“Aurora”, la colonna sonora di successo a firma Daisy Jones & the Six

“Aurora”, la colonna sonora di successo a firma Daisy Jones & the Six
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Abbiamo già scritto su questa pagine della serieDaisy Jones & the Six” disponibile su Amazon Prime. Dietro la finzione c’è il disco “Aurora”. Pubblicato dalla Atlantic Records è composto da brani originali e sta conquistando le classifiche e il cuore di molti nuovi fan. Dall’uscita dell’album all’inizio di marzo, le sue canzoni sono state trasmesse in streaming più di 30 milioni di volte.

La serieDaisy Jones & the Six” è tratta dall’omonimo romanzo di Taylor Jenkins Reid. Narra dell’ascesa e della caduta di una rock’n’roll band durante il periodo d’oro della musica negli States. L’ispirazione del libro sono le vicende (più sentimentali che artistiche) che hanno accompagnato l’ascesa dei Fleetwood Mac nel periodo dal 1976 al 1978.

I riferimenti a “Rumours”

L’iconico album “Rumours” (uno dei dischi più venduti di tutti i tempi) è stato inciso proprio nel 1977 e realizzato in un momento di forti tensioni all’interno della band. Praticamente le coppie formate da Lindsey Buckingham-Stevie Nicks e John McVie-Christine Perfect si stavano separando. Droga e alcool hanno fatto poi il resto. Ma il vero dilemma è come abbiano fatto, malgrado tutto, a realizzare una delle opere pop-rock più belle mai pubblicate. Gli incastri vocali fra i componenti sfiorano la perfezione assoluta e l’impatto musicale risulta ai massimi livelli compositivi e di esecuzione.

Tormando alla serie l’ambientazione storica, gli abiti, le citazioni dei locali storici ripercorrono gli anni ’70. Erano anni in cui le rock band negli States godevano di attenzione da parte dell’industria discografica. Le band e i cantanti,quindi, avevano campo libero per soddisfare i propri sogni. Dare sfogo ai loro vizi più reconditi (il famoso trittico sex, drugs & rock’n’roll). Anni in cui la libertà d’espressione, attraverso la forza liberatoria del rock, diventava concreta.

Attori e cantanti veri

Ma la serie si differenzia dalle altre perché gli attori principali sono gli stessi che cantano nel disco originale. Dietro la produzione musicale c’è stato un lodevole lavoro di preparazione a monte. È stata proprio Reese Whiterspoon, una delle produttrici della serie, a proporre una sorta di School of Rock. Lo scopo è stato educare i protagonisti a diventare una vera e propria rock’n’roll band.

Ricordiamo che Reese ha preso parte al film “Quando l’amore brucia l’anima”. Il biopic su Johnny Cash dove interpetava la parte della moglie June Carter Cash. Il celebre produttore T-Bone Burnett curò la preparazione di Phoenix e di Whiterspoon perché cantassero le canzoni originali di Johnny Cash. Quindi perché non ripetere l’esperimento con “Daisy Jones & the Six”?

Insegnanti musicisti e vocal coach

Per l’occasione è stata chiamata una vera e propria crew di producer e musicisti per indrottinare i protagonisti della serie. In primis il produttore Blake Mills che ha curato, fra gli altri, i lavori di Fiona Apple, Alabama Shakes e John Legend. A proposito della serie ha dichiarato:

“Creare la libreria musicale per Daisy Jones & the Six è stata un’esperienza che non dimenticherò mai. Sono grato che, tra le altre cose, mi abbia offerto l’opportunità di collaborare con tanti miei colleghi e anche con alcuni dei miei eroi”.

Già, i colleghi. Alla scrittura delle canzoni di “Aurora”, oltre allo stesso Mills, sono stati chiamati artisti del calibro di Jackson Browne, Marcus Mumford, and Phoebe Bridgers. La registrazione del disco è stata effettuata negli storici Sound City Studios dove vengono girate alcune scene della band durante le registrazioni. In quegli studi sono passati Neil Young, i Fleetwood Mac, Tom Petty & the Heatrbreakers fino ai Red Hot Chili Peppers e i Nirvana.

Aurora, recensione, approfondimento daisy jones the six
Una vera band

Il protagonista Sam Claflin nella parte di Blly Dunne non sapeva cantare né tantomeno suonare uno strumento. Si è sottoposto, come gli altri, a un intenso periodo di formazione in un Band Camp. D’altra parte anche per Kiley Keough, che interpreta Daisy Jones, si pensava avesse la predisposizione verso la musica. Figlia di Lisa Marie Presley e niente meno che nipote di Elvis Presley. Ha dovuto “tirare fuori gli attributi” per dare vitalità e cazzimma alla protagonista.

Illustri coach come Kim Gordon dei Sonic Youth e il producer Will Graham hanno insegnato ai ragazzi come muoversi sul palco. La produzione e la preparazione è durata un anno e mezzo. Paradossalmente la pandemia è servita ai protagonisti per affinare le loro abilità nell’arte di diventare rocker.

Degli altri interpreti l’unica ad essere una musicista è Suki Waterhouse che interpreta la tastierista Karen Sirko. Il lavoro svolto con la produzione l’ha aiutata professionalmente:

“Le due cose che mi appassionano di più, ho avuto modo di metterle insieme in questo progetto. … Pubblico musica da molti anni, ma interpretare Karen mi ha guidato a fare il disco che volevo davvero fare. Ora ho fatto circa 70 spettacoli e due tour e ho un’etichetta e tutte queste cose che non avevo prima di interpretare Karen, quindi ho molto per cui essere davvero grato allo spettacolo.”

Sebastian Chacon, che interpreta Warren Rhodes, suonava la batteria alle scuole medie e all’inizio del liceo. Ma il tipo di musica che ha imparato a lezione di band era molto diverso da quello che suonava in “Daisy Jones”:

“Tutti vogliono essere una rock star, ma ci vuole molto lavoro e impegno”

Anche Josh Whitehouse, che interpreta Eddie Roundtree, ha avuto esperienze musicali. Ha iniziato a suonare a 16 anni e ha continuato a esibirsi per 10 anni, “fino a quando la recitazione ha preso il sopravvento“.

Infine Will Harrison, che interpreta il chitarrista Graham Dunne. Lascerebbe le sessioni di prove dopo aver suonato la stessa parte di chitarra più e più volte e opterebbe per l’hip-hop a tutto volume. Tipico di una rock band. E ancora Keough ha dichiarato:

“Nelle ultime due settimane di band camp, ho pensato, ‘Ragazzi, non abbiamo più bisogno di farlo. Ad esempio, suoniamo alla grande’”.

Abbiamo iniziato a sentirci frustrati, credo“, ha detto Claflin. “Perché ci sentivamo noi stessi“, ha concluso Keough, in perfetto stile Daisy Jones.

Aurora:

  1. Aurora
  2. Let Me Down Easy
  3. Kill You to Try
  4. Two Against Three
  5. Look at Us Now (Honeycomb)
  6. Regret Me
  7. You Were Gone
  8. More Fun to Miss
  9. Please
  10. The River
  11. No Words 

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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