Spaghetti Unplugged: il salotto musicale aperto a tutti

Spaghetti Unplugged: il salotto musicale aperto a tutti
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Nato a Roma nel 2013 e portato in seguito anche a Milano e a Bologna, “Spaghetti Unplugged” è un format di eventi musicali ideato con uno scopo ben preciso: creare un vero e proprio salotto dove chiunque sia il benvenuto per ascoltare della buona musica o per salire sul palco e suonare. Si, avete letto bene.

Chi partecipa alle serate di Spaghetti Unplugged può scegliere di farlo da spettatore o da musicista. Domenica scorsa, incuriosita dall’inusuale formula dell’evento, sono andata in avanscoperta alla serata organizzata dai ragazzi di Spaghetti Unplugged al Cortile Cafè.

La serata inizia le iscrizioni per l’open mic. Chiunque può candidarsi e non serve portarsi dietro alcuno strumento musicale o attrezzatura specifica: sul palco di Spaghetti Unplugged c’è già tutto quel che serve per cantare e/o suonare.

Dopo aver estratto a sorte i nomi di chi si esibirà, inizia il vero open mic, a mio avviso il momento più divertente della serata. Ognuno dei “debuttanti” può suonare due brani, uno dei quali deve essere inedito. Non ci sono limitazioni sul genere musicale: diverso è bello da Spaghetti Unplugged, e chiunque può suonare qualsiasi cosa.

Domenica scorsa ho assistito a diverse esibizioni: dal duo di musicisti accompagnati da una papera di plastica, al ragazzo talentuoso che canta in acustico; dal gruppo che porta live un inedito intitolato “Pollice“, alla timida studentessa universitaria dalla voce soave.

Una volta terminato l’open mic, si passa alla fase della serata dedicata ai guest artists e alle loro esibizioni. I tre ospiti di domenica sera erano la giovanissima Ariete, l’eccentrico Dino Fumaretto ed Enzo Moretto dei A Toys Orchestra.

Chiudono la serata una coinvolgente Jam session e una spaghettata di mezzanotte per sentirsi a casa.

Prima delle esibizioni ho avuto modo di fare due chiacchiere con Gianmarco Dottori, ideatore di Spaghetti Unplugged, e Mirko Perri, direttore artistico dell’evento.

Cos’è Spaghetti Unplugged e come nasce?

G: L’idea è sempre stata quella di fare un salotto di amici dove lasci un microfono aperto e quello che succede, succede.

Nel corso degli anni, il format si è adattato ad uno specifico genere musicale?

G: La direzione Spaghetti non è quella di dare valore a un genere, ma dare valore alla canzone e mettere al centro l’artista a prescindere da quello che sa fare. La domanda che mi pongo sempre di fronte a chi vedo suonare è “Ti credo o non ti credo?”

Qual è il criterio con cui selezionate le tre guests della serata?

M: Ci fidiamo delle nostre sensazioni e cerchiamo di livellare la serata proponendo artisti diversi tra loro. E alla fine è come se si creasse una “famiglia musicale” per una sera. Chi suona agli open mic porta due brani, le guests ne portano tre. Si crea veramente questo senso di comunità, una sorta di parità musicale.

A chi suggerireste di venire a Spaghetti Unplugged?

G: A chiunque. Piuttosto che rimanere chiuso dentro casa a ripeterti che va tutto male o che non sai suonare, vieni a Spaghetti Unplugged: il palco è aperto.

a cura di
Annalisa Senatore

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Annalisa Senatore

Annalisa all’anagrafe, ma sul web e nel cuore lei è @annamatita_. Nata e cresciuta a Siracusa, ha una laurea in psicologia, una in neuroscienze, un master in comunicazione digitale eeeee Macarena! Vive a Bologna dal 2015 ed è proprio in questa meravigliosa città che ha conseguito la prestigiosa specialistica in “Casi umani: dove trovarli (e lasciarli)”. Social media manager, press officer, sniffatrice seriale di libri, sosia ufficiale di Amy Winehouse e orgogliosissima Serpeverde.

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