Sanremo 2023 – Pagelle della 1^ serata

Sanremo 2023 – Pagelle della 1^ serata
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La prima sera di questa edizione del Festival ha regalato emozioni: Mattarella in sala, Blanco col self-control degno di un toro durante la corrida, Gianni Morandi con la scopa in mano. Ah, sì, ci sono anche le canzoni. Mengoni favorito per la finale, Anna Oxa incredibilmente ultima. Ecco il primo pagellone

Prima serata di Sanremo 2023. Stava scorrendo tutto lisco, tra un Morandi un po’ scazzato ma cordiale e una Ferragni tutto sommato ben integrata, tra un Mattarella che sorride ma pensa “Maledetti, volevo rimanere a casa a vedere ‘I Mercenari 2’ e a mangiare la frittata di cipolle” e un Benigni che elogia la Costituzione, tra canzoni che, alla fine della fiera, non sembravano così orribili, tra il carino e l’innocuo. Poi è accaduto l’inaspettato. Così, di botto, senza senso. Blanco si innervosisce e prende a calci rose e carriera in 30 secondi: il caos. La colpa? Non sentiva la sua voce negli auricolari.

La vecchiaia, tuttavia, incombe su di noi: ogni volta che Amadeus lancia la pubblicità è un colpo al cuore, perché significa che la fine è ancora lunga. Persino Fiorello si pente di aver accettato a condurre “Viva Sanremo”, l’ei fu Dopofestival.

Ma non indugiamo oltre. Voi leggerete questo belli freschi di mattina o pomeriggio. Io come uno stronzo sto qui, alle ore 1:54, a redigere le pagelle della prima serata di questo Sanremo 2023. Ma lo faccio per voi, perché vi vogghio bene. Ecco dunque le pagelle un po’ cafone, un po’ irriverenti, un po’ serie.

Anna Oxa – “Sali (Canto dell’anima)”

Si presenta con un sorriso e una voglia di interagire pari a quella di un chiodo arrugginito in mezzo alla steppa. Dolore, probabile, ancora per la frattura di mesi e mesi fa, in botta di Oki tira urla e rischia di stonare, ma non lo fa. La canzone non è nemmeno malvagia, anzi. Peccato per l’uso smodato di vocali a scapito dell’umana comprensione. Forse per questo la sala stampa la piazza all’ultimo posto. Voto: 6,5, Oki per oki, dente per-dente

Gianmaria – “Mostro”

Si presenta con una camicia stile Don Diego De La Vega al lavoro come cameriere all’Hotel Smeraldo di Tortoreto Lido, capigliatura da personaggio di Final Fantasy X. Il ragazzo mi è simpatico. Il brano dimenticabile per il sottoscritto e dunque immediata hit per le radio e per i gggiovani. Oltretutto, non mi sono percosso le pudenda con arnesi contundenti, il che personalmente lo ritengo un gran risultato. Voto: 5+, il conto, por favor

Mr. Rain – “Supereroi”

“Nessuno pensa mai ai bambini!”. Invece ci pensa Mr. Rain, sfruttandoli per fare una coreografia dall’emozione facile in perfetto stile “C’è Posta Per Te”. Ma io non mi lascio ingannare, nemmeno dalla orecchiabilità solo apparentemente banale del brano. Che è un bel brano, in effetti… No no, non mi freghi, anzi… Però ti avrei creduto più in alto in classifica, non nono. Voto 6,5, sagace sfruttamento del lavoro minorile

Marco Mengoni – “Due vite”

Come faccia a non sudare o prendere fuoco in quel fusto di ecopelle con cui si è presentato non lo so. Meriterebbe rispetto già solo per quello. Il brano è un suo brano, né più né meno. Si presenta senza spocchia, il che è un plus. Favoritissimo alla vittoria finale, nel frattempo si becca il primo posto della classifica parziale di questa prima serata di Sanremo 2023. Voto: 6+, sanremese lisssio

Ariete – “Mare di guai”

Se Mengoni ha fatto un accordo con una pelletteria ecosostenibile di Prato, Ariete ha “preso in prestito” la giacca di Michael Jackson al museo delle cere, larga circa 15 taglie in più, ma sticazzi. Al netto di stonature scontate, il pezzo non è malvagio, è una bella cover di un inedito di Calcutta sa molto di Calcutta, forse un po’ troppo. Voto: 6+, Thriller

Ultimo – “Alba”

Anziché urlare e strozzarsi pur di arrivare alla nota, sarebbe preferibile una linea vocale diversa. Ma lui se ne frega, si agita e con impeto interpreta la sua canzone davanti alla platea di Sanremo 2023. Nulla di nuovo sotto il sole, solo un improbabile smanicato degno di un personaggio da DLC di Tekken 7. L’Ariston applaude, ma per garbo e cortesia. Voto: 5, saluti da Antonello

Coma_Cose – “L’addio”

Contro ogni mia più becera aspettativa, il brano che i Coma_Cose hanno portato a Sanremo 2023 è bello. Almeno, per il contesto in cui siamo. Un bel testo, incredibilmente una performance più che dignitosa e un senso dell’eleganza che ci fa comprendere quanto poco noi sappiamo dei multiversi. Ma va bene così, siamo amanti delle scoperte e dello stupore. Voto: 7,5, stupor mundi

Elodie – “Due”

Uno struzzo per abito e del calcestruzzo sulla chioma. Look quasi total black perfetto per provare i neri assoluti del vostro nuovo televisore Oled 4K. Il pezzo cantato all’Ariston non esalta. Non è brutto, di certo non il peggiore di questa prima serata di Sanremo 2023, ma non è nemmeno qualcosa che rimanga in testa. Voto: 5, povero gabbiano

Leo Gassmann – “Terzo cuore”

Tecnicamente il processo attuato è “invecchiare il giovane per farlo andar bene a Sanremo”. Virus che spesso ha infestato la manifestazione nei decenni scorsi, che si sperava essere debellato completamente. Invece, il buon Leo è stato contagiato, con l’aggravante che canta come se dovesse sostituire Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. Non è necessariamente colpa sua, dato che uno degli autori principali del brano è proprio Zanotti. Tutto questo, però, pare essere piaciuto alla sala stampa, che gli regala una posizione di rilievo in classifica. Voto: 5, terzo cuore, terzo sonno

I Cugini di Campagna – “Lettera 22”

Outsider. Sì, perché si presentano con abiti di carta argentata e brillanti di alta bigiotteria (bellissimi, meno per le telecamere) e i due membri fondatori probabilmente hanno conosciuto di persona Romolo e Remo, e portano comunque un pezzo che è meno arcaico di quello di Gassman (ah, già: è stato scritto per loro da La Rappresentante di Lista, non esattamente degli sprovveduti). Dobbiamo capire l’utilità di tre tastiere a tracolla e di una chitarra sì amplificata, ma a volume 1\10. Incredibile, visti i precedenti, come non sia volata nemmeno una bestemmia. Un po’ ci siamo rimasti male. Voto: 7, rivalsa bucolica

Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato”

Molti si aspettavano qualche scivolone, qualcosa di sconvolgente. Invece Gianluca Grignani, occhiali da sole, capello tirato indietro e vestito blu notte, si presenta con eleganza di califaniana memoria. Non si capisce cosa dica il più delle volte, un po’ per l’emozione, un po’ perché il microfono non fa il suo dovere. Al contrario di Blanco, però, manitene la calma e si lascia trasportare dall’emozione del brano dedicato al rapporto (molto) complicato col padre. Ha potenziale. Voto: 7, non ti capisco, ti percepisco

Olly – “Polvere”

Mentre Ariete constatava e se ne sbatteva dell’enormità della giacca di Michael Jackson, Olly era ancora in canottiera da bisticcio di Quartu Sant’Elena ed è andato da un amico di famiglia, professione imitatore di Elvis, e gli ha fregato una giacca. Il guaio è che ha dimenticato di calibrare la potenza dell’autotune. Non si capisce un ciufolo e il brano, di base, non è il massimo. Penultimo per la sala stampa. Se continua così, potrebbe essere il Tananai di quest’anno. Voto: 4,5, NCS, non ci siamo

Colla Zio – “Non mi va”

Credevo fossero i Teletubbies 2.0, invece salgono sul palco questi variopinti personaggi che danno sfoggio di sé per una probabile hit della primavera 2010. Sembrano più revival di Paola e Chiara, ma c’è quel fascino del fuori tempo che li rende sopportabili, quasi godibili. O forse è solo l’orario. Voto: 6-, Tinky Winky massonico approved

Mara Sattei – “Duemilaminuti”

Si presenta stile Eva Kant alla cena di classe 20 anni dopo. Lei emozionatissima e, nonostante l’ora giustificherebbe un eventuale colpo apoplettico misto a narcolessia, canta molto bene. La canzone, tra l’altro, è tra le più convincenti di questo Sanremo 2023. Noi siamo felici per due motivi: per lei e perché sappiamo che finalmente questa prima serata è quasi finita. Voto: 7, gli ultimi saranno la nostra salvezza

Ospiti
Sergio Mattarella

Il Presidente della Repubblica viene accolto da una standing ovation, è oggetto di amore platonico tendente al carnale di Benigni. Ride. Sorride. È uomo d’altri tempi, cortese, in realtà vorrebbe essere a casa a riposare guardando una puntata de “I Soliti Ignoti”. Verso le 21:30 riesce a fuggire dall’Ariston sostituendo la sua persona fisica con un cartonato di se stesso comprato su Amazon qualche giorno fa. Idolo. Voto: 9, siamo con Lei, Presidente

Roberto Benigni

Col progredire degli anni è diventato meno esplosivo, immaginavamo saltasse addosso ad Amadeus, invece è stato cordiale. Per cinque minuti si fa i cazzi suoi parlottando con Mattarella, poi monologo sull’Italia e la Costituzione e vaghi riferimenti (anche) al Governo attuale. Parla talmente velocemente che fonti dall’Ariston ci giurano che il gobbo elettronico non gli stava dietro. Voto: 7,5, velocista istituzionale

Mahmood e Blanco

Vincitori di Sanremo 2022, tornano sul palco per cantare la loro “Brividi”. Decisamente meglio dello scorso anno. Mahmood un po’ scazzato, con quel sorriso cordiale ma sempre (e comprensibilmente) da “Ok, grazie. Posso andare?”. Blanco simpatico ragazzone fino a quel momento. Voto: 7, cordialità, è un bicchiere di vino con un… Ah, non faceva così?

Blanco

Presenta il suo nuovo singolo. Poi gli ear-in monitor (gli auricolari, per intenderci) hanno qualche problema. Lui si irrita alla velocità ci un aereo ultrasonico e inizia a sfasciare la scenografia fatta di fiori e rose su cui, in teoria, si sarebbe dovuto stendere e rotolare. Invece calci e lanci manco fosse un membro dei Clash. Sconcerto in sala, Amadeus non sa cosa diavolo fare e Gianni da bravo saggio cerca di calmarlo dietro le quinte. Nuovo meme in meno di due ore e carriera parzialmente compromessa. Quasi poetico. Voto: 3, surreale ma reale

Pooh

Omaggio commosso e sentito a Stefano d’Orazio. Poi cantano. Facchinetti è posseduto da Piero Pelù, ma con voce sguaiata perché l’orgoglio gli dice “No, col cazzo che abbasso di un tono le canzoni”. A un certo punto, direttamente dal sarcofago della sala 4 del museo egizio di Torino, entra Riccardo Fogli con la gioia negli occhi e l’agonia nel cuore, ogni tanto cerca di interagire con i compagni che non se lo filano di striscio. Gli interessa talmente tanto essere lì, che non aspetta nemmeno Amadeus per le domande di rito. Voto: 6+ stato di conservazione a rischio

Elena Sofia Ricci

Spottone per la prossima serie televisiva con lei protagonista. Battute telefonate già per Sanremo 1996. Ok. Vestito ed eleganza, tuttavia, inappuntabili. Voto: 5, passava di lì

Piero Pelù

A lui fondamentalmente non frega un cazzo: che tu lo metta in piazza a congelare o sulla nave da crociera, Piero deve fare il Pelù a tutti i costi. Canta “Gigante”, è allegro e gli garba assai così. Voto: 7,5, una sciarpetta e si va

Salmo

Maglia NHL e ciabattoni. Tuffo in piscina perché, ehi, siamo in una nave di lusso, cazzomene. Esibizione top. Dieci anni fa sarebbe stato inimmaginabile Salmo ospite a Sanremo. Voto: 8, ciabattona d’ordinanza

a cura di
Andrea Mariano

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Andrea Mariano

Andrea nasce in un non meglio precisato giorno di febbraio, in una non meglio precisata seconda metà degli Anni ’80. È stata l’unica volta che è arrivato con estremo anticipo a un appuntamento. Sin da piccolo ha avuto il pallino per la scrittura e la musica. Pallino che nel corso degli anni è diventato un pallone aerostatico di dimensioni ragguardevoli. Da qualche tempo ha creato e cura (almeno, cerca) Perle ai Porci, un podcast dove parla a vanvera di dischi e artisti da riscoprire. La musica non è tuttavia il suo unico interesse: si definisce nerd voyeur, nel senso che è appassionato di tecnologia e videogiochi, rimane aggiornato su tutto, ma le ultime console che ha avuto sono il Super Nintendo nel 1995 e il GameBoy pocket nel 1996. Ogni tanto si ricorda di essere serio. Ma tranquilli, capita di rado. Note particolari: crede di vivere ancora negli Anni ’90.

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