Nathy Peluso – Fabrique, Milano – 9 febbraio 2025

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Musica, anima e grinta: il concerto di Nathy Peluso che ha acceso Milano. Un’esplosione di energia in un Fabrique sold out

Domenica 9 febbraio, Milano ha assistito a qualcosa di più di un semplice concerto: è stato un vero e proprio rito collettivo. Il Fabrique era gremito fino all’ultimo posto, un mare di persone pronte a lasciarsi travolgere dall’uragano Nathy Peluso. E lei non ha deluso. Appena salita sul palco, l’aria si è caricata di elettricità. Senza bisogno di effetti speciali o cambi d’abito, ha dominato la scena con la sola forza della sua voce, del suo corpo e della sua travolgente presenza scenica.

Un viaggio musicale senza confini

Nathy Peluso è un’artista impossibile da incasellare, e la scaletta della serata ne è stata la prova. Con una naturalezza disarmante, ha spaziato tra generi e influenze, mescolando hip hop, bachata, salsa, jazz e R&B come fossero ingredienti di un cocktail esplosivo. Il pubblico ha risposto con un’energia incredibile, muovendosi all’unisono sulle note di brani come “Sana Sana” e “Delito“, trasformando il Fabrique in una gigantesca onda danzante. Poi, all’improvviso, l’atmosfera cambiava: è bastato un accenno di “Envidia” per far scendere un silenzio quasi religioso, spezzato solo dalle voci commosse che cantavano ogni parola.

Ma Nathy non si è fermata qui: il pubblico è letteralmente esploso sulle note di “Business Woman“, manifesto della sua grinta e indipendenza, e ha cantato a squarciagola “Ateo“, la sua collaborazione con C. Tangana che ha infiammato le classifiche. Non potevano mancare anche “Mafiosa“, con il suo ritmo irresistibile, e “Emergencia“, che ha mostrato il lato più elettronico e sperimentale della cantante.

Empatia e cuore: Nathy incanta con parole e musica

Non è solo la sua voce incredibile a rendere speciale Nathy Peluso, ma il modo in cui riesce a toccare il cuore del pubblico. Tra una canzone e l’altra, ha parlato con sincerità e passione, condividendo riflessioni sulla crescita, sull’amore e sulla necessità di credere in sé stessi. È così che ha introdotto canzoni molto personali come “El dìa que perdì mi juventud. Ha ricordato quanto sia importante amare, non solo un’altra persona, ma anche la musica, la vita e la propria essenza con il brano “Vivir asì es morir de amor“. Ogni sua parola sembrava un messaggio personale rivolto a ciascuno dei presenti.

Una band perfetta per una performer totale

Ad accompagnarla, una band che ha saputo valorizzare ogni sfumatura del suo universo sonoro. I ritmi latini si fondevano con bassi potenti e groove hip-hop aggiungendo un tocco di spettacolarità anche nei pezzi più elettronico come “Todo roto e “BZRP Music Session #36  in collaborazione con l’artista Bizarrap. Lei, nel frattempo, giocava con gli oggetti di scena, trasformando il palco in una tela su cui dipingere emozioni.

Curiosità su un’artista senza freni

Oltre a essere una cantante straordinaria, Nathy Peluso è anche un’icona di stile e creatività. Ha recentemente collaborato con Desigual per una linea di moda ispirata al suo stile unico e ribelle. Ma non solo: ha raccontato in diverse interviste di aver rivoluzionato la sua vita abbandonando fumo e alcol per concentrarsi completamente sulla musica e sulla crescita personale. Una crescita personale che ispira ogni suo fan.

Un concerto che resta nell’anima

Quella di Milano non è stata solo una performance, ma un’esperienza totalizzante, capace di travolgere il pubblico con un’ondata di energia e sentimento. Nathy Peluso ha dimostrato ancora una volta di essere un’artista completa, capace di mescolare potenza vocale, presenza scenica e un carisma fuori dal comune. Ogni brano è stato un viaggio, ogni parola un invito a vivere la musica con tutto il cuore. Il pubblico l’ha seguita senza esitazione, lasciandosi guidare tra ritmi incandescenti e momenti di pura emozione.

Chi era al Fabrique porterà a lungo con sé il ricordo di una notte che ha fatto ballare, sognare e, soprattutto, sentire vivi

a cura di
Maria Giulia Lapenna

foto di
Mirko Fava

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di Mirko Fava

Mirko Fava nasce a Parma il 23/04/1991. Ha un diploma da geometra che ha usato per poco tempo, prima di diventare impiegato. Ha cominciato ad appassionarsi di musica negli anni delle superiori ed è andato alsuo primo concerto nel 2007, portandosi dietro una delle prime digitali compatte di suo padre, ottenendo scarsissimi risultati. La passione per la fotografia è cominciata parallelamente a quella per i concerti, anche se a tutti gli effetti si è sviluppata definitivamente dopo qualche anno. La macchina fotografica lo accompagna anche in viaggio, alla costante esplorazione del mondo. Tutte passioni economiche, in pratica.

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