“Come petali nel vento”, l’elogio al risparmio
Sul finire di gennaio è arrivato nelle librerie italiane un romanzo giapponese con un titolo estremamente poetico, che ricorda l’arrivo della primavera: Come petali nel vento di Hika Harada.
A differenza delle vibes della copertina e da quelle che ispira il titolo, l’opera altro non è che una breve saga familiare: racconta la storia di 4 donne della famiglia Mikuriya e quella di Yasuo, un amico della nonna.
Quando ho acquistato questo libro non so di preciso cosa mi aspettassi, ma di sicuro non quello che mi sono trovata tra le mani: una sorta di elogio del risparmio.
Ricordi d’infanzia
La vicenda si apre con un ricordo di Miho, la minore delle sorelle Mikuriya. La notte di Capodanno le torna in mente quando la nonna, vent’anni prima, aveva consegnato alle nipoti 3000 yen dicendo “Il modo in cui spenderete i soldi può decidere la vostra vita“.
Una frase che delle bambine non possono capire fino in fondo. Fin dall’inizio vediamo la differenza di carattere tra Maho, la maggiore, e Miho, la minore. La prima investe la sua mancia in un portafoglio, per avere un luogo in cui conservare i risparmi, mentre la seconda esce con le amiche.
Passano gli anni, precisamente venti, e ci ritroviamo a seguire le vicende delle donne di questa famiglia.
Miho, le cui certezze lavorative vengono infrante dal licenziamento di una collega, decide di cambiare stile di vita e di iniziare a risparmiare, per comprare casa e adottare un cane. Maho, ormai madre, ha smesso di lavorare come broker dopo il matrimonio, ma grazie agli insegnamenti della nonna riesce a controllare le spese e mettere da parte il necessario per il futuro.
Tomoko, la loro madre, una donna di mezza età alle prese con la menopausa, si ritrova insoddisfatta della sua vita e dopo una malattia inizia a rivalutarne diversi aspetti. Infine abbiamo Kotoko, la nonna, che a 73 anni decide di cercarsi un nuovo lavoro per poter essere economicamente autonoma e vivere serenamente la vecchiaia.
La nonna insegna alle donne della famiglia che l’unico modo che hanno di essere indipendenti è quello di guadagnare e risparmiare. Il segreto di Kotoko è quello di tenere un quaderno per la contabilità domestica come le era stato insegnato dalla madre. Su questo blocco vengono annotate quotidianamente le entrate e le uscite.
Accanto alle nozioni finanziarie vediamo come queste donne, appartenenti a generazioni diverse, affrontano gli imprevisti della vita. Piccole cose con cui anche noi, quotidianamente, ci troviamo a fare i conti: cosa mettere in tavola, come affrontare la fine di un rapporto e l’inizio di uno nuovo e come reagire di fronte alla malattia. Un libro che tocca temi quotidiani e che ci sono ben noti.
L’elogio del risparmio
Il romanzo, scritto in modo leggero e scorrevole, non è stato in grado di appassionarmi. Il motivo principale è che vengono presentate le vite dei vari personaggi, ma non vengono approfondite e sembra che tutto rimanga in qualche modo sospeso. Le situazioni sono affrontate in modo superficiale e, a un certo punto, si risolvono come per magia.
Nella sezione dedicata a Tomoko capiamo che lei è insoddisfatta del suo matrimonio dal momento che il marito è una persona di poche parole e disinteressata alla famiglia. Nel capitolo successivo, quello conclusivo, li vediamo mano nella mano e scopriamo un uomo propositivo e chiacchierone. Ma quando è avvenuto questo cambiamento? Cosa è successo?
Un’altra pecca di Come petali nel vento è che a volte mi è sembrato di essere davanti a un piccolo trattato di economia domestica. L’autrice si è soffermata troppo nello spiegare polize, tecniche di risparmio e tassi d’interesse. In questi frangenti la mia attenzione tendeva a perdersi.
Ma i soldi fanno davvero la felicità?
L’indipendenza economica è sicuramente fondamentale ma qui le cose vengono forse portate all’estremo. Risparmiare, per garantirci un futuro e una stabilità, è giusto ma questa non deve diventare la nostra ossessione. Mi è sembrato che, a tratti, i protagonisti di questo romanzo fossero talmente fissati con il risparmio e i soldi da non godersi più le cose belle della vita. E questo valeva solo ed esclusivamente per le donne. L’unico capitolo narrato dal punto di vista maschile è quello dedicato a Yasuo, un uomo che vive alla giornata senza pensare al futuro che si arrangia facendo lavoretti stagionali. Non esiste una via di mezzo tra questi stili di vita?
Quello che ho capito, leggendo questo libro, è che non voglio passare la mia vita privandomi delle piccole gioie che potrei permettermi. Perchè dovrei rinunciare al viaggio di nozze alle Hawaii, come ha fatto Maho, e vivere con il rimpianto?
Come petali nel vento è un elogio del risparmio, ma che senso ha passare la la nostra vita a lavorare e risparmiare senza goderci le possibilità che il presente ci offre?
a cura di
Laura Losi
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