La Giornata della Memoria 75 anni dopo
La sensazione che provo ogni anno nel giorno della memoria è sempre la stessa: una tristezza mista a inadeguatezza.
Essere in grado di dare un nome a questa sensazione, a questo sentimento è sempre stata come una sorta di vetta impossibile da scalare, come sentirmi in deficit di qualcosa, di scarpe adatte, di pantaloni comodi oppure di quella giusta scorta d’acqua che mi permette di arrivare in cima, lassù.
Ma non ce l’ho mai fatta.
Quest’anno Liliana Segre con le sue parole scritte per lo Zingarelli 2020 mi ha dato una mano e comprendo che, l’inadeguatezza sia spesso frutto di quel privilegio chiamato libertà che troppo spesso diamo tutti per scontato.
Ho scelto quindi di lasciar parlare la Senatrice a vita e di accompagnare la sua definizione con delle fotografie inedite ad opera della nostra Emanuela Ranucci che descrive con estrema sensibilità Il Giardino dell’Esilio, monumento esterno al museo dell’Olocausto a Berlino.
Il Giardino è una superficie esterna al museo composta da 49 colonne di cemento alte sei metri che impediscono la visuale esterna. Il numero delle colonne ha un significato preciso: 1948 è l’anno di fondazione dello Stato di Israele cui si aggiunge la colonna centrale che simboleggia Berlino ed è riempita di terreno proveniente da Gerusalemme.
Gli alberi sulle sommità rappresentano la pace e sono alberi di olivagno. Così come gli alberi, simbolo anche di ritorno in Patria ma anche del mettere le radici in territori d’Esilio, luoghi difficili come i pilastri in cui crescono le radici degli olivagni.
Daniel Libeskind che l’ha progettato e costruito ha pensato di ricreare in questo modo la sensazione di straniamento e disagio che hanno provato gli ebrei esiliati. Inoltre ha creato il pavimento inclinato di 6 gradi creando così una sensazione di perdita di equilibrio camminando tra i pilastri.
Ecco parte di quello che verrà scritto sullo Zingarelli 2020.
“L’indifferenza racchiude la chiave per comprendere la ragione del male, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. L’indifferente è complice. Complice dei misfatti peggiori. Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Domani siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più”.
Grazie, Liliana.
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Testo e foto a cura di
Sara Alice Ceccarelli e Emanuela Ranucci
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