“SZNZ: Winter” è il capitolo finale di un progetto mal riuscito degli Weezer
Il 21 dicembre è uscita l’ultima parte del progetto “SZNZ”, sedicesimo album per gli Weezer dedicato alle stagioni. Il lavoro iniziato con “Spring” si chiude con l’arrivo dell’inverno, “Winter” appunto, lasciando però dubbi e perplessità
A questo giro gli Weezer hanno deciso di tenere il loro pubblico sull’attenti per tutto l’anno, pubblicando quattro brevi EP a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro e dedicati alle stagioni. L’ultimo ad uscire e a concludere questa quadrilogia è “SZNZ: Winter”, forse il peggiore tra tutti.
Il tema invernale è descritto dal frontman Rivers Cuomo come simile allo stile di Elliott Smith, che però si caratterizza da “disperazione soppiantata da una specie di quiete”.
Inoltre, lo stesso Cuomo ha affermato:
“Suona più come l’originale album pre-blue dei i Weezer, rispetto all’esordio dello stesso The Blue Album. Non c’erano così tante chitarre acustiche e finger picking dal nostro primo anno insieme”.
Ma il risultato non è dei migliori.
Come finisce il progetto?
Come nelle “Quattro Stagioni” di Vivaldi il tempo che passa viene scandito dal cambio di sonorità. L’idea era proprio quella di cambiare melodia ad ogni EP, cercando di rappresentare al meglio ogni stagione.
Ma le sonorità dell’episodio invernale poco hanno a che fare con il freddo e la solitudine. I brani sono lenti e introspettivi, ma non lasciano la possibilità all’ascoltatore di immedesimarsi nel gelido panorama d’inverno perché non hanno a niente a che vedere con esso.
Si tratta, nel complesso, di un miscuglio di idee incoerenti tra loro, pezzi che sembrano un’accozzaglia di più canzoni cucite insieme senza che si sia fatto alcuno sforzo per renderli credibili.
Il tutto è coronato da un’aurea che fa pensare ai Beach Boys, ma a quei Beach Boys cresciuti e diventati kitsch, rimasti bloccati dentro quella palla di vetro che se la scuoti fa nevicare.
a cura di
Valentina Dragone
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