N.A.I.P. “Dovrei dire la mia”: nuovo EP e tour

N.A.I.P. “Dovrei dire la mia”: nuovo EP e tour
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Intervista a N.A.I.P., Nessun Artista In Particolare. Il nuovo lavoro, il tour imminente, ma anche le nuove tecnologie. Una chiacchierata a tutto tondo

Oggi intervistiamo Michelangelo Mercuri, in arte N.A.I.P. “Nessun Artista in Particolare”, con la piccantezza calabra nel sangue, ma dal sapore di ragù di un bolognese acquisito, che lo scorso 10 marzo ha pubblicato il suo nuovo EP “Dovrei dire la mia” prodotto da INRI.

Quattro tracce apparentemente individuali una dall’altra, ma che al contrario presentano un file rouge ben evidente: malinconia, senso di sconforto e dubbi su una realtà che non si sa più distinguere fra il bene, il male, e chi crede e chi non crede.

Premessa: l’intervista è avvenuta in un caldo pomeriggio primaverile, senza caffeine in corpo e con un’unica regola, “non ci sono regole in quest’intervista, puoi dire qualsiasi cosa e se non ha senso meglio”. “Te ne pentirai amaramente…” – N.A.I.P.

Prima di tutto volevo complimentarmi con te per avermi regalato un mezzo infarto di prima mattina, forse con ancora i neuroni spenti, con i tuoi screenshot delle conversazioni su WhatsApp pubblicate sul tuo Instagram con le finte chat fra te Rosalia, John Lennon e tua mamma. Sembra una barzelletta. Mi hai presa nel sacco per ben 20 minuti.

Ti stupirò dicendo che non sei l’unica ad averlo pensato. Addirittura, un giornalista mi ha chiamato chiedendomi informazioni. È stato divertente eheheh. Alla fine, questa app che ti permette di fare botta e risposta finta è divertente, sembra davvero che tu stia parlando con altre persone. Tu con chi vorresti aver parlato?

Beh io con Freddie Mercury, chiedendogli se mi prendeva a ballare nei suoi videoclip.

Tra l’altro i Queen sono i primi ad avere introdotto questa nuova forma di linguaggio per veicolare la musica, che erano appunto i videoclip. Ricordo ancora quell’intervista di Freddie… eppure sembrano passati 150 anni, e invece…

La tua carriera inizia con un’esperienza in una band, e poi è diventata da solista qualche anno dopo. Il tuo primo esordio al pubblico invece è avvenuto con la tua partecipazione a X Factor 2020, edizione particolarissima vista la pandemia e il non-pubblico in sala. Quanto e come ti è servita questa esperienza per la tua carriera?

Beh, più che per la mia carriera mi è servita per la vita. Nel senso che da quel momento lì in poi ho smesso di fare tante altre attività extra che non erano dedicate al 100% al mondo della musica. Attività che invece adesso, col tempo, mi sono potuto permettere di fare. Però, con cognizione di causa dopo 3 anni posso anche dirti che fare attività diverse mi permetteva di essere più creativo, di vagare un po’ di più con la mente rispetto ad ora. Alla fine lavorare sempre su un solo piano non so, mi sembra mi appiattisca un po’, ma forse è solo una mia percezione.

Al di là di questo, l’esperienza ad X Factor mi ha dato tanto, anche e soprattutto la possibilità di arrivare ad un pubblico un po’ più grande. Non volevo un grande pubblico, ma un pubblico abbastanza grande da potermi permettere quello che faccio oggi. La parte più complessa che mi ha anche fatto crescere molto è la fase di “up and down” psicologico che ti dà la fama pre e post programma TV, che solo un entourage di familiari e amici veri riesce a non farti cadere nel vortice.

Beh, tu eri già un artista con un’identità molto concreta, reale. Le persone che non ti conoscevano già prima di X Factor ti hanno amato da subito, sin dalla prima audition con l’inedito “Attenti al Loop!”. Se ci pensi, molti artisti e artiste che arrivano al programma sono molto giovani, e con un’immatura identità artistica (comprensibile che sia così ndr…)

No, infatti, se fossi entrato ad X Factor a quell’età forse adesso farei tutt’altra cosa… Non so, forse ne sarei rimasto traumatizzato dal flusso emotivo e temporale che provi nel partecipare al programma. Forse ci vuole un po’ coraggio, forse è anche l’incoscienza dalla gioventù? Sì, sicuramente se entri nel programma in giovane età un po’ di incoscienza c’è, probabilmente è anche quella che ti permette a volte di avere una buona dose di coraggio e di uscire dal loop della fama da fine programma senza subire troppo il colpo. Chi di loro ci riesce, alla fine ha grande successo.

C’è qualche giudice di X Factor che ti ha seguito, o col quale sei rimasto in contatto post edizione 2020?

Mah, qualche giudice che mi abbia “spinto” o aiutato nella mia carriera a posteriori no, ma sono rimasto in buonissimi rapporti con tutti i giudici. Paradossalmente meno con Mika perché sai, è un artista molto internazionale, è assolutamente comprensibile. Con Manuel ci vediamo ogni tanto di persona, Emma anche, è sempre così carina! Anche Manuelito, mi chiama spesso. In realtà sono in contatto ancora con tante persone del programma in particolare con i macchinisti, e personale dietro le quinte: alla fine eravamo una grande famiglia!

Quando esci dal programma è strano. Non sei pronto alla fama, ad essere fermato alla metro di Milano per fare i selfie con i fan… Non ero uscito per un po’ di tempo dopo quell’evento. Ora mi sono più abituato.

FOTO N.A.I.P. credits Facebook official page
Tu sei un artista a 360 gradi. Canti, componi, suoni batteria elettronica, synth, chitarra e loop station (anche i campanelli visto che hai fatto il rider ehehe, ndr). La tua musica potrebbe quasi definirsi IROELETTRONICA, O IROTRONICA: cioè fai passare la tua ironia e sarcasmo attraverso le onde e vibrazioni dell’elettronica creandoci un ritmo. Ti abbiamo visto anche in versione romantica e profonda come con le cover Amandoti. Se dovessi definirti, come ti piacerebbe che ti identificassero?

Non lo so. Fare “X Factor” è stata una sorta di psicanalisi: c’è una versione di Michi, persona con la quale stai parlando in questo momento, e poi c’è l’animaletto che sale sul palco che è N.A.I.P. Io sono un casino forse. Ho tante idee, cambio identità, è strano. Beh, in realtà la letteratura ci insegna che così strano non lo sia, guarda solo “lo strano caso del Dr. Jackie e Mr Hyde” (ndr). No ma infatti! Sono molto felice di passare le mie giornate impazzendo, e in particolare ora a scrivere la trama dei miei spettacoli di questa primavera…

“Dovrei dire la mia” nuovo singolo pieno di richiami di temi della vita di ogni giorno: relazioni sentimentali, lavoro, politica, sono temi ricorrenti nei tuoi brani. Viviamo in una società in cui tutti e tutte dicono la propria, e a volte senza che ne sappiano molto sul tema, o altre volte persone ignave che non si esprimono, non hanno una opinione in merito. Tu da che parte stai?

Io in realtà sono molto fan del silenzio, ma riconosco l’importanza di prendere un’opinione prendendo una posizione. Quindi molte volte mi trovo diviso fra queste due realtà di me stesso, cercando comunque di conviverci bene. Ci vuole lucidità per fare questa scelta. Nell’ultimo periodo sto cercando di disintossicarmi un po’ dal mondo social e media, per cercare di vivere di più la realtà. Ogni tanto servirebbe a tutti fare un mese di distacco, per poter tornare poi più consapevoli.

official videoclip “Dovrei dire la mia” N.A.I.P.
Quindi, il messaggio del tuo brano “Dovrei dire la mia” qual è?

Sono molto affezionato in particolare alla seconda strofa di “Dovrei dire la mia” interpretato dalla voce pazzesca di Galea, artista e persona incredibile: “Se non hai niente da dire, shhh!”. Quello shh è il riassunto di tutto. Ho cercato di raccontare qualcosa che non ha un racconto, ho creato una canzone che non è una canzone. Poi ognuno ne coglie ciò che vuole da questo brano, sia lato di “hi rimane ignavo senza prendere decisione e sia per chi si sente “leone da tastiera” ed esprime opinioni anche non richieste. Sta alla persona interpretarlo al suo ascolto.

La genialità della tua arte sta nell’associare i tuoi pezzi con suoni cacofonici che riprendono il tema: esempio le grida che si perdono nel fruscio di un vento. Con la tua voce ci porti sul mare. Quanta ricerca applichi a queste associazioni nei tuoi brani?

Più che essere geni, è bello avere il colpo di genio, come mi diceva una mia amica. L’idea è come viene se fosse un animaletto che viene catturato e poi messo in scena. Ad esempio, hai mai notato che se un giorno hai un’idea e poi non la implementi, prima o poi qualcuno dopo di te, lo farà e quindi te la ruba? Ecco, il genio è proprio la capacità di saper cogliere questi momenti senza attendere.

Ad esempio, nel secondo brano il suono dello “shh” è figo perché unisce sia il senso del rumore del vento, sia allineato con il messaggio che volevo dare di silenzio. Anche se in realtà è il mio subconscio che spiega tante cose, forse dovresti parlare con lui! La canzone pensata quasi un anno prima dalla sua pubblicazione è stata realizzata quasi in un pomeriggio, in modo naturale, e poi portato in studio. È stato catturato un momento un po’ delicato della mia vita che ho avuto la fortuna di registrare e portare in una canzone. Mi emoziono ancora.

FOTO N.A.I.P. credits Facebook official page

N.A.I.P. è così, un genio che nasce dal suo subconscio e poi viene portato sul palco con grande naturalezza e un non senso che trova una coerenza mai trovata prima. I grandi leader dicono “less is more”, e forse possiamo confermare anche noi che la semplicità porta al successo, all’arte. Tutto questo è N.A.I.P. (ndr)

La copertina di te in mezzo a degli asini. Posso avere un’idea del perché, ma vorrei la spiegassi tu.

Ho rischiato anche di prendere un calcio, eh! Mi avevano detto che era un po’ pericoloso, ma a me non interessava. Le foto le aveva fatte la mia ex fidanzata insieme alla stylist e tutti gli esperti, ma io sopportando poco tutte queste preparazioni, mi sono messo poi in mutande in mezzo a loro. Il messaggio che vorrei dare non è tanto un riferimento a Orwell con “La Fattoria Degli Animali” ma più una ricerca della naturalezza fatta da tante diversità asini, galli, conigli, ecc…

Ci si vede molto il senso che vuoi esprimere fra copertina con gli asini, e la tua denuncia nell’esprimere le idee – o di stare in silenzio (ndr).

Non vedo l’ora di vederti in queste prime date del tour! Ma quest’estate ti vedremo da qualche parte?

Ho molta voglia di questo tour dei club, perché rispecchiano molto la mia dimensione. Il luogo chiuso, tendenzialmente buio è un po’ il mio habitat, come il teatro. Riesco a gestire meglio le luci della regia, e l’ambiente. Mentre quest’estate poterò i miei brani in contesti diversi, deve avere meno complessità perché l’entourage non te lo permette, e quindi tradurrò questi brani per l’evento. In ottobre poi dovrò scrivere nuove cose, e non vedo l’ora arrivi l’autunno per creare cose nuove. Alla fine sono due anni che mi dedico ai tour, ho voglia di generare novità.

E noi non vediamo l’ora di ascoltarle! Ringraziamo moltissimo N.A.I.P. e la sua simpatia, e ci vediamo alle tue date primaverili!

Ecco sotto le date del tour di aprile di N.A.I.P.:

6 – Hiroshima Mon Amour – Torino
7- Santeria Toscana – Milano
13 – Monk Club – Roma
14 – The Cage Theater – Livorno
15 – Locomotiv Club – Bologna

a cura di
Francesca Bandieri

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