Il fascino esercitato dagli scacchi sull’arte contemporanea 

Il fascino esercitato dagli scacchi sull’arte contemporanea 
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Tradizione cavalleresca, strategia e competizione sono gli elementi che hanno reso gli scacchi uno dei giochi più affascinanti al mondo. La storia del celebre gioco da tavolo risale a circa 1500 anni fa. Inseguendo le sue tracce veniamo trasportati in India, dove gli scacchi erano conosciuti e praticati sin dal VI secolo d.C. con il nome di chaturanga. Questo popolare intrattenimento si diffuse in Persia e successivamente nei territori islamici, che lo esportarono in Spagna e Sicilia durante la dominazione araba favorendone l’affermazione in Europa.

Nel Medioevo gli scacchi acquisirono la struttura e le regole tuttora utilizzate. In questo periodo vennero implementate nella scacchiera la figura della regina e le destrezze del cavallo, pedina nota per il suo movimento a «L». Per via delle sue doti nello sviluppo della capacità logiche e strategiche divenne un passatempo nobile e intellettuale apprezzato dalle corti rinascimentali. I signori europei patrocinavano maestri di scacchi, oltre a finanziare e organizzare veri e propri tornei. Apprezzato per la sua natura macchiavellica, il gioco era utilizzato per affinare le virtù militari e le abilità di ragionamento dei giovani principi.

I tributi dell’arte contemporanea agli scacchi

La fascinazione per gli scacchi perdurò nel contemporaneo trasformandoli in un soggetto attrattivo per gli artisti, i quali iniziarono a dipingerli, filmarli o addirittura a progettare una scacchiera e le sue perdine. Sebbene il gioco sia tornato in auge per via della serie (Queen’s Gambit nella versione originale), esistono svariati progetti artistici ad essi dedicati, basti pensare alla scacchiera bianca di Yoko Ono, intitolata Play It By Trust (1966-2011), che propone una versione minimalista ridotta ad un solo colore per promuovere una riflessione sull’atteggiamento di neutralità e quindi sulla pace. 

Yoko Ono, “Play It By Trust”, 1966-2011
Scacchiere tematiche 

Segue un’altra icona del contemporaneo, l’archistar Frank Gehry con la sua Chess Set ispirata alle architetture moderne e alle forme geometriche complesse, realizzata con pezzi che richiamano vagamente la struttura del Guggenheim Museum di Bilbao. Modello a cui si aggiunge la scacchiera Star Wars, prodotta da Royal Selangor, le cui pedine raffigurano i personaggi della saga di sci-fi, scolpiti minuziosamente.

Frank Gehry, “Chess Set”, 2008

Progetto di ispirazione fantascientifica che non sorprende considerando l’intricata versione del gioco pensata nelle puntate della serie gemella Star Trek! Difatti, in alcune scene vengono presentati gli scacchi tridimensionali, complesso passatempo comune tra i cittadini vulcaniani.

Scacchiere hand-made 

Un’alternativa spartana agli elaborati modelli sopracitati è Travelling Chess Set (2008), ideata da Tracey Emin attraverso la fiber art e studiata per evocare un’atmosfera familiare. Scacchiera che racconta un corteggiamento tessuto su un lenzuolo in miniatura, su cui le pedine si ricorrono componendo una storia da scrivere mossa dopo mossa.

Sempre dall’immaginario casalingo scaturisce la scacchiera realizzata dalla scultrice Rachel Whiteread, che trasforma gli arredi e gli elettrodomestici in pedine mettendo in scena il gender role. L’artista rappresenta allegoricamente un match tra elementi del mobilio all’interno di un soggiorno. Interamente composta da miniature di mobili e utensili da cucina in stile anni ’50, quest’opera narra il conflitto di genere racchiuso in una piccola pedana che richiama allegoricamente le mura di un appartamento.

Rachel Whiteread, “Modern Chess Set”, 2005
Scacchiere multimediali

Un’ulteriore esempio di tale fascinazione è Chessboard Mirror (2011), scacchiera digitale interattiva progettata da Daniel Rozin. Questo prototipo non solo permette di giocare una partita, ma riflette anche i movimenti degli sfidanti in simultanea tramite una serie di luci e ombre. Lavoro che si inserisce perfettamente nella ricerca di Rozin basata su video mapping, proiezioni ed interattività.

Gli esempi elencati sono solo alcune delle migliaia di opere ispirate o dedicate agli scacchi. Svago millenario che continua ad evolversi non solo come gioco di strategia, ma come forma d’arte. L’interesse dimostrato dagli artisti a livello internazionale testimonia il valore culturale dell’attività ormai globale e sviluppatasi al punto da essere rivisitata con le nuove tecnologie. Realizzate in vetro, legno, metallo, pietra o tramite l’intelligenza artificiale, queste scacchiere simboleggiano l’incontro di tradizione e innovazione, offrendo un ponte tra passato e futuro costruito sulle esperienze visuali e di gioco degli appassionati.

a cura di
Francesca Calzà

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