Dopo il successo di Mufasa (a mio parere uno dei recenti migliori live action della Disney), la casa di Topolino cala l’asso con la trasposizione di uno dei suoi classici più famosi: “Biancaneve”. Ma questa nuova versione reggerà il confronto o si scioglierà come neve al sole, dimostrando la totale deriva della casa d’animazione più famosa del mondo? Scopriamolo assieme!
Il cartone animato Biancaneve e i Sette Nani è da sempre riconosciuto come uno dei più famosi classici Disney. Uscito nelle sale nel 1937 e tratto dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm, nel corso degli anni ha subito alcuni restauri e piccole modifiche fino alla versione ora presente sulla piattaforma Disney+.
Quando da bambino vidi questo classico per la prima volta, mi chiesi sin da subito come, assieme a tanti altri, potesse essere adatto ad un pubblico giovane (ho ancora gli incubi per la morte della mamma di Bambi!). Al tempo stesso, però, la passione per quei cartoni dalle musiche leggere e dalle immagini contrastanti ha creato in me quella passione per la Disney che conservo tuttora.
Per anni il mese di dicembre era diventato ciò che portava, con un countdown animato, al Natale: ogni sera era previsto un cartone Disney diverso e Biancaneve e i Sette Nani capitava sempre nei pressi della Vigilia. Anche se, col passare del tempo, ha assunto per me un valore differente, non facendo più paura (dannato IT) e segnando l’arrivo dei regali.
Quando la Casa di Topolino decise di riproporre molti dei suoi classici come live action fui molto scettico. E col tempo la mia convinzione non ha fatto che aumentare, visti gli innumerevoli buchi nell’acqua degli ultimi anni, tra CGI ai limiti dell’orrido e storie stravolte o castrate, musicalmente parlando (Mulan, il mio cartone preferito, urla ancora vendetta per quanto fatto).
Quando nel 2016 iniziarono le prime voci sul remake di Biancaneve, dunque, la paura potesse venire trasposto come uno dei flop usciti poco tempo prima era in me altissima. Nel 2019 il film era pronto per le riprese, ma a causa del Covid queste ultime sono iniziate solo nel 2022. Domani, giovedì 20 marzo 2025, la pellicola approderà finalmente nelle sale italiane. Ma riuscirà a reggere il confronto con l’originale?

Tanto simili, eppure tanto diversi
“C’era una volta un regno lontano con una regina buona che diede alla luce una principessa di nome Biancaneve”: questo è l’incipit del film che ci introduce alla storia, un regno idilliaco dove il re e la regina, con la loro figlia, regnano in maniera benevola tra feste e felicità, fino alla morte della donna.
Il re distrutto dal dolore rimane folgorato da una donna di inaudita bellezza: Grimilde (Gal Gadot), che diventa dunque la matrigna di Biancaneve (Rachel Zegler). Ma quando anche il padre muore la regina cattiva trasforma il regno a sua immagine e, con la paura che la principessa possa diventare più bella di lei, la rinchiude nel castello, rendendola sua servitrice.
Un giorno, però, lo specchio magico (noto per la sua sincerità) alla domanda: “Specchio servo delle mie brame chi è la più bella del reame?”, risponde alla regina che c’è una ragazza dal cuore più puro e bello del suo e che questa ragazza è Biancaneve.
Grimilde, quindi, convince il cacciatore ad uccidere la figliastra, ma una volta arrivati nel frutteto l’uomo si tira indietro e fa scappare la principessa nel cuore del bosco, dove trova la casa dei Sette Nani, che la accoglieranno dopo un primo momento di diffidenza.
Scoperta la verità, la regina decide di trasformarsi in una vecchina non troppo raccomandabile e le fa mangiare una mela avvelenata, che fa cadere la ragazza in un sonno mortale.
Saprà la nostra eroina risvegliarsi e riprendersi il regno? Solo grazie all’amore di un bandito, all’aiuto dei Sette Nani e al suo cuore puro questo potrà avvenire.

Una CGI croce e delizia
La regia è sicuramente un biglietto da visita di quelli importanti: divenuto famoso col primo reboot di Spider-man, Marc Webb aveva il giusto curriculum per buttarsi in un’avventura tanto difficile quanto affascinante come questo Biancaneve.
La prova è senza dubbio convincente, pur con qualche scivolone dovuto soprattutto all’inserimento di tutto il racconto della principessa da bambina e del conseguente regno felice, che nel cartone animato non viene nemmeno accennato (mi sono riguardato la versione animata per un confronto più esatto).
Strettamente collegato a questo è l’aumento della durata, che porta la pellicola a circa 2 ore, arrivando pericolosamente vicino a quei film considerati d’autore. Aspetto che fa perdere di vista quello che è il target di riferimento. Un problema difficilmente risolvibile, a meno che il pubblico non sia composto da spettatori più adulti rispetto a quelli del cartone animato.
La colonna sonora è una rivisitazione delle canzoni classiche, ma, pur mantenendo due delle arie iconiche, sono state inserite anche nuove musiche che risultano decisamente più deboli e tendenti al musical spicciolo. Mi riservo tuttavia un commento più esaustivo dopo la visione in lingua originale, per capire se il problema sia tutto italiano o più generalizzato.
La vera croce e delizia del film è la CGI, che tanto incanta quando si parla nella riproduzione degli ambienti e dei piccoli animali del bosco (quasi a farci pensare ad un crossover tra Biancaneve e Bambi), quanto diventa tragica nella riproduzione dei nani, tanto da farmi rimpiangere il primo Ironman.

Prova convincente, ma migliorabile
Biancaneve avrà il potere di farvi tornare bambini: gli elementi per riportare alla mente ricordi assopiti ci sono tutti, a partire dal brano più iconico del cartone animato, quel “Ehi-Oh” che tante generazioni hanno cantato.
La durata del film risulterà per molti eccessiva, soprattutto a causa delle aggiunte rispetto al cartone, che non portano nulla di più al film se non l’eliminazione di tutta quella componente patriarcale presente nella versione del 1937.
Nonostante tutto la pellicola risulta godibile, non pesando l’eccessiva durata ed intrattenendo nella maniera corretta grandi e piccini, attraverso le musiche iconiche ed il potere della sua storia senza tempo.
Una prova certamente superata per questo regista, che riesce a creare uno dei migliori live action Disney in circolazione, spazzando via in un solo colpo tutti i dubbi che c’erano attorno alla pellicola. Nonostante alcuni atavici problemi, comuni a molte pellicole dei giorni nostri.
Consiglio dunque la visione di Biancaneve sul grande schermo (magari in Dolby 7.1), in compagnia della propria famiglia, tra un ricordo e un nuovo inizio che, grazie a due attrici sulla cresta dell’onda, farà innamorare grandi e piccini.
Una piacevole sorpresa che diventerà presto una solida certezza, in un mondo di live action assolutamente dimenticabili. Un film che vi farà sorridere, anche se quei nani proprio non si possono vedere a causa di una pessima CGI! E qui sorge spontaneo un appello agli uffici di Burbank: “Riuscirete a fare una trasposizione convincente al 100%?”.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Buona visione!
a cura di
Andrea Munaretto
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