“Sbatti il mostro in prima pagina” – in anteprima il 27 giugno

“Sbatti il mostro in prima pagina” – in anteprima il 27 giugno
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Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio, interpretato da Gian Maria Volonté, in versione restaurata 4K dalla Cineteca di Bologna uscirà nelle sale il 4 luglio. Il 27 giugno sarà possibile vederlo in anteprima al Cinema Ritrovato di Bologna.

Esce in sala il 4 luglio, distribuito da 01 Distribution in collaborazione con Minerva Pictures, Sbatti il mostro in prima pagina, diretto nel 1972 da Marco Bellocchio. Accolto al Festival di Cannes da lunghi applausi e standing ovation, sarà in anteprima al Cinema Ritrovato di Bologna il 27 giugno.

Si tratta della versione restaurata in 4K dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con Surf Film, Kavac Film e Minerva Pictures, con la supervisione dello stesso Bellocchio. Augustus Color ha digitalizzato i negativi scena e suono originali, mentre e il laboratorio L’Immagine Ritrovata ha curato il restauro.

Sergio Donati e Goffredo Fofi hanno curato la sceneggiatura del film, mentre Luigi Kuveiller ed Erico
Menczer
sono i responsabili della fotografia. Il montaggio è di Ruggero Mastroianni, le musiche di Nicola Piovani, la scenografia di Dante Ferretti e, infine, i costumi di Franco Carretti.

Tra gli interpreti vanno ricordati Gian Maria Volonté (Giancarlo Bizanti), Fabio Garriba (Roveda), Carla Tatò (moglie di Bizanti), Jacques Herlin (Lauri), John Steiner (ingegner Montelli), Michel Bardinet (Vanzina, redattore de “Il Giornale”), Jean Rougeul (direttore de “Il Giornale”), Corrado Solari (Mario Boni), Laura Betti (Rita Zigai).

“Sbatti il mostro in prima pagina”: opinioni autorevoli

In Storia del cinema italiano Gian Piero Brunetta a proposito del film sosteneva che:

Racconta una storia che attraversa una serie di eventi reali che hanno scosso in quegli anni la coscienza del paese. Si va dai riferimenti a primi episodi terroristici, come le bombe alla Fiera campionaria di Milano del 1969, o di cronaca nera (la morte di Milena Sutter) a episodi di guerriglia urbana o a eventi traumatici come la strage di Piazza Fontana, la morte dell’anarchico Pinelli, o quella dell’editore Giangiacomo Feltrinelli. [Un film che ha] la capacità di trasmetterci il senso di tensione sociale di temperatura ideologica in aumento e di lotta cieca e senza esclusione di colpi tra le varie forze organizzate, istituzionali e spontanee”.

Gian Piero Brunetta

Anche un nome importante come Alberto Moravia aveva avuto modo di esprimere il proprio parere. In un articolo su L’Espresso riassumeva le vicende del film.

Un giornale gode fama di organo di informazione oggettivo, imparziale, indipendente, illuminato. Ciononostante, o forse appunto per questo, si tratta di una facciata menzognera dietro la quale si nasconde un proprietario che difende con piena consapevolezza gli interessi dei gruppi di potere e un direttore cinico e pronto a tutti i compromessi. Accade che proprio alla vigilia delle elezioni l’opposizione attacchi i gruppi finanziari che si servono del giornale. Allarmato, il proprietario convoca Bizanti, il direttore, gli chiede di sviare l’attenzione del pubblico dalla vera pista rappresentata dai finanziatori del quotidiano, verso la falsa pista di qualche fatto di cronaca apolitico. Per l’appunto, in quei giorni, una ragazzetta, Maria Grazia Martini, è stata ritrovata violentata e strangolata in un prato della periferia. Una lettera anonima inviata al giornale promette informazioni sull’assassino. Bizanti non perde tempo e si dà con alacrità al creare il diversivo del mostro. Bizanti ha fortuna. Incastra l’autrice della lettera, una povera donna gelosa, e le strappa il nome del presunto assassino, un ragazzo della contestazione. Bizanti non sperava tanto: ecco il mostro e, per giunta, situato, politicamente, a sinistra. A questo punto, però, un giovane redattore, Roveda, non se la sente di seguire il direttore nelle sue immaginose ricostruzioni.

Alberto Moravia

Goffredo Fofi, co-sceneggiatore del film insieme a Sergio Donati, ha raccolto in Il cinema italiano d’oggi (1984), la testimonianza di Marco Bellocchio.

La lavorazione di Sbatti il mostro in prima pagina era iniziata con Sergio Donati come sceneggiatore e regista. Di comune accordo lui e il produttore avevano giudicato che Donati non era in grado di poter passare ancora alla regia, e così Franco Committeri si dette da fare per trovare uno che riprendesse il film. Io accettai perché m’interessava un’esperienza di questo genere; saltare su un treno già in marcia, vedere cosa si poteva fare come lavoro strettamente professionale, e anche trasformare il film, che era un giallo sul mondo del giornalismo milanese, in un film di taglio politico. Mi trascinai appresso Fofi e con lui riscrivemmo velocissimamente la sceneggiatura giorno per giorno, mentre si girava. Restarono gli ambienti, restarono quasi tutti gli attori, ma vennero aggiunti nuovi ruoli, tra cui quello fondamentale di Laura Betti, e la storia diventò completamente diversa”.

Marco Bellocchio

Anche lo stesso Fofi ha condiviso i propri ricordi:

Il mio modello era il Fritz Lang dei piccoli film americani. Una storia veloce che mostrasse il funzionamento del potere dentro i mass-media a partire da un caso di manipolazione politica che era ricalcato su quello di Valpreda.

Goffredo Fofi

a cura di
Staff

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Claudia Camarda

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