Road to Indie Pride. La Rappresentante di Lista: la positività e l’apertura sono la cura per la società

Road to Indie Pride. La Rappresentante di Lista: la positività e l’apertura sono la cura per la società
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Come ultima intervista in attesa di Indie Pride 2019 pubblichiamo il contributo importante di Veronica Lucchesi, voce de La Rappresentante di Lista che introduce il concetto della positività e dell’importanza dell’impegno.

La band nasce nel 2011 dall’incontro di Veronica e Dario a Palermo durante un laboratorio teatrale. Il nome invece della band nasce dalla quando Veronica chiede di iscriversi come rappresentante di lista di uno dei vari partiti politici per poter votare fuori sede in occasione del Referendum abrogativo del 2011 sul nucleare.

Con all’attivo tre album in studio, “(per la) Via di Casa” (Garrincha Dischi 2014), “Bu bu Sad” (Garrincha Dischi 2015) e “Go Go Diva” (Woodworm Label 2018), La Rappresentante di lista è una delle band più impegnate del panorama musicale italiano. Con la voglia di comunicare e di sensibilizzare il pubblico, i loro live rispecchiano la loro natura di eclettici ricercatori: particolari, trasversali e davvero unici.

Ecco il nostro incontro con Veronica.

Cosa ricordi della tua partecipazione a Indie Pride?

Certe volte quando si arriva ad una sorta di consapevolezza verso una situazione o argomento ci si rende conto che quella consapevolezza nasce da un pensiero privato, che scaturisce dalla solitudine del pensiero critico. È quel pensiero critico che ti spinge a fare cose importanti e che ti da la spinta giusta per muoverti. Spesso quindi si ha poi paura di condividerlo con altri, di aprirsi totalmente ma quando lo si fa ci si sente in famiglia. Questo è quello che è capitato a me partecipando a Indie Pride. Ho avuto la possibilità di sentire il mio pensiero condiviso e abbracciato da altre persone, dalle organizzatrici ma anche dal pubblico. È in quel momento che il muro della solitudine viene abbattuto e la paura di non sentirsi compresi scompare. Ci si sente di poter andare a braccia aperte verso gli altri, in modo onesto essendo te stesso con naturalezza.

C’è una cosa che ti spiazza quando si parla di argomenti come la discriminazione o il sessismo?

Alle volte mi rendo conto che il tipo di persone con cui ho scelto di condividere la vita, amori, amicizie ma anche selezioni che fai nella tua famiglia, creino una sorta di Eco Chamber. Sì, perché sono persone con le quali ti trovi bene e parli così bene delle cose e dei pensieri che hai che credi che tutto il mondo vada a pari passo con il tuo pensiero. Pensi che il mondo viva i cambiamenti come li vivi tu, che si accorga dei dettagli della vita delle persone e che respiri quest’aria di positività e di cambiamento. Però è un brusco risveglio quando ti rendi conto che in realtà questo è un micromondo nel quale vivi solo tu e le persone che hai scelto.

Qual è una cosa che dovrebbe cambiare per riuscire ad essere d’aiuto e di supporto per la società?

L’uso quotidiano del lessico. Il lessico è davvero importante e se sei un artista, un cantante o attore, dovresti far caso agli strumenti e alle parole e alle immagini che usi. Bisogna smettere di utilizzare gli stereotipi per esprimersi, di metafore che in realtà nascondono preconcetti e che ricalcano situazioni trite e ritrite dalle quali dovremmo prendere le distanze per comprendere la realtà multi-sfaccettata. Per esempio, ci sono colleghi che fanno un utilizzo della figura della donna e delle relazioni in maniera sminuita e avvilente. Delle volte succede anche quando si racconta la complessità delle relazioni umane e mi dispiace quando ancora si parla di difetti come di una mancanza di qualche cos’altro, quel qualche cosa che dovrebbe in realtà aderire ad uno stereotipo che ti impedisce di guardare alla vera natura delle cose. Inoltre vorrei che si smettesse di abusare di parole quali sessismo, bullismo, migranti eccetera… Spesso vengono usate tanto per dare in pasto al pubblico questo argomento con una sorta di finto pietismo. Davvero, basta.

Che cosa pensi dell’uomo? Credi sia possibile sensibilizzare anche il più convinto dei sessisti, per esempio?

Realmente, c’è tanta sensibilità al mondo. Se l’uomo le può toccare con mano, davanti alle cose, ai fatti, alla persona che gli racconta la propria diversità, particolarità, non può sfuggire a questa sensibilità che esiste dentro di lui. La sensibilizzazione avviene quindi così, con la vicinanza. Dobbiamo abbandonare questa solitudine delle nostre piccole stanze dove da soli sbattiamo la testa contro ad un monitor e parliamo attraverso i social. I social hanno rincoglionito le persone e hanno avuto un impatto devastante nei confronti del pensiero critico delle persone e questo ha portato alla paura di un confronto diretto con gli altri. E la curiosità dov’è in tutto questo? Dov’è la meraviglia della scoperta e dello stupore? Gianni Rodari diceva che bisogna allenare le fantasia. Ed è fondamentale.

Un artista cosa può fare?

Gli artisti dovrebbero portare al mondo apertura, condivisione. E se gli artisti vanno per il mondo con positività, portando agli uomini messaggi positivi si potranno così, uno per uno, cambiare tutti i micro ingranaggi della società. Tra poco e niente c’è di mezzo un abisso, quindi si può fare.

Verso quale strada dobbiamo muoverci, compresi anche noi che siamo già sensibilizzati all’argomento, per riuscire sempre di più ad abbattere porte?

Credo che già Indie Pride sia una buona pratica, quella dell’incontro essere presenti, partecipare, cogliere occasioni come con la musica e racconti letterari. L’incontro e lo scambio con la presenza fisica sono necessari perché ti mostrano le cose. Esserci anche con forza e determinazione. Le mezze misure sono giuste quando si deve approcciare, comprendere e ascoltare la realtà e la sensibilità degli altri. Però poi quando si deve esprimere un pensiero bisogna essere preparati, studiare, ed essere convinti di quello che si dice ma anche sempre suscettibili di cambiamento. È bello sbagliare e modificare il proprio pensiero.

a cura di Sara Alice Ceccarelli

foto di Melania Pavan

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Sara Alice Ceccarelli

Giornalista iscritta all’ODG Emilia Romagna si laurea in Lettere e Comunicazione e successivamente in Giornalismo e Cultura editoriale presso l’Università di Parma. Nel 2017 consegue poi un Master in Organizzazione e Promozione Eventi Culturali presso l’Università di Bologna e consegue un attestato di Alta Formazione in Social Media Management presso l'Università di Parma. Ama il giallo e il viola, possibilmente assieme e vive in simbiosi con il coinquilino Aurelio (un micetto nero). La sua religione è Star Wars. Che la forza sia con voi.

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