Il Cinema Ritrovato, giorno 9 – la fine del cinema (o forse no)

Il Cinema Ritrovato, giorno 9 – la fine del cinema (o forse no)
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Dopo nove giorni di festival, Il Cinema Ritrovato 2024 cala il sipario. E lo fa con un’opera grandissima, che investiga il cinema e la sua morte, dichiarata ogni decade ma poi sempre scampata. Ecco “Babylon”, sul grande schermo di Piazza Maggiore, per gli ultimi 189 minuti de Il Cinema Ritrovato.

L’ultima serata de Il Cinema Ritrovato 2024 ha rappresentato un evento memorabile che ha riunito, ancora una volta, migliaia di persone sotto le stelle di Piazza Maggiore. Il gran finale, la ciliegina sulla torta è stata offerta da uno dei registi più talentosi e in voga attualmente: Damien Chazelle, con la sua ultima fatica, Babylon.

Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna e fondatore del Festival, dopo aver ringraziato i più di 300 (!) volontari che hanno dato anima e corpo per l’organizzazione del super evento, ha posto qualche domanda al regista statunitense.

Il significato e il cast della pellicola

Un primo quesito nasce dalla bivalenza di Babylon, un film molto moderno e dinamico, che parla di un ambiente relativamente antico. Chazelle ha risposto sottolineando inizialmente quanto sia fondamentale l’esperienza del passato per trasmettere un messaggio al presente, quasi un monito: “Il cinema è estremamente giovane; ad esempio, il passaggio dal muto al sonoro è avvenuto nel giro di 4-5 anni. Ciò dimostra quanto tutto proceda in modo estremamente veloce. Siamo solo nell’infanzia della storia del cinema..

Damien Chazelle in Piazza Maggiore

Il discorso è poi passato al cast eccezionale del film, formato da attori con background molto diversi. Inoltre, come affermato dal cineasta, i personaggi sono stati in parte ricavati dalle esperienze, dalle vite e dalle carriere degli attori scelti. Pitt ha un suo bagaglio, su cui contavo, ma speravo si adattasse per il film – e così è stato. La Robbie, soprattutto al tempo in cui stava emergendo, era simile al personaggio interpretatofortunatamente non proprio uguale!, ha dichiarato Chazelle sorridendo, offrendo al suo pubblico un piccolo spoiler sulla storia.

Con Diego Calva, invece, l’approccio è stato differente. Il messicano fu consigliato dalla moglie, produttrice della pellicola, ma Chazelle era preoccupato per la sua “inesperienza”, soprattutto in confronto ad un colosso come Brad Pitt. Allora, ecco l’idea: “Facemmo prima il provino, poi girammo l’intero film nel cortile di casa nostra, con l’iPhone. Ammetto, è una bella versione!, ha concluso, fra le risate e gli applausi della piazza gremita.

Cosa si prospetta all’orizzonte?

Farinelli ha poi posto l’attenzione su Hollywood e sulla sua evoluzione (o involuzione) mostrata nel film, dal 1926 al 1952: da una Hollywood libera a un mondo completamente differente, una vera e propria industria. Positivo o negativo che sia, c’è fiducia verso il Cinema e verso il suo futuro. “Anche il cinema più vecchio ha la capacità di parlare a tutte le età e di continuare a evolversi. Ogni decade si dice che il cinema è morto: in ufficio ho un poster del 1952 che recita “Il cinema è morto?”, eppure siamo ancora qui. Risorge sempre.”, ha concluso infine Chazelle, ribadendo il suo amore smisurato per la Settima Arte.

Le mie riflessioni su Babylon

Guardare Babylon in Piazza Maggiore è stata un’esperienza che ha lasciato un’impronta indelebile nel mio cuore cinefilo. Rispetto alla pellicola in sé, uno degli aspetti che ho più apprezzato è la capacità di Chazelle di mescolare l’antico con il moderno. Il film offre uno spaccato sulla società del tempo che, incredibilmente, rispecchia quella attuale.

Questa sensazione di ciclicità è resa magistralmente nella scena memorabile tra Brad Pitt, nei panni di un attore del cinema muto che fatica a trovare il suo posto nel nuovo mondo del cinema sonoro, e Jean Smart, che interpreta una giornalista. Diverbi professionali fra attori delusi e giornalisti “obbligati” a parlarne male ci sono sempre stati e sempre ci saranno centinaia di volte, ma non bisogna affrangersi. La pellicola rimarrà per sempre, e ogni volta che il personaggio tornerà sullo schermo, il suo fantasma danzerà con il pubblico. In un ciclo perpetuo.

Una scena del film
Le citazioni

Le citazioni cinematografiche presenti sono un altro elemento che ho trovato estremamente affascinante. Dopo la prima notte, i personaggi e la musica lenta in mezzo alle “macerie” della serata ricordano I Vitelloni (1953), catturando l’essenza della spensieratezza priva della disillusione giovanile felliniana. La salita sulla collina per girare la scena al tramonto è un chiaro omaggio a Il Settimo Sigillo di Bergman (1957), ma in caricatura. Non vi è, infatti, alcun senso di ricerca e di riflessione esistenziale, soltanto la stella Jack Conrad che vomita dopo un pomeriggio di bevute. Un’ultima che cito è il percorso in strada verso il bunker definito come “il buco di culo di Los Angeles”, che richiama alla mente l’atmosfera surreale e disturbante di Strade Perdute di Lynch (1997). Questi riferimenti (e molti altri sparsi nel film) arricchiscono la pellicola dotandola di profondità e di un dialogo continuo con la storia del cinema.

Babylon è una dichiarazione d’amore per il Cinema, che raggiunge il suo apice col finale emozionante. Questo omaggio ai cento anni di pellicole è un tributo che tocca l’anima di chiunque ami questa forma d’arte. La proiezione in Piazza Maggiore ha reso questa esperienza trascendente, quasi metafisica. Seduto sotto le stelle, circondato da amici e altri appassionati, è stato come se il tempo si fosse fermato.

Piazza Maggiore, 30 Giugno 2024

“Cinema is not only the seventh art, but also the one in which all the others converge.”. Grazie Damien.

La mia lettera d’amore al cinema si conclude qui. Ringrazio infinitamente Il Cinema Ritrovato per l’esperienza di quest’anno. Ci vediamo nel 2025!

cura di
Francesco Pasquinelli

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Francesco Pasquinelli

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