“Romanzo senza umani”, ma pieno di umanità

“Romanzo senza umani”, ma pieno di umanità
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Romanzo senza umani è l’ultima opera a firma di Paolo di Paolo, edita da Feltrinelli, da settembre a disposizione di tutti i lettori.

L’autore, già noto per Dove eravate tutti, Mandami tanta vita, Una storia quasi solo d’amore (tutti lavori premiati da noti concorsi letterari) prova, ancora, una volta a sorprendere i suoi lettori.

La trama

Mauro Barbi è uno storico e professore, un uomo attento e preciso e, come ben si addice a uno come lui, incastra tutta la sua vita in caselle precise e ordinate.

In seguito ad un incontro fortuito con un suo ex alunno che non lo riconosce affatto, il professore inizierà ad essere ossessionato da una domanda: “Che cosa ricordano, gli altri, di noi?”.

Come un’epifania, infatti, Mauro comprenderà che, per quanto si possa incasellare la propria vita, non si può essere padrone dei pensieri altrui.

E allora, chissà cosa ricordano di noi i vecchi amici, i conoscenti, o chissà che impressione abbiamo dato anche in incontri di pochi minuti. Chissà se le emozioni e i sentimenti provati sono stati gli stessi anche per chi era in nostra compagnia.

Il protagonista allora inizierà a voler raggiungere tutte le persone che, man mano, con il passare degli anni, sono fuoriusciti dalla sua vita. Senza troppi drammi, senza grandi eventi, quasi come dissolti silenziosamente nell’aria.

Lui stesso, nelle prime pagine, fa un elenco delle persone che ritroveremo, chi più chi meno, nel romanzo. Come se il viaggio avesse lo scopo di ripercorrere le tappe della vita e le persone che le hanno inframmezzate; per assicurarsi che siano ancora li e che, soprattutto, ricordino ancora Mauro Barbi.

Risponderà a mail vecchie di 15 anni, incontrerà persone che non vede da moltissimo tempo, cercherà di “aggiustare” i ricordi degli altri. Proverà a spiegare la sua visione dei tempi passati, dare le sue giustificazioni per gli errori, tentando così di sistemare le memorie dei suoi vecchi conoscenti per riportarle alla “verità storica”, la sua.

L’opera

Paolo di Paolo usa un linguaggio sicuramente più ricercato per esprimere, però, pensieri e sensazioni che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo scoperti a pensare.

Le sue frasi colpiscono proprio per questo, perché espongono elegantemente e in maniera molto appropriata le paure che ha ogni persona, passati i trent’anni, che si riscopre a pensare ai suoi vecchi amici e a domandarsi che fine abbiano fatto, e soprattutto perché.

“Forse dovrei sentire qualcuno, mettermi a telefonare come un pazzo. Scusa come va, grazie, volevo solo sentirti, com’è che ci siamo persi?”

Anche la voglia di intervenire nei ricordi altrui e di aggiustarli, di convincere tutti a guardare attraverso i nostri occhi, non è un desiderio comune?

Sicuramente è un romanzo intimo, non ha una trama articolata o piena di eventi. Ma anche solo le rimembranze del passato o gli incontri rinnovati nel presente fanno si che il lettore si leghi sempre più a Mauro, riconoscendosi in lui o anche solo giustificandolo.

Al termine delle pagine sembra di aver perso un amico sincero, seppur pieno di “pare”.

Una metafora romantica

Molto bello è l’escamotage narrativo che Paolo di Paolo utilizza ad ogni apertura di capitolo. Infatti, ognuno di questi si apre, non sulla storia contemporanea che stiamo scoprendo con Mauro, bensì su un lago vasto e ghiacciato di più di cinquecento anni fa.

Questa visione gelida si incastra nel bel mezzo del romanzo ad intervalli costanti narrandoci, all’apparenza, tutt’altro.

Un mondo gelido, pieno di insidie, rumori di ghiaccio che si spacca e il silenzio intorno.

Dopo un paio di pagine di immensa freddezza, si torna alla storia del protagonista, che parte in viaggio presso lo stesso lago gelido, ben 500 anni dopo.

Ma quelle pagine non sono solo un reminder all’oggetto degli studi dello storico, bensì una vera e propria metafora della sua vita, diventata gelida tutta a un tratto, e di come per ogni luogo in cui le cose ghiacciano, esistono luoghi del disgelo.

a cura di
Rossana Dori

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