Retrocensioni: C’era una volta in America

Retrocensioni: C’era una volta in America
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C’era una volta in America è uno dei film più celebrati di Sergio Leone. Un capolavoro che contiene l’essenza di uno dei più grandi registi della storia del cinema. Una celebrazione della vita vista attraverso l’epopea del Sogno Americano.

“…e quando ce ne andremo tutti Nutless
sarà quando l’aria è più vicina al cielo
veglierò per sempre
per vedere il bagliore da vicino”

Dov’è che siam rimasti a terra Nutless – Vinicio Capossela

Un sogno che, secondo Sergio Leone, non si è avverato. Un’illusione, un sacrificio perso. E quel sogno passa attraverso la vita di un personaggio che è il fulcro centrale della storia. Si tratta di Noodles, gangster di terza fila nella New York del proibizionismo. Da principio un ragazzo dotato di grande intelligenza (noodles sta per cervello) che lascia la scuola per seguire il richiamo della strada. Suo sodale il compagno di classe tale Big “Maxie”Bercovicz, leader di una band di manigoldi della Lower East Side.

Pare che questa storia sia vera. C’era una volta in America è l’unico film di Sergio Leone tratto da un libro. Mano armata di Harry Grey è la traduzione italiana di The Hoods ( più o meno “I teppistelli”), prima edizione americana del 1952. Leone rimane folgorato dalla storia, nel romanzo vede la storia che cercava da circa un decennio.

In realtà Harry Grey si scopre sia uno pseudonimo. Il romanzo è una vera e propria autobiografia di un gangster e delle peripezie vissute durante gli anni del proibizionismo. Il nome del personaggio è proprio David Aaronson al secolo Noodles come i nomignoli che vengono affibbiati in tutte le gang. Sergio Leone ha incontrato personalmente il presunto autore del libro in un evento che è già cinema che diventa carne e ossa.

Quell’incontro, da cui nacque una grande amicizia, si approfondisce negli anni. Si scopre che quest’uomo aveva vissuto e partecipato alla scalata di ragazzi che volevano prendersi la loro fetta di Sogno Americano con tutti i mezzi possibili. Ebrei e italiani alleati in questa corsa all’oro che gestivano i rapporti con la polizia e i sindacati. Ma quando il gioco si fa duro Harry Grey si ritira. Paga il suo prezzo con presunti pestaggi e protegge la sua famiglia. Si ritira, “va a letto presto” proprio come il personaggio di Noodles. E racconta quell’epopea nel libro.

“C’era una volta in America è un’autobiografia a due livelli. Ci sono la mia vita personale e la mia vita di spettatore di film americani”

Sergio Leone

Sergio Leone coglie tutta l’essenza di quella storia. La fa sua, riesce a inserire ricordi, le amicizia nella Roma della guerra proprio con ragazzi ebrei. Le peripezie vissute da ragazzino, la complicità e le sfide vissute in una banda di suoi coetanei. Ma il vero protagonista del film diventa il tempo. Diventiamo spettatori di continui flashback: Noodles vecchio negli anni 60, Noodles coi ragazzi della banda negli anni 30 e ancora lui al principio della storia che cambierà la sua vita.

Dicevamo il tempo. Eppure in questi continui cambi che possono confondere si scoprono dei punti fermi: Il socio Max che diventa ora fraterno amico, ora traditore e infine politico corrotto. Deborah, l’amore della sua vita. In questo viaggio nel tempo i personaggi cambiano, si sfaldano, prendono strade dove si perdono. La purezza di Deborah (magnificamente interpretata da una esordiente Jennifer Connelly) passa attraverso la maturazione fino all’accettazione di un sistema. Il suo amico Max ( grandiosamente interpretato da James Woods) nel tempo si lascia affascinare dal potere e dall’ambizione fino al tradimento.

E soprattutto nel volto scavato di Robert De Niro, l’interprete di Noodles, che il film trova uno dei significati più profondi. Basterebbe la compostezza che assume nel dialogo finale con Max-senatore Bailey. Bob De Niro è la maschera perfetta di questa rappresentazione.

Vogliamo poi aggiungere le scene iconiche come quella dove viene ucciso il piccolo Dominic. Se vi dovesse capitare di andare prendete la metro da NY in direzione Dumbo attraversate il ponte di Brooklyn e recatevi  all’incrocio tra Washington St e Water St. La prigione di Noodles è sempre a Brooklyn, in Flushing Avenue, sede della nettezza urbana locale.

E poi ancora le musiche di Ennio Morricone. Parte fondamentale dei film di Sergio Leone, la continuazione ideale del suo cinema. Gli aggiunge fascino e sono ideati con la stessa tecnica di Leone, struggenti, intensi. Suoni che nel film stesso sono un riferimento, sottolinenano i momenti salienti esaltandone le immagini.

C’era una volta in America è un’opera unica nella storia del cinema, una rappresentazione umana forse mai realizzata in un tono così epico. E ancora un rifacimento di anni di storia americana che rimangono sospesi fra il sogno e la rappresentazione cruda della realtà.

Un film senza tempo che conserva una potenza visiva e una scenografia senza eguali. Vi invitiamo a immergervi in questo sogno, a lasciarvi guidare dal sorriso quasi beffardo di Noodles-De Niro disteso mentre fuma l’oppio e vi lascia nel dubbio: questa storia è realtà o solo una magnifica finzione. A voi l’ardua scelta.

a cura di
Beppe Ardito

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Beppe Ardito

Da sempre la musica è stata la mia "way of life". Cantata, suonata, scritta, elemento vitale per ridare lustro a una vita mediocre. Non solo. Anche il cinema accompagna la mia vita da quando, già da bambino, mi avventuravo nelle sale cinematografiche. Cerco di scrivere, con passione e trasporto, spinto dall'eternità illusione che un mondo di bellezza è possibile.

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