Marzo, sento già odore di primavera, la stagione che sopporto meno. Ma, ringraziando tutte le divinità, sono usciti dei singoli che mi hanno ben disposto.
Scelti direttamente dal form settimanale che trovate ogni giovedì sul nostro canale Telegram, ecco i singoli che rappresentano al meglio la varietà completamente randomica del mio stato d’animo. E grazie, perché in tutto questo ho capito che c’è anche chi come me vorrebbe vivere in un eterno autunno.
Marco Disabato – ONG
ONG, contrariamente a quanto può sembrare, è una canzone che parla di umani sentimenti, di relazioni e di contrasti. E’ caratterizzata da sonorità pop-rock ed acustiche e rappresenta solamente il primo step di un progetto artistico più ampio. E devo dire che Marco quando dice “scambiamoci i demoni, correndo in salita” ha lusingato la mia anima Emo.
Luca Fol – Diktat
“A volte mi sento innocente, subisco la gente” dice l’eclettico Luca Fol. Un testo come questo, carico di significati, un po’ come tutti i testi di Luca, questa volta è accompagnato da una melodia più veloce del solito, carica, che ti fa venire voglia di ballare. Se non fosse che a livello melodico è un asso, gli basterebbero anche solo le sue capacità autorali per essere tra i migliori.
Sumelga – Come un’Ombra
Rock classico, quello vero, accompagnato da una voce drammatica, nel senso più profondo del termine. Struggente. Ci racconta la sensazione di chiusura e di claustrofobia da cui si vuole fuggire. il pianoforte aggiunge quella forza unica che però, alla fine, ti fa avere il coraggio di scappare.
Fantasmi – Città Invisibili EP
Nuovo EP della misteriosa band romana Fantasmi, sospeso tra cantautorato italiano e ballate rock dal sapore vintage unite a sperimentazioni acustiche: “Immaginate di stare a cena con Sergio Leone, Julian Casablancas, Mina e Jim Jarmush. A fare da colonna sonora ci siamo noi, i Fantasmi, band di Roma cresciuta al Circolo degli Artisti. Un sound che va dalla new wave al beat anni ‘60, tra echi morriconiani e vampiri che si innamorano”.
Marea – Marmo
Ed eccoci qua, “Non so scrivere poesie, pensare al futuro mi riesce male“. Quando vi dicevo quel po’ di autunno che mi scalda il cuore, eccolo qua. Ma non è pessimismo, è una buona dose di realtà, calata nel momento storico in cui viviamo. Con una melodia, malinconica ma potente, che strizza l’occhio alla precedente uscita con la riconoscibilissima chitarra. Marzo è iniziato bene.
Comete – Più
Il caro Eugenio ha scritto un pezzone e vorrei soffermarmi sul testo: “Se tu mi ami è tutta una cazzata, se noi ci amiamo il resto non conta”. E’ un pezzo che racconta un problema molto comune (non mio) dell’overthinking, potremmo sintetizzare. Una storia d’amore che si perde tra pensieri in cui la mente si arrovella di continuo perdendo di vista la cosa veramente importante: essere in due e impegnarsi in due è il vero amore.
Veronica Rudian – Confusion
Ho un debole per gli strumentali dove il pianoforte si impone prepotente e tocca corde profonde del nostro animo. E’ il caso di questo pezzo, che arriva subito al cuore con forza e urgenza. Bello, lo sto riascoltando in loop
Selenio – Falsi Frutti
Una ballad, un amore disperso nell’universo. La figura di una donna che non è reale per quanto angelica, ma alla fine, forse, più reale di altre, ma che non si sa dove sia. Forse è nel nostro universo, o forse in uno parallelo. La voce ricorda qualcosa di lontano, malinconico ma anche affettuoso. Il pezzo si conclude con “Ti sei chiusa dentro a un’immagine” che rappresenta una ricerca ancora in divenire. Un qualcosa che mi ricorda i miei amati The Giornalisti, se posso dire.
Chaze feat. CELESTIALE – Pessima Idea
Se mi metti un beat come questo, che si ferma, riparte, cambia ritmo, sale, scende, io sono capace di passare sopra a tantissime cose. No, non sto parlando dell’autotune che ormai ho digerito (dopo anni). Mi riferisco alla parte testuale inglese di cui non sentivo il bisogno: “Cosa te ne fai di me, se bruci i miei goodbye“. Ma è solo un gusto personale irrilevante, tant’è che alla fine ho ascoltato almeno 6 volte il pezzo.
Five Sides – V EP
Apprezzo gli EP come questo perché dimostrano un percorso, una maturazione e una consapevolezza che il mondo è in mutamento ed evoluzione. Perché non far sì che questo si veda anche nel proprio lavoro? I Five Sides ci raccontano un inizio, paradossalmente, attraverso una conclusione. La conclusione di una strada percorsa per iniziarne un’altra.
Maestro Pellegrini – Chi sono io
IN-CAN-TA-TA da questo pezzo che trasmette tante sensazioni insieme. “Chi sono io che ho messo 4 parole in fila per parlarti di te“. Poesia mista a senso di inquietudine in uno sguardo intimo nella vita di una persona che si interroga sulle proprie relazioni personali ed emotive. Favoloso il cantato che segue un’idea e un tempo tutto suo.
La Marti – Anime Fragili EP
Beh, signori miei, ecco che arriva il folk (con una buona dose di pop). Lo vedete che i miei gusti musicali sono originali? La Marti, con dolcezza e delicatezza racconta l’amore dando vita immagini reali che si alternano all’evanescenza. In questo EP si trova tanto amore per la natura e le sensazioni che da essa derivano. Arioso e pulito.
a cura di
Sara Alice Ceccarelli
Seguici anche su Instagram!