Blonde Redhead – Castello Estense, Ferrara – 3 giugno 2024

Blonde Redhead – Castello Estense, Ferrara – 3 giugno 2024
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Immaginate una cena per pochi intimi dove al posto del cibo viene servita però dell’ottima musica. Questa è l’atmosfera che lunedì 3 giugno ha respirato chi era presente nel cortile del Castello Estense in occasione del Ferrara Sotto Le Stelle. Ad aprire la manifestazione c’erano i Blonde Redhead con le loro sonorità a cavallo tra lo shoegaze e l’elettronica soft

Immaginate una cena da condividere con circa duemila commensali. Siete seduti a un enorme tavolo comunitario all’interno di un castello di fine 1300. La gente è tanta ma l’atmosfera è raccolta. Sono le 21.45, quando, si raccoglie il gentile invito di Kazu Makino e dei fratelli Pace (trio noto con il nome di Blonde Redhead) a sedersi con loro per un convivio.

Perdonerete il gioco di metafore poiché non ci sono sedie e non ci sono cene, ma il messaggio è inequivocabile ed è contenuto nel titolo dell’album per il quale il trio italo-giapponese è in tour dallo scorso anno, “Sit Down for Dinner“. Il titolo non è una domanda ma una dichiarazione di intenti, un’esortazione composta, quasi imbarazzata e gentile. Altrettanto gentili appaiono loro quando le note di “Falling Man” si adagiano sul tappeto sonoro che apre il pezzo contenuto nell’album “Misery Is a Butterfly“.

Così inizia la 28ª edizione del “Ferrara Sotto Le Stelle” che vede tornare i Blonde Redhead su quello stesso, ventuno anni dopo la prima volta.

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Il solo show di Any Other prepara l’atmosfera

Il vasto pubblico (il concerto è andato sold out, ndr) è già in clima, merito anche dell’opening act di Adele Altro. Adele, cantautrice veronese di adozione meneghina conosciuta con il nom de plume Any Other.  In veste solista, ha saputo scaldare gli animi dei presenti con voce morbida accompagnata da una chitarra acustica minimalista in cui nessuna nota pare essere pizzicata per caso.

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Tornando ai Blonde Redhead…

Nessuno dei tre componenti sembra guarda il pubblico, mantenendo un atteggiamento in perfetta linea con il loro stile shoegaze. Kazu sembra muoversi fluttuando leggera nel suo mondo, una kefiah a scacchi al collo, il basso in mano. Simone colpisce le pelli alternando ghost notes, perfettamente udibili, a colpi di rullante secchi che cadono ritmicamente precisi. Amedeo canta con quel suo timbro vocale unico e perfettamente riconoscibile. Difficile immaginare un opener migliore di questo, considerando soprattutto che, dopo tante edizioni svolte nella piazza antistante il castello, dalla scorsa edizione il festival ha fatto ritorno nel cortile interno dell’edificio.

Una scelta che risulta vincente, o per lo meno lo è per un gruppo come i Blonde Redhead i quali sembrano beneficiare dell’atmosfera decisamente più raccolta rispetto ai grandi palchi come quello del Primavera Sound di Barcellona, sul quale si sono esibiti pochi giorni fa.

Qualche problema tecnico: tra il dispiacere di Maniko e il supporto premuroso di Amedeo

Il trio prosegue con “Dr Strangluv” che viene interrotta da Makino per via del microfono non funzionante, prima di essere eseguita nuovamente per intero. Purtroppo non sarà l’unico problema tecnico della serata poiché anche per “Elephant Woman” la sorte è la medesima. Kazu appare in difficoltà, quasi atterrita per via degli inconvenienti, proprio come lo sarebbe una buona padrona di casa. D’altronde lei qui, in Italia, probabilmente di casa ci si sente (italiana di adozione avendo vissuto all’Isola d’Elba prima di dover tornare negli Stati Uniti a causa della pandemia).

È difficile, per quanto privo di importanza, determinare chi sia la frontwoman o il frontman del gruppo anche a causa dei continui cambi di strumenti e di linee melodiche cantate un po’ da Amedeo e un po’ da Kazu.

A un certo punto Amedeo mima qualcosa a Makino. Pare una specie di esortazione sorridente a salutare il pubblico, a dire qualcosa, e soprattutto a non farsi sopraffare dalla negatività. Ed è qui che il concerto ha la sua svolta, che il pendolo cambia la propria oscillazione. Kazu si avvicina un po’ impacciata al microfono. Le sue labbra dicono “Ciao” e il pubblico che, per onor di cronaca, non ha mai smesso di applaudire per tutta la durata dei piccoli inciampi tecnici, esplode ricambiando il saluto.

Seguono “Snowman” e “Melody Experiment” ed è ormai chiaro come ogni problema tecnico, ogni goccia di vino versata sulla tovaglia della cena, della nostra cena, sia ormai un dettaglio di poco conto, ma è con “SW” che la percezione si trasforma in certezza e ci introduce alla sezione successiva.

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La rivalsa durante il secondo tempo

É proprio in questa parte finale del set che il concerto si trasforma da una bella cena tra amici in qualcosa di onirico. Le due parti di “Sit Down for Dinner” sono l’anticamera onirica che viene svelata come da sotto il mantello di un prestigiatore. La voce lattiginosa della Makino sembra provenire da un altro mondo, quel mondo che ogni notte si crea e ogni mattina si distrugge. Ci prende per mano attraverso la prima parte per raccontarci di come si è “seduta a tavola per cena e la vita per come la conosceva è finita” (possibile riferimento al periodo pandemico mondiale, periodo in cui l’album è nato; ndr).

Il primo set finisce con “23“, traccia dell’omonimo album, che serve a ridestare tutti dalla collettiva ipnosi nella quale sembriamo essere finiti. C’è ancora spazio per un piccolo encore di tre canzoni. Dopo essersi profusi in imbarazzate scuse al pubblico, Kazu, Amedeo e Simone salutano i presenti poco prima che le luci si riaccendano.

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Considerazioni finali

Cosa rimane di questo concerto dei Blonde Redhead? La sensazione eterea delle voci di Kazu e Amedeo, la ritmica controllata e mai invadente di Simone, l’imperfezione di una prima parte di spettacolo che è inconsapevolmente servita a gettare le basi per un delicato sogno collettivo della seconda.

Rimane la gratitudine che i volti dei presenti parevano emanare una volta riaccese le luci del cortile del castello. La stessa gratitudine che si riserva agli amici speciali. Siccome il cibo (e la musica) sono dei telepass emozionali, dopo l’invito a cena consumato con voracità dalle nostre orecchie, ci sentiamo tutti un po’ più amici dei fratelli Pace e di Kazu Makino.

I Blonde Redhead continueranno il loro tour europeo prima di spostarsi in Australia. Se non avete avuto occasione di esserci alla data di Ferrara, speriamo abbiate rimediato ieri al Milk di Torino. Altrimenti, ultima data italiana del tour, questa sera, mercoledì 5 giugno, all’Alcatraz di Milano.

Di seguito riportiamo la scaletta completa della serata:

  1. Falling Man
  2. Dr. Strangeluv
  3. Doll Is Mine
  4. Elephant Woman
  5. Snowman
  6. Melody Experiment
  7. SW
  8. Sit Down for Dinner, Pt. 1
  9. Sit Down for Dinner, Pt. 2
  10. Maddening Cloud
  11. Spring and By Summer Fall
  12. 23
    Encore
  13. Before
  14. Kiss Her Kiss Her
  15. Rest of Her Life

a cura di
Illary Terenzi

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