1975 motivi per ascoltare “Being Funny in a Foreign Language”
Il 14 ottobre scorso è uscito “Being Funny in a Foreign Language”, quinto album in studio dei 1975, la band di Manchester capitanata da Matt Healy
Dopo quel pasticcio che è stato “Notes on a Conditional Form”, i 1975 tornano con un lavoro molto più sobrio ed equilibrato – certo, s’intende, nei limiti che questa definizione comporta.
“Being Funny in a Foreign Language” è infatti un disco molto particolare e se ai primi ascolti l’unica cosa che ti domandi è “perché?”, a lungo andare inizierai a risponderti “perché no?”
Nonostante il titolo dell’album, lungo ed ironico esattamente come tutti i precedenti, questa volta i 1975 ci propongono solamente 11 brani, per un totale di 44 minuti di ascolto.
Niente male, proprio niente male.
Quello che a primo impatto può sembrare un progetto confuso, poco chiaro e senza una direzione ben precisa, probabilmente è davvero un progetto confuso, poco chiaro e senza una direzione ben precisa: ma la fortuna dei 1975 è che sanno essere estremamente affascinanti nei loro brani e sono riusciti a fare centro.
Probabilmente non era così che doveva andare, perché la produzione ha subìto un cambiamento in corso d’opera, da BJ Burton a Jack Antonoff, ma forse è proprio questo mix incerto e casuale che ha reso il tutto perfettamente funzionante.
I brani
“Part Of The Band“ è il brano più emblemantico e che meglio rappresenta questo cauto avanzare, l’essenza del disco. Uscito come singolo, è stato un assaggio di quello che avremmo poi ascoltato, ovvero una sperimentazione di generi che poggia le basi sulle sonorità che da sempre caratterizzano i 1975: quel pop romantico e synth annebbiato dalle atmosfere anni ’80.
Solo che questa volta c’è di mezzo pure un po’ di country e sì, l’effetto Taylor Swift non li ha risparmiati. Si sente parecchio in “When We Are Together” e anche in “Wintering“, lo speciale natalizio di quest’album che sembra più la sigla di una sitcom americana degli anni ’90.
Non che “Looking For Somebody (To Love)” sia da meno: anche questa sembra la sigla di una romantic comedy anni ’80, con quegli echi springsteeniani e ottimismo immotivato a nascondere un significato più oscuro celato nel testo.
I pezzi migliori del disco sono quelli che più di tutti padroneggiano il vecchio stile dei 1975: la magica “Happiness”, la romantica “Oh Caroline” e l’irresistibile “I’m In Love With You”.
No, non vi daremo veramente 1975 motivi per ascoltare “Being Funny in a Foreign Language”, ma ne basta uno: questo potrebbe essere tra i migliori dischi di quest’anno!
a cura di
Valentina Dragone
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