Rose Villain chiude la trilogia con “radio vega”

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Dopo la seconda esperienza a Sanremo Rose Villain chiude la trilogia con il nuovo album “radio vega”

Dopo la seconda esperienza di fila al Festival di Sanremo Rose Villain ha rilasciato l’album che chiude la trilogia “radio”: “radio vega” è infatti il terzo album dell’artista. Secondo noi un progetto che ha senso di esistere nel chiudere le fila e tirare le somme come prima parte di discografia. Racchiude infatti un po’ le sonorità più dark di “Radio Gotham” e quelle più lucenti di “RADIO SAKURAdi cui avevamo parlato al tempo. Si potrebbe definire come un album di sintesi della trilogia.

Rose Villain ha raccontato in un’intervista a La Repubblica come il titolo “radio vega” derivi dall’idea della costellazione della Lira, dominata dalla luce di Vega. Il simbolo rappresenta la storia di Orfeo ed Euridice, un amore burrascoso e non a lieto fine perché termina con la morte di lei. Dopo questa tragedia Orfeo trascorre il resto della sua vita immerso nella musica dolorosa e piena di nostalgia riguardante questo amore.

Analisi traccia per traccia

Ogni tanto ci piace scendere a un’analisi più approfondita passando in rassegna traccia per traccia evidenziando le sensazioni, l’interpretazione e opinioni in generale dei brani. Quale migliore occasione della chiusura di questo ciclo per scendere più in dettaglio?

Prima parte

“il bacio del serpente” è l’ennesima collaborazione della premiata ditta “Guè e Rose Villain”. I due annunciano nella canzone anche un probabile album congiunto nel 2026, quindi magari avremmo evitato di ascoltare l’ennesimo pezzo che riecheggerà in radio perennemente. Bella però la divisione dei ruoli con Rose in questo caso sbilanciata sulla parte cantata, mentre Guè si occupa di quella rappata. “sarei bruciata pur di illuminarti la sera“.

Per quanto riguarda “millionaire”, l’avremmo vista ideale come intro del disco per il crescendo che la contraddistingue e l’esplosione così plateale nel ritornello. Rose Villain ha raccontato come questo disco sia molto autobiografico e in questo caso si riferisce a come questa persona non credesse in lei nel sogno della musica.

“Se restavo lì con te. adesso sarei solo polvere tra i palazzi“.

“no vabbè” rappresenta una “trappata” classica e quale migliore interprete ad accompagnarla se non Lazza. L’attacco sulla traccia di quest’ultimo è un po’ strano e oseremmo utilizzare cringe, ma si fa perdonare man mano che la sua strofa procede. Il brano è caratterizzato da toni oscuri come le canzoni di “Radio Gotham”.

“Occhi da Bambi, ma so che lo vuoi dirty

Purtroppo “ancora” ci ricorda troppo “Fantasmi” interpretata sempre dallo stesso duo. Le canzoni che danno quella sensazione del “già sentito” perdono automaticamente tutto il loro effetto e la loro magia. Avremmo preferito magari altri toni dato che la nostalgia e la malinconia si erano già fatti sentire nel precedente brano.

“L’amore fa sempre questo effetto
Sogno, ma so che non dormirò”.

“musica per dimenticare” presenta delle sonorità un po’ vaporwave, molto anni ’80 che la rendono leggera all’orecchio nonostante il testo invece vada in controtendenza. A Rose Villain piace giocare in questo senso in molte canzoni: sonorità leggere e testo profondo.

“Cammino sulle spine, vorrei solo sparire“.

“patrick bateman” è la costante tamarrata puntualmente presente in ogni album di Rose Villain, come “Michelle Pfeiffer” per farvi capire. La perdoniamo perché è un brano sfogo e tutti abbiamo bisogno di svuotare le tasche ogni tanto.

Un dramma per gli haters sessisti

“lacrimogeni” è il brano più struggente di tutto l’album a mani basse. In questi brani, come abbiamo ribadito altre volte, Rose Villain regala il meglio di sé e il contributo di Chiello non è da meno. Il ritornello si è già impossessato di noi.

Rincorro i desideri
a piedi nudi sulla ghiaia
ed inciampo in dispiaceri“.

Seconda parte del disco

La sanremese “fuorilegge” ha attecchito meno effetto rispetto a sua sorella “CLICK BOOM”. A nostro avviso immeritatamente dato che il cambio dell’atmosfera è molto meno brusco, probabilmente il brano avendo un risvolto molto simile alla sua collega è stata penalizzata.

“Ma forse ho oltrepassato il limite di ore senza te”.

“bop” presenta la collaborazione con Fabri Fibra, vista solamente nel suo ultimo album, per questo non possiamo che esserne grati. È stato scelto un beat molto particolare per questa collaborazione, spezza un po’ il mood del resto dell’album, ma risulta alla fine una sperimentazione funzionante.

Tu vuoi fare un menage max mi allacci le scarpe“.

In “smith & wesson” ci hanno fatto impazzire gli archi protagonisti della base. Un brano molto malinconico in cui la voce di Rose Villain viene esaltata particolarmente. “dimmi che senso ha provare a volare se hai le ali rotte“.

“tu sai” è uno dei trattati d’amore più forte che abbiamo sentito negli ultimi tempi. La voce di Rose sembra non avere nessun aggiustamento per essere nuda e cruda come il sentimento espresso nel brano. L’artista parlava come questo album contenesse la canzone più bella che avesse mai scritto e noi puntiamo tutte le nostre fiche su questo brano.

So che con te un figlio non può venire sbagliato“.

“wtf” può essere ritenuto come il brano più “debole” del disco. Ci ha particolarmente interessato solo il ritornello in cui ci siamo ritrovati a cantare il coro dopo diversi ascolti. Rimane comunque un ascolto piacevole seppur abbastanza trascurabile rispetto ad altre. “Ci sono giorni in cui mi sveglio e penso
“Ma che cazzo sto facendo io della mia vita?”
.

Altra dedica d’amore fatta in “l’amore è un serial killer”. In questo brano sentiamo la sintesi perfetta delle atmosfere dei due album precedenti che poi lo stesso disco “radio vega” rappresenta. A essere sinceri non ci è parsa molto un outro e forse ci avrebbe stuzzicato qualcosa magari che concludesse in bellezza la serie.

Non c’è Keith senza Mick Jagger
Eighth Street senza crystal meth“.

Conclusioni

Si conclude così la trilogia di Rose Villain. Questo album ha i suoi pro e i suoi contro, però alla fine dei conti la troviamo molto maturata rispetto già a certi brani di “Radio Gotham“. L’artista sembra essere più sicura dei suoi mezzi e ancora più consapevole della sua musica.

Aver seguito quest’artista dagli albori e vedere dove sia giunta ora, non può che farci piacere, ci sentiamo cresciuti insieme e grazie a lei. Ora dopo le date nei palazzetti non vediamo l’ora di vedere dove ci condurrà il prossimo progetto di Rose Villain.

a cura di
Luca Montanari

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