Barbie: un’icona culturale in mostra a New York
La celebrazione presso il Museum of Arts and Design
La possibilità di avere delle scelte e la libertà di immaginare di essere chiunque è la filosofia che ha portato alla creazione della bambola più famosa al mondo: Barbie. Un giocattolo che in 65 anni di storia è diventato un’icona culturale assorbendo e riflettendo l’espressione del tempo, o spesso anticipandoli.
Tutti i traguardi di Barbie vengono celebrati a New York con Barbie: A Cultural Icon, al Museum of Arts and Design (Mad), visitabile fino al 16 marzo.
C’era una volta Barbara…
La mostra comprende oltre 250 bambole d’epoca, insieme a interviste, spot pubblicitari, video e sezioni narrative dalla collezione privata di David Porcello e della Mattel. Curata da Karan Feder, traccia 65 anni di storia Barbie mettendo in evidenza il percorso che ha portato la bambola a diventare appunto un’icona culturale. Lo fa partendo dalle intenzioni della sua creatrice (Ruth Handler), la quale, dopo aver fondato con il marito Elliot e Harold Matson la Mattel, decise di dedicare una bambola alla figlia Barbara con un corpo conturbante e la possibilità di essere tutto ciò che si vuole senza mai perdere di vista la moda. Fu proprio osservando la bambina che giocava creando bambole di carta alle quali dava ruoli da adulti, che Ruth si rese conto delle potenzialità di una bambola dalle caratteristiche di un adulto.
La prima Barbie, la numero 1, è in bella mostra al quinto piano del Mad. Era il 1959 e il pubblico della New York Toy Fair accoglieva con scetticismo una bambola con un costume zebrato e la coda di cavallo. Era del tutto diversa dagli altri giocattoli dell’epoca perché aveva le sembianze di un adulto; nonostante ciò il successo fu immediato, il mondo fu stregato da quella bambola e dalla sua filosofia.
Il contenuto della mostra
Disposta su due piani, Barbie: A Cultural Icon arriva a New York dopo il debutto nel 2021 a Phoenix e a Las Vegas. E’ organizzata secondo decadi e lungo sei sezioni. Oltre alle origini, la prima sezione presenta tutti i 22 ensemble dei costumi originali. Tra cui uno a tema vacanze romane, Barbie Bell Dress, ispirato a Jackie Kennedy, l’arrivo di Ken nel 1961, la Barbie in minigonna, Christie la prima bambola nera, la Barbie astronauta. la creazione della Dreamhouse (la casa dei sogni).
“Barbie nei suoi 65 anni di storia ha catturato lo spirito dei tempi, è stata di ispirazione e ha aiutato tante ragazze nelle loro carriere. E’ un brand che si è evoluto attraverso le generazioni”.
Fonte ANSA
Non a caso, dalla bambola dal corpo perfetto, nel corso degli anni sono nate le Barbie all’insegna dell’inclusività: ricordiamo quella con la sindrome Down, quelle non vedenti, con le protesi, senza capelli e con vitiligine. “Il modello più venduto in assoluto – continua la Feder – è stata la Totally Hair distribuita nel 1992. Ha capelli acconciabili lunghi fino ai piedi.
In mostra abbiamo inoltre la Mirror-Pink Corvette e la serie, Barbie Signature 65th Blue Sapphire Anniversary Fashion Dolls, in omaggio alla storia e al patrimonio culturale della bambola”.
Un fenomeno che non riguarda solo i bambini
Oltre a un enorme quantità di bambole Barbie, è stato prodotto un’ingente numero di film che la hanno come protagonista.
Dal 2000 a oggi si possono contare circa una quarantina di film d’animazione, per citarne alcuni Barbie e lo Schiaccianoci, La principessa e la povera, Barbie in le 12 principesse danzanti, Barbie principessa dell’isola perduta. A questi si aggiungono speciali televisivi, web series, cortometraggi e il celebre film live action del 2023 Barbie.
A partire dai vari titoli dei film d’animazione, è possibile notare come Barbie incarni differenti tipologie di ragazze, da una ballerina, all’abitante di un isola a stretto contatto con la natura. Seppur i due esempi citati non rappresentino in modo pragmatico la maggior parte delle donne, la filosofia che ha accompagnato la nascita di Barbie si riflette chiaramente anche nei cartoni.
Le giovani spettatrici possono infatti immaginare di essere chi vogliono, assistendo alle varie avventure di Barbie.
Questo concetto è riscontrabile anche nel film, dove unito a una giusta dose di femminismo e ironia, incontriamo le bambole che compiono differenti mestieri. Tra queste ricordiamo una Barbie presidente, una scrittrice e una fisica.
L’ammirazione verso questo personaggio ha portato alla creazione di oggetti di ogni tipo raffiguranti il logo. Astucci, zaini e quaderni sono solo alcuni degli articoli realizzati, troviamo anche capi d’abbigliamento per adulti, fino ad arrivare a collezioni make-up e trend.
Il mondo del collezionismo
Tale ammirazione verso il personaggio ha portato anche al fenomeno del collezionismo. Mattel ha valutato l’esistenza di oltre 100.000 collezionisti, i quali acquisterebbero circa 20 bambole all’anno, arrivando a spendere più di 1000 dollari all’anno per accrescere la collezione. Tra le possibili Barbie collezionabili citiamo Magia delle Feste, prodotta da Mattel ogni anno in occasione del periodo di natalizio. La Barbie indossa infatti abiti festosi, spesso con dettagli oro, argento o rossi.
a cura di
Eleonora Maria Cavazzana
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