La prima raccolta di racconti ad essere pubblicata in Italia nel 1997 dello scrittore contemporaneo cinese Yu Hua è Torture. Pungente e crudele, l’opera racchiude soltanto quattro racconti: 1986, Passato e pene, Errore in riva al fiume e il più celebre Un tipo di realtà, dove la violenza e l’impulsività riflettono l’essenza più intima degli esseri umani
Yu Hua è senza ombra di dubbio uno degli scrittori cinesi più importanti presenti nel panorama letterario odierno. La sua tecnica di scrittura, così come le sue opere, sono dei veri e propri manifesti culturali, che mutano costantemente per stare al passo con i continui cambiamenti della società cinese. Per questo motivo, nei suoi primi romanzi e racconti, Yu Hua sfrutta un lessico truce e violento per rivelare al mondo il lato più oscuro presente negli uomini. Attraverso la scelta di avere come protagonisti dei giovani, lo scrittore maschera la perfidia e gli impulsi dei ragazzi con il candore e l’incoscienza tipica di chi doveva ancora fare esperienza del mondo.
In Un tipo di realtà, la crudeltà e la violenza sono al centro dell’opera. Il gusto per il macabro e la sofferenza sono viste come ombre che tormentano ogni istante della vita dei suoi protagonisti e sono la causa del disordine sociale e della distruzione dei valori tradizionali di rispetto e cura reciproca. La morte e il sangue sono presenti per regalare al lettore una descrizione cruda della realtà, perché proprio nei luoghi dove dovrebbero vigere rigore e civiltà si nascondono, invece, violenza pura e follia. Un racconto che è più da intendersi come un atto di ribellione e di rottura con la società cinese dell’epoca, rea di aver cancellato la propria cultura basata prettamente sull’unione e sulla fratellanza.

Il delicato e (macabro) rapporto tra fratelli
La novella Un tipo di realtà è piuttosto breve, ma particolarmente intensa. La storia verte intorno a una spirale di tragedie commesse tra le famiglie dei due fratelli Shangang e Shanfeng. La miccia che ha fatto scoppiare la violenza domestica è stata l’accidentale morte del figlio neonato di Shanfeng, causata da Pipi, il figlio di Shangang che aveva lasciato cadere il cuginetto in fasce incapace di comprendere le conseguenze drammatiche di tale gesto.
Passano i giorni e, inebriato dalla rabbia, Shanfeng sceglie di aggredire il nipote arrivando ad ucciderlo. Per vendicarsi a sua volta della morte del figlio, Shangang decide di eliminare il fratello omicida appendendolo ad un albero e facendolo divorare da un cane. Il ciclo di morte e vendetta si chiude con Shangang che viene arrestato dalle autorità locali e condannato alla pubblica esecuzione. La conclusione, al limite del grottesco, si ha con una équipe di medici che smembra e scortica scientificamente il cadavere di Shangang, giustiziato poco prima, su un tavolo da gioco.
“Vide una piccola pozza di sangue sul cemento all’altezza della testa. Si chinò in avanti e la ispezionò: il sangue usciva e si spandeva sul cemento come un fiore che stesse lentamente sbocciando”.
La violenza che sovrasta la moralità
In Un tipo di realtà, Yu Hua stordisce il lettore con una serie di delitti truci dove la violenza e la follia sono esibite da una lucida prospettiva esterna. La vendetta che annebbia ed indebolisce i rapporti familiari altro non è che il pretesto per sottolineare la scomparsa del senso di comunità e della famiglia tradizionale. Anche se su carta, le strutture sociali riescono a sopravvivere, il loro significato culturale si disperde. Con la crudeltà si enfatizza non solo la scomparsa di norme morali, ma anche la totale assenza di nuovi valori che potrebbero rimpiazzarli. Tutte le contraddizioni interne degli individui e le loro più oscure pulsioni prendono forma e diventano realtà nell’indifferenza delle norme sociali.
La deriva del legame famigliare e della coesione sociale si traduce in una realtà negativa dove gli individui perdono la loro integrità morale. Come la stessa scrittrice Zhang Ailing molti anni prima affermò:
“Nella Cina antica tutto ciò che è dichiarato essere buono proviene proprio dai rapporti interpersonali. Il più alto ideale della teoria confuciana non è affatto sufficienza di cibo e ordine pubblico affinché l’amore filiale e l’amicizia possano svilupparsi armoniosamente… questo per i cinesi è causa di particolare sofferenza perché, oltre ai rapporti umani, non credono in null’altro.” (Cfr. Pan Kefeng, op. cit., pag. 72).
La completa apatia della società
Di fronte alla brutalità della prima morte violenta presentata, l’effetto ottenuto dall’autore nel suo racconto è la totale apatia dei personaggi. Nonostante l’orrore e gli eventi drammatici, la civiltà risponde al sangue con la completa trascuratezza. L’assenza di umanità nei rapporti interpersonali viene analizzata dall’autore con un profondo cinismo. Il corpo senza vita di Shangang, che viene smembrato dai medici per diventare caso studio, è la scena che meglio identifica l’assuefazione della società al dolore. L’insensibilità del popolo descritto in Un tipo di realtà fa percepire al lettore tutta la freddezza di una civiltà diventata desolata e svuotata da tutto, fuorché dalla falsità.
Le crudeltà inimmaginabili citate in questi racconti, riflettono tutto il male intrinseco nell’uomo che si manifesta in manie di persecuzione e crimini al limite della sopportazione, a cui la società risponde con il silenzio e indifferenza. Attraverso figure innocenti (i bambini) visti come capro espiatorio per dare il via alla serie di omicidi, si avverte tutto il peso singolare di un paese perennemente in bilico tra un passato ormai troppo lontano e impossibile da ripristinare, e un futuro individualista dove gli ideali e i credo di unità e fratellanza non esistono più.
a cura di
Elisa Manzini
Seguici anche su Instagram!