Ligabue e Guttuso protagonisti della mostra toscana

Ligabue e Guttuso protagonisti della mostra toscana
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Fino al 30 settembre al Museo Stanze della memoria a Barga

Dalla Realtà al Realismo: Antonio Ligabue e Renato Guttuso é il titolo della mostra dedicata ai due grandi interpreti della pittura italiana del Novecento. Iniziata il 22 giugno, sarà possibile visitarla fino al 30 settembre presso il Museo Stanze della Memoria di Barga, in provincia di Lucca.
Il percorso espositivo comprende una ventina di opere dei due pittori. Seppure distanti artisticamente e culturalmente, parlarono di realtà, scrivendo pagine importanti della storia dell’arte moderna.

Tra le opere di Guttuso saranno visibili alcuni suoi dipinti più amati e ricercati dai collezionisti: le nature morte. Saranno inoltre esposti due paesaggi ad olio, capaci di condurre il visitatore in un viaggio lungo tutta la Penisola, dalle Alpi alla Sicilia. Completano il progetto alcune rare opere su carta: gli appunti di un viaggio in Egitto che Guttuso compie nel 1959 con Giovanni Pirelli e alcuni bozzetti per costumi teatrali, che testimoniano la felice attività del Maestro di Bagheria per il teatro.

scorcio di Natura morta col giornale, Antonio Gattuso, (fonte: Pinterest)
Antonio Ligabue, uno straordinario artista tormentato

Antonio Ligabue nacque a Zurigo, in Svizzera, il 18 dicembre 1899 da Maria Elisabetta Costa, originaria della provincia di Belluno, e venne registrato all’anagrafe con il cognome della madre. Il 18 gennaio 1901 la donna si sposò con Bonfiglio Laccabue, che il 10 marzo successivo riconobbe il bambino dandogli il proprio cognome, mutato poi in Ligabue. L’artista non visse con la sua famiglia d’origine, difatti già nel settembre del 1900 venne affidato a Johannes Valentin Göbel ed Elise Hanselmann, una coppia senza figli di svizzeri tedeschi, che l’artista considerò sempre come i propri genitori.

Le opere di Ligabue risultano a primo impatto cariche di sentimenti repressi, come traspare dal volto dei suoi animali dipinti. Questo probabilmente perché l’artista celava una profonda sofferenza, difatti sin dall’infanzia visse in una situazione economica familiare disagiata. Ma soprattutto, era affetto da alcune malattie fisiche (come il rachitismo) e mentali. A causa dei disturbi comportamentali provocati da queste ultime, dovette cambiare numerose scuole e istituti, fino a quando nel 1917 venne ricoverato in un ospedale psichiatrico svizzero per una crisi nervosa. Riassumendo, non ebbe una vita facile e agiata, bensì faticosa e parzialmente triste.

Il trasferimento in Italia

Un grande cambiamento nella vita dell’artista può essere individuato nel 1919, quando venne denunciato dalla madre per una presunta aggressione, e fu costretto a trasferirsi nel paese natale del padre in Italia: Gualtieri (Re). Probabilmente non contento, tra le possibili motivazioni menzioniamo la non conoscenza della lingua italiana, Ligabue tentò di tornare senza successo in Svizzera.
Mentre conduceva una vita nomade come bracciante e operaio, notò come la pittura riusciva ad alleggerire le sue ansie e aiutarlo. Intorno al 1927, probabilmente a causa dell’incontro con Mazzacurati e Mozzali si dedicò in maniera più regolare e sistematica alla pittura e alla scultura. Verso la fine degli anni quaranta andò crescendo l’interesse della critica nei confronti delle sue opere e arrivarono i primi riconoscimenti. In seguito, negli anni Cinquanta, si poté apprezzare la sua partecipazione a mostre collettive e personali.

I soggetti e temi nelle opere
una delle tigri dipinte, scorcio di Tigre assalita da un serpente, Antonio Ligabue, 1953 (fonte: pinterest)

Nei suoi quadri vengono espresse le sensazioni e i sentimenti che l’artista non riusciva a esprimere in altri modi. Dipingeva traendo le immagini dalla propria memoria visiva, che attingeva da svariati ambiti: la sua infanzia, i paesaggi, gli episodi quotidiani, ma anche film, cartoline e libri erano fonte d’ispirazione. È possibile notare anche l’utilizzo di fonti “più colte”: opere di Vincent van Gogh, di Gustav Klimt, dei fauves e degli espressionisti tedeschi, con le quali si possono infatti notare numerose somiglianze.
Nelle opere di Ligabue una forte espressività si combina alla semplicità, e i colori vengono utilizzati in maniera significativa. Tra i soggetti più comuni da lui dipinti è possibile apprezzare gli animali, da felini come la tigre, ad altri meno esotici, come le galline. Inoltre, è evidente come l’artista prediligesse dipingere scene di caccia, dal gatto che bracca il topo, alla tigre che assale l’antilope. Nelle sue pitture si può notare una tendenza alla ripetitività, difatti esistono anche numerosi autoritratti, svariate rappresentazioni della vita dei campi e così via.

In mostra a Barga alcune opere iconiche di Ligabue, come le tigri, una cavalla con il puledrino e il rientro dai campi.

a cura di
Eleonora Maria Cavazzana

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