Nella mente della mente di Matteo Tripepi

Nella mente della mente di Matteo Tripepi
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Cari Soundeaders oggi vi presentiamo il romanzo, uscito lo scorso maggio, Nella mente della mente della ragazza di Matteo Tripepi, giovane autore trentaquatrenne che vive a Melzo, in provincia di Milano.

Nella mente della mente della ragazza, edito da Emersioni (Gruppo LIT), è il secondo romanzo di Matteo dopo Imperfetti, pubblicato nel 2016, che si è aggiudicato il podio al “Premio Nazionale San Salvo” per autori esordienti.

Tra le sue pubblicazioni antologiche troviamo: Il ritorno, La Genesi delle lacrime all’interno del volume Cuor dei cuori, e Immensa che ha guadagnato il quarto posto alla terza edizione del Premio Letterario Nazionale “99 parole”.

Beh? Curiosi come me di saperne di più sul romanzo dal titolo fuori dagli standard? Allora continuate a leggere!

Leggendo il titolo del tuo libro, Nella mente della mente della ragazza, alcuni si chiederanno a cosa sia dovuta questa ripetizione. Che reazione volevi creare nel lettore?

Volevo che il titolo, un po’ fuori dagli standard abituali, attraesse e incuriosisse il lettore ma che, allo stesso tempo, riuscisse a spiegare il viaggio presente all’interno del libro. Un percorso che parte nella mente di una ragazza ed evolve, con i suoi pensieri, fino a non riuscire a discernere più la vita reale dai personaggi immaginari che la abitano.

Ritengo che questa situazione sia un momento vissuto da tante altre persone nel corso della propria vita; un buio nel quale ogni tanto cadiamo in parecchi. È soprattutto nei momenti di difficoltà che capita che un pensiero, un dolore o una preoccupazione prendano possesso della nostra mente e si ingigantiscano tanto da dominarla.

Allo stesso modo, questo processo, avviene nel mio libro dove i personaggi si impossessano della mente della ragazza. Ecco, io ho identificato quel momento temporale con uno spazio atemporale, con “la mente della mente”.

Si nota nella tua scrittura un pensiero veloce, tipico dell’autoriflessione dei personaggi del tuo libro. In quali luoghi ti piace fermarti a pensare alle tue opere e scrivere?

Più che un luogo geografico, ho un periodo della giornata in cui le idee riescono a uscire liberamente. Solitamente è il momento prima di dormire in cui i “freni” calano, i pensieri scorrono rapidamente, come una cascata, e mi lascio andare. La maggior parte delle volte mi addormento e sogno e spesso, proprio di loro, non me ne rimane traccia.

Altre volte, invece, faccio in tempo a rinsavire e, dopo un’iniziale periodo di catalessi, mi alzo riuscendo ad annotare in qualche modo ciò che è accaduto. Il giorno dopo nel vedere quegli appunti, spesso, non mi ricordo nemmeno di averli scritti…per non dirti quante volte mi sono accorto di avere sul telefono delle note, scritte o vocali, piene di pensieri sparsi e disordinati.

Quando hai scoperto l’amore per la scrittura? Raccontaci qualcosa su di te!

Il mio amore per la scrittura è iniziato come un gioco. Da ragazzino mi ritrovavo a scrivere testi di canzoni su melodie che immaginavo nella mia mente ma che non sapevo riprodurre, non avendo mai imparato a suonare uno strumento. Da lì in poi la scrittura si è evoluta; ho iniziato a comporre poesie e ad avere riscontri positivi anche da persone esterne dalla mia cerchia di conoscenze. 

Tutto questo trascorso di vita mi ha portato alla stesura di Imperfetti, il mio primo romanzo giallo uscito nel 2017, in cui le mie passioni, i miei sogni e i luoghi che ho visitato sono alla base delle storie parallele che si sviluppano, capitolo dopo capitolo. Credo che i miei libri, pur non parlando di me, raccontino tanto dei miei gusti partendo proprio dalle ambientazioni. Qui la natura ha quasi sempre il sopravvento sulla città, insieme alla musica, ascoltata dai miei protagonisti, che tende a essere un sottofondo costante durante tutta la lettura.

La protagonista, Sara, è una donna tenace e determinata nel raggiungere i suoi obiettivi. Non è così frequente, oggigiorno, leggere descrizioni e considerazioni sulle donne come nel tuo caso. Credi che ci siano ancora stereotipi legati ad aggettivi, personalità e accezioni riferiti ai personaggi femminili nella letteratura?

In realtà per me Sara non è una donna ma semplicemente un personaggio, e i miei personaggi li caratterizzo nel modo migliore a prescindere dal genere. Credo che questo debba essere un grande punto di partenza nello scrivere, ma anche nella vita reale.

Il discorso riguardo gli stereotipi legati alla donna si presta difficilmente a essere affrontato in poche righe, nemmeno un libro intero basterebbe, ma l’unica cosa che mi sento di dire è che finché uomo e donna verranno trattati prima come uomo e donna anziché come persone, cadremo sempre e incessantemente nei classici stereotipi.

In letteratura, un esempio di distruzione degli stereotipi ce lo dà Kundera nel suo libro L’Ignoranza (tra l’altro uno dei miei libri preferiti), sovvertendo la visione dell’Odissea in un modo che condivido totalmente. L’autore non dipinge più Ulisse come il classico uomo forte e valoroso, bensì tende a risaltare la figura di Calipso.

Kundera stesso scrive: “Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono alle lacrime di Calipso”. In quest’ottica si ha senza dubbio un ribaltamento degli stereotipi: Calipso non è più l’amante, la donna egoista che voleva tenersi Ulisse tutto per sé, ma diventa una persona con sentimenti propri e non stereotipati.

Da dove nasce l’idea di questa trama tempestosa di riflessioni e accadimenti? Qual è il tuo genere preferito?

Io, da lettore, non amo aspettare gli accadimenti, non amo quei libri in cui ci sono pagine e pagine di descrizioni e in cui dopo cinquanta pagine non è ancora successo nulla. Lo dico sinceramente: mi annoiano. Questo mio gusto si riflette quindi anche in come scrivo e in come imposto i miei libri.

Inoltre, la trama tempestosa di riflessioni non è altro che un modo per far fluire velocemente i pensieri della ragazza, e dei personaggi all’interno della sua mente, come in uno stream of consciousness, quello stesso meccanismo che ogni sera prende possesso del mio cervello prima di andare a dormire, che ho descritto sopra.

Per il genere preferito, invece, ti dico senza dubbio i gialli psicologici, che oltre a curare la trama, non trascurano la descrizione dei personaggi da un punto di vista interiore. Il miglior autore, sotto questi aspetto, è senza dubbio Fitzek.

Grazie Matteo.

Ora non ci resta che andare a tuffarci nel suo nuovo romanzo!

a cura di
Francesca Bandieri

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