Francesco Maria Gallo ci racconta il suo “Inferno– Opera Rock”

Francesco Maria Gallo ci racconta il suo “Inferno– Opera Rock”
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Inferno – Opera Rock, di Francesco Maria Gallo, andrà in scena sul palco della storica rassegna rock Hey Joe – Bologna Suona, domenica 4 settembre, in piazza Maggiore a Bologna. Lo spettacolo quadridimensionale è ispirato alla cantica della Divina Commedia e tratto dall’album Inferno, scritto dallo stesso Gallo.

Inferno- Opera Rock propone agli spettatori, attraverso quattro linguaggi diversi – musica, teatro, danza contemporanea e arti visive -, l’interpretazione personale del musicista dei gironi presenti nell’album Inferno.

Francesco Maria Gallo (voce), è accompagnato da Simona Rae (voce), Ricky Portera (chitarra), Stefano “Perez” Peretto (batteria), Pier Mingotti (basso), Renato Droghetti (piano) e Laura Spimpolo (voce narrante). I visual e le luci sono a cura di Federica Lecce, mentre il sound design dello show è di Rodolfo Rod Mannara.

Online anche il cortometraggio “Caronte”, in cui il musicista lega il passato al presente mostrando un Inferno terreno e contemporaneo. Presente ancora più esplicito in Desolazione, ovvero la riscrittura del Padre Nostro. Non più preghiera, ma duplice urlo. Da un lato la disillusione, dall’altro la speranza di risvegliare l’essere umano dal proprio egoismo.

Andiamo a scoprire qualcosa di più sullo spettacolo insieme al suo ideatore!

Ciao Francesco, benvenuto su The Soundcheck! Come si sente all’idea di salire sul palco dell‘“Hey Joe“?

Ciao Andrea e ciao The Soundcheck! Salire su quel palcoscenico e in quella piazza è incredibile. Indescrivibile la gioia di condividere la propria musica con tanti musicisti, provenienti da tutta Italia su quel palco, e trasformarla in un linguaggio comune che unisce e la eleva a musica solidale.

Per gli ultimi del mondo, quelli che da sempre caricano sulla propria pelle gli inganni e i dileggi dei demoni padroni del mondo che sfruttano ogni cosa lasciandosi dietro le spalle macerie e disperazione. Perché il vero Inferno è il mondo in cui viviamo. Ma gli ultimi non si perdono d’animo e ricostruiscono con la speranza di un domani migliore.

Francesco Maria Gallo
Lo scorso anno abbiamo festeggiato il settecentenario della morte di Dante. La sua Commedia, però, rimane eterna: com’è stato confrontarsi con un’opera del genere?

Il mio approccio all’Inferno di Dante è stato differente. Ho utilizzato una chiave di lettura introspettiva, cioè concernente l’analisi autonoma e individuale dei fatti di coscienza. Mi spiego meglio: sono partito dal fatto che Dante Alighieri, oltre ad essere un poeta, era anche un politico molto attivo del tempo. La lettura approfondita dell’Inferno, ma soprattutto la conoscenza della vita dei personaggi che ho incontrato nel mio viaggio agli inferi, mi ha convinto del fatto che il Sommo Poeta, ma ancor più l’astuto e scaltro politico, abbia utilizzato la sua Divina Commedia per “infamare e condannare” i suoi avversari politici o glorificare i suoi compari di partito.

Insomma, un po’ come avviene oggi. Per non parlare dei retaggi imposti dalle crociate immorali della suprema Chiesa, che mette al rogo le streghe ree di essere simbolo di libertà e intelligenza, come con la storia di Medusa, e questo, ancora oggi, fa molta paura. Il collegamento musicale è stato naturale perché mentre scrivevo le liriche ho percepito i suoni insiti nel ritmo dei versi e li ho trascritti utilizzando i miei codici musicali. Il rock, il prog, qualche accenno di metal ma anche l’elettronica. Era tutto lì, nel limbo del mio Inferno, ed io non ho fatto altro che attingere dalla memoria della mia caduta negli Inferi.

I personaggi e le storie che si incontrano nell’Inferno sono innumerevoli, come ha scelto quelli su cui concentrarsi? 

L’Inferno è il luogo più interessante e la discesa non poteva che avvenire tramite la perdizione nella Selva Oscura. Una metafora straordinaria che non potevo assolutamente sovrascrivere, era già perfetta così.  Dopodiché ho incontrato Caronte, la mia ispirazione, il vecchio santone con la barba incolta e lunga che mi ha introdotto nella reale rappresentazione universale dell’umanità…l’inferno che è il mondo in cui viviamo.

È stata la mia vera guida, il vecchio amico che ti concede un passaggio nei luoghi impossibili da raggiungere da soli e poi non ti abbandona, ti accompagna e ti guida.

I personaggi che ho incontrato sono il riflesso di storie, spesso drammatiche e ingiuste, che ancora oggi avvengono sotto gli occhi incuranti di tutti. Ad esempio, la storia di Pier delle Vigne, dileggiato dall’invidia dei suoi finti amici, mi ricorda Mimì, Mia Martini, che in vita fu vittima della maldicenza. Quel nemico invisibile e subdolo che le ha distrutto la vita. Bisogna stare attenti a quello che si pensa, si dice e si fa, perché si può rovinare l’esistenza di una persona fino a portarla alla morte.

Raccontaci di qualche altro personaggio…

C’è anche Medusa, simbolo delle donne abusate, che ha subito la violenza di un uomo egoista e un’ingiusta condanna da parte di una donna, Atena, che ha preferito il potere alla verità. Tutto questo avviene anche oggi e con disarmante regolarità. Dunque, ho sentito forte l’urgenza di raccontare, contrariamente a ciò che ha fatto Dante per opportunismo politico del tempo, la vera storia dei personaggi che ho incontrato nel mio Inferno. Ho cantato il loro punto di vista che mai nessuno avrebbe osato raccontare. Il rock è la scelta naturale per rendere forte il sentire e denunciare le ingiustizie.

È sempre stato così perché il rock è una pietra dura e impietosa, quel sasso che io ho lanciato dalle profondità del mio inferno! La Divina Commedia è l’opera della natura umana. In questo consiste la genialità di Dante Alighieri, nell’aver concepito una storia simbolo della complessa umanità e che varrà per tutti i tempi della nostra esistenza.

L’Inferno è il luogo più interessante, avvincente, ma soprattutto è puro rock & roll, perché è la rappresentazione universale dell’umanità. Quel posto dove si scopre che “l’inferno è il mondo in cui viviamo”. Non esistono né un purgatorio né un paradiso, è tutta propaganda! Esiste questo pianeta che chiamiamo Terra, dove ci maltrattiamo e non rispettiamo quella natura del tutto, che richiede equilibrio.

Simona Rae
Il cortometraggio lega l’Inferno dantesco ad un tema tristemente presente. Quanto è attuale ciò che Dante racconta dell’umano? 

Il messaggio di Dante è universale, perché il poeta con la sua Divina Commedia rappresenta lo specchio incrinato del tempo. Nell’ultima canzone del mio album, Inferno, quando lui si presenta davanti a Lucifero viene condannato da quest’ultimo a non andare nel Purgatorio e nel Paradiso bensì nel girone degli inganni insieme a Ulisse, reo di aver ingannato lo stesso Lucifero.

Lo specchio incrinato, quindi, perché purtroppo in questo mondo ci sono ingannatori che portano alla rovina quell’esistenza umana che noi tutti dovremmo perseguire nella maniera più bella possibile, nel rispetto della natura e dei più deboli. Ed è questa la riflessione di Hey Joe, quel messaggio di speranza che Valerio Negroni (direttore artistico del festival) lancia ogni anno da Piazza Maggiore a Bologna, e che Inferno Opera Rock, naturalmente incarna. Perché il rock è l’unica speranza di salvezza.

W la Musica, W The Soundcheck e W Padre Marella che, a prescindere dal credo, ci ha illuminato indicando la via da seguire: la compassione, la solidarietà e il rispetto per tutto ciò che non ci appartiene.

a cura di
Andrea Romeo

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Andrea Romeo

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