Una persona è morta e undici sono rimaste ferite in scontri con pistole, bastoni e pietre durante le operazioni di voto nel distretto rurale di Agaclidere a Diyarbakir, nel sudest della Turchia oggi alle urne. Lo riportano i media locali.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Condividi su

Staff

La redazione di The Soundcheck: un branco di giornalisti, redattori, fotografi, videomaker e tanti altri collaboratori agguerriti provenienti da tutto lo Stivale pronti a regalarvi una vasta gamma di contenuti. Dalla semplice informazione artistico-culturale, fino ad approfondimenti unici e originali nel campo della musica, dell'arte, della letteratura e della cultura a 360 gradi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *