“Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett” (Dance First): un ritratto inedito dell’uomo

“Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett” (Dance First): un ritratto inedito dell’uomo
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“Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett” (Dance First) ha chiuso la selezione ufficiale del 71esimo Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián il 30 settembre 2023. Uscito nelle sale del Regno Unito il 3 novembre 2023, è distribuito da Sky Cinema in associazione con StudioCanal.
In attesa che arrivi nelle sale italiane l’1 febbraio, si è svolta l’anteprima stampa al Cinema Anteo di Milano lo scorso 23 gennaio.

Il film è diretto dal regista inglese James Marsh, vincitore del Premio Oscar nel 2009 per il “miglior documentarioMan on Wire – Un uomo tra le Torri, sull’impresa del funambolo Philippe Petit, che nel 1974 camminò in equilibrio su un cavo teso fra le Torri Gemelle di New York.
Interprete di Beckett è Gabriel Byrne, volto noto al pubblico – fra gli altri ruoli – per essere stato il protagonista della serie tv In Treatment, che gli ha valso numerosi premi, incluso un Golden Globe.

Raccontare Samuel Beckett

Samuel Beckett è considerato uno degli scrittori più influenti del XX secolo, ed è uno dei principali rappresentanti del genere denominato “Teatro dell’assurdo“. Quest’ultimo ha come maggiori caratteristiche il deliberato abbandono di un costrutto drammaturgico razionale ed il rifiuto di un linguaggio logico-consequenziale.
Dialoghi volutamente senza senso, ripetitivi e serrati, capaci di ammantare d’ironia il dramma dei protagonisti, sono l’emblema di questo genere.

Pienamente all’interno di questa dimensione si colloca Aspettando Godot, un’opera teatrale del 1952 costruita intorno alla condizione dell’attesa che è senza dubbio uno dei suoi maggiori capolavori ed è stata ripetutamente messa in scena, anche con trasposizioni cinematografiche.

Fra i film italiani si può ricordare Il giorno dell’Assunta del 1977, diretto da Nino Russo e fortemente ispirato all’opera di Beckett.
Inoltre, nel film del 2023 Grazie ragazzi di Riccardo Milani è messo in scena proprio questo dramma, a rappresentazione della condizione d’isolamento ed oppressione vissuta dai protagonisti, detenuti nella casa circondariale di Velletri.

La storia del film

Per il suo lavoro di drammaturgo, scrittore, poeta, traduttore e sceneggiatore, Samuel Beckett vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1969.

Il film parte proprio dal Premio Nobel, definito come una “catastrofe” in quanto decisivo punto di svolta per il solitamente riservato Beckett, ricoperto all’improvviso dalla fama. Si ripercorrono poi a ritroso le tappe fondamentali della sua vita.

Affrontato come un dialogo impossibile fra Beckett ed il suo doppio (incarnazione viva di un classico monologo interiore), il film rappresenta un viaggio nella vergogna, che porta l’autore ad affrontare i propri demoni e i dolori del passato.

Iniziando dal rapporto conflittuale con la madre, si passa all’amicizia vissuta a Parigi con James Joyce (interpretato da Aidan Gillen), noto esponente della corrente del modernismo, che segna una decisiva rottura con i tradizionali metodi di scrittura.
Joyce sarà inizialmente per Beckett un maestro, ed al rapporto con lui si devono gran parte delle sue prime opere, fortemente influenzate dal suo esempio.

Prima danza, poi pensa – Alla ricerca di Beckett racconta poi il rapporto con Suzanne Dumesnil (Sandrine Bonnaire), che diverrà in seguito la moglie dello scrittore. Ma anche della sua lotta fra le fila della Resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale, della relazione con la traduttrice Barbara Bray (Maxine Peake), fino alla morte, avvenuta nel 1989.

Riflessioni oltre la trama

A dominare la narrazione è una regia frontale ai personaggi che, con la sua eleganza, fa accedere lo spettatore all’animo dei protagonisti.

Il film è suddiviso in capitoli, che raccontano la vita di Beckett attraverso i suoi fallimenti personali e le sue difficoltà a relazionarsi con amici e familiari, costantemente perso nel suo lavoro e nelle sue opere.

Ne risulta il ritratto inedito e profondamente umano di uno scrittore principalmente noto per i suoi romanzi e per ciò che ha dato alla Storia del Teatro, piuttosto che per il suo vissuto.
Oltre il profilo di letterato, emerge un individuo complesso, solitario ed in perenne lotta con se stesso e con le ombre del passato. Mai veramente libero, Beckett presenta come guida il ricordo del padre – morto quando era ancora ragazzo -, con il quale amava far volare nel cielo gli aquiloni.

La pellicola è di grande impatto emotivo: la profondità psicologica raggiunta si deve in gran parte alla scrittura di Neil Forsyth, autore e giornalista scozzese, creatore di diverse serie televisive e vincitore di vari premi. Il titolo deriva da una risposta data dallo stesso Beckett ad uno studente sulla vita.

Discutendo sulla sua interpretazione, Byrne ha affermato che con questo film non abbia cercato di realizzare un’imitazione del drammaturgo, ma di fornire piuttosto un’idea di chi fosse. Obiettivo principale era che le persone credessero a quell’uomo, e ciò è stato senza dubbio raggiunto.

Questo particolare biopic è quindi consigliato a chi già conosce Beckett, per approfondirne la figura in modo nuovo e diverso. Per chi è estraneo all’opera dell’autore, si rivela invece un buon punto di partenza, per riscoprire una delle personalità più influenti nella Cultura del secolo scorso.

Dance First / Official Trailer

a cura di
Matteo Sisti

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Matteo Sisti

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