Warner Music presenta “Tunnel”, il regno di Simba (La Rue)
L’irriverente schiettezza di Simba La Rue mentre ci racconta il suo Tunnel personale
Esiste un preciso momento mentre stai attraversando un Tunnel dove sei equidistante dalla sua entrata e dalla sua uscita; immaginiamo ora di volerci fermare letteralmente in quel punto, esattamente lì: avvertiamo una sensazione di claustrofobica impazienza di avvicinarci all’uscita, abbiamo l’impressione di star esagerando la solitudine di provare paura e ricorriamo alla sicurezza data dai nostri rassicuranti schemi mentali in loop.
Immaginiamo ora che il tunnel di cui sto parlando sia l`ingegnosa costruzione della mente di Simba La Rue, giovane artista che consacra ufficialmente il suo ingresso nella scena hip hop italiana con l’album Tunnel uscito il 5 gennaio 2024.
Arrivato a questo punto del suo tunnel personale decide di liberare il suo vissuto, raccontandolo a noi in 16 tracce come si racconterebbe a un confidente, esponendosi con verità, non apportando mai giustificazioni alle sue esperienze e mai ergendosi ad esempio.
Non è altro che un racconto spontaneo e viscerale
I magnifici producers ci aiutano a immergerci nella sua mente grazie ai beat che simulano il ritmo del cuore cangiante nella sua linearità a seconda dei soggettivi punti chiave che Simba tratta quali il denaro, la sua esperienza di vita e i lividi che ha collezionato lungo la strada.
“Mamma perché piangi valgon miliardi tutti quanti i tuoi pianti“
Amore di Mamma
Il denaro è la chiave per emergere in modo rispettabile nella società, è lo strumento attraverso il quale concedersi e regalare a chi ami una vita serena e ottenerlo giustifica i mezzi
“Tu sai come ci si sente a perdere tutto” (Hood) e non crescere “coi soldi di papà” dona una consapevolezza tale da permetterti di rischiare “per il pane tutta settimana” (Amore di mamma).
Il grido di tormento che si trova in prima linea in molte delle tracce, quello che racchiude il suo vissuto, dalle risse ai guai con la giustizia e alle esperienze personali, trova asilo nell’esperienza dei suoi fratelli, i big della scena, Gue, Sfera, Paky, Tedua, Baby Gang, Ghali, Boy Mass che sul ritmo della stessa difficoltà empatizzano raccontando la loro storia e visione della vita.
Lo trovano e lo accolgono in quel punto esatto del Tunnel: ce l’ha fatta.
Apprezziamo la fragilità di un artista che decide di aprirsi a chi vuole ascoltare. E capire.
E quella leggera claustrofobia dell’ inizio può dissolversi perché, dal tunnel “c’è sempre una via di fuga“ (Hood)
a cura di
Michela Besacchi
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