Le stagioni degli American Authors

Le stagioni degli American Authors
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Il 1 febbraio è uscito Seasons, il terzo album degli American Authors.

Con questo nuovo lavoro la band, capitanata da Zac Barnett, si discosta notevolmente dalle sue opere precedenti: eravamo abituati a canzoni ritmate dalle sonorità rock-folk, con banjo e mandolini di accompagnamento, ma questa volta i newyorkesi ci hanno spiazzato.

Ci presentano dieci canzoni che non solo sono un mix di stili diversi, ma la cosa che più colpisce sono i toni. Gli American Authors erano sinonimo di sonorità allegre e spesso ballabili, invece in Seasons ci troviamo ad ascoltare brani più riflessivi, a tratti cupi.

Si tratta di un cambio di rotta che era già balzato all’orecchio con i singoli che avevano anticipato l’uscita dell’album, canzoni come Deep WaterSay Amen e Neighborhood.

È come se la band stesse cercando un ritorno alla spiritualità e alla religiosità, una ricerca di valori più profondi. In Neighborhood, ad esempio, si sono avvalsi dell’aiuto di Bear Rinehart, cantante dei Needtobreathe, band dalla forte impronta cristiana; in Deep Water abbiamo l’Harlem Gospel Choir che sostiene Zac nel ritornello. 

Non mancano tuttavia le canzoni che ricordano la produzione precedente e che strizzano l’occhio ai brani che li hanno resi famosi: Can’t Stop Me Now, Bring It On Home, e soprattutto I Wanna Go Out sono quelli che più ricordano gli American Authors che ci hanno fatto cantare con brani come I’m Born To Run e Best Day of My Life. E’ qui che troviamo l’esplosione di energia e le melodie che ti catturano fin dalla prima nota, gli elementi che ci hanno fatto amare i primi due cd della band.

Ma la sperimentazione musicale dell’album non si ferma qui: abbiamo un brano quasi hip hop, Calm me down, che nonostante si discosti dal loro genere tradizionale, in Seasons trova il suo spazio ideale senza stonare o risultare fuori luogo.

Anche se personalmente non amo i brani eccessivamente cupi, credo che gli American Authors siano riusciti a trovare un equilibrio perfetto sperimentando nuovi generi e cambiando l’impronta delle loro canzoni, seppur rimanendo fedeli a se stessi: non si sono snaturati e questo è decisamente un punto a favore dell’album.

Le ultime due canzoni, Before I Go e soprattutto Real Place, sono forse due tra le più belle ballate che la band abbia mai scritto, soprattutto dal punto di vista dei testi.

Al primo ascolto forse Seasons potrebbe sembrare un po’ sotto tono rispetto ai lavori che lo hanno preceduto, ma credo che non ci si debba fermare qui. L’album è variegato, è vero, e di difficile catalogazione, ma la sperimentazione e i cambi di genere funzionano. Magari non ce ne si innamora al primo ascolto, come era successo con What We Live For, però queste canzoni riescono a catturarti e ad entrarti nel cuore.

American Authors
Seasons
Universal Island Records

a cura di
Laura Losi

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Laura Losi

Laura Losi è una piacentina classe 1989. Si è laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l’Università degli Studi di Parma con una tesi sulla Comunicazione Politica di Obama. Avrebbe potuto essere un medico, un avvocato e vivere una vita nel lusso più sfrenato, ma ha preferito seguire il suo animo bohemien che l’ha spinta a diventare un’artista. Ama la musica rock (anche se ascolta Gabbani), le cose da nerd (ha una cotta per Indiana Jones), e tutto ciò che riguarda il fantasy (ha un’ossessione per Dragon Trainer). Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo “Tra le Rose” e a breve vedrà la luce anche la sua seconda fatica, il cui titolo rimane ancora avvolto nel mistero (solo perché in realtà lei non lo ha ancora deciso).

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