Baustelle – Teatro EuropAuditorium, Bologna – 16 aprile 2024

Baustelle – Teatro EuropAuditorium, Bologna – 16 aprile 2024
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Al teatro EuropAuditorium di Bologna arrivano i Baustelle in versione “intima e sexy” tra le canzoni dell’ultima fatica discografica, Elvis, ed i classici più o meno recenti del repertorio della band.

Intimi e sexy

Premessa doverosa: il nuovo tour dei Baustelle non è vietato ai minori. È lo stesso Bianconi a raccontare un aneddoto a riguardo. In fase di presentazione del nuovo tour “Intimo Sexy! Elvis a teatro 2024”, infatti, pare siano arrivati sul sito dei Baustelle messaggi della serie: «Mia figlia ha sette anni, posso portarla al concerto?». L’equivoco è servito.


Sexy sono le canzoni, sussurrate alle orecchie degli ascoltatori, le frequenze vocali sono di quelle che mettono i brividoni anche ai cuori sovietici. Intimi sono gli arrangiamenti, ridisegnati per l’occasione, morbidi e sensuali in un clima di perenne erotismo latente.
Insomma, portate i figli ai concerti o, in alternativa, “tornando a casa, date una carezza ai vostri bambini e dite che questa è la carezza di Francesco Bianconi” (semicit.).

Di nostalgia e occhi lucidi

I concerti dei Baustelle, si sa, sono un turbinio emotivo in cui sperimenti – tra le varie cose – tutte le possibili sfumature di nostalgia umanamente conosciute e quelle non ancora scoperte. Non ci si sorprenda, dunque, se ad un certo punto ti sorprendi con gli occhi lucidi per la compagna di classe che ti ha lasciato in seconda media.

Il pubblico in sala è eterogeneo, ma unanime nel provare determinati sentimenti, adattati alle varie fasi della propria vicenda biografica. Credo che questo accada quando le canzoni trascendano il tempo e riescano a suggerire, a distanza di anni, sensazioni diverse, ma ugualmente sublimi.

Di notti sconsacrate

Chi vi scrive, ad esempio, ha superato solo con un piede la famigerata soglia dei trent’anni, mentre con l’altro prova a rimanere ancorato al di là della soglia, ancora per pochi mesi, s’intende. Ieri sera le canzoni dei Baustelle sono sembrate una sorta di manifesto ideologico in pieno stile novecentesco, di una generazione intera e di un determinato prototipo di personalità. Bianconi e soci, infatti, sembrava si rivolgessero personalmente a chi, come noi, percepisce la polarizzazione tra una tensione all’amore che non muore mai («più lontano degli Dei») e storie dozzinali che si consumano al primavera festival («quando mi hai detto ciao e sei svenuta»). Il manifesto continua, poi, come un pendolo che oscilla tra la sensazione di gigantesco niente e dipendenze affettive varie, tra notti sconsacrate senza via d’uscita e rave per non vedere il vuoto mai dentro di noi.
La cosa incredibile è che, avessi avuto vent’anni o quaranta, come diversi presenti in sala, avrebbero avuto lo stesso effetto, trasposto e modulato.

Lo show

La scaletta scelta dai Baustelle per questo tour lascia grande spazio a classici del passato della band più o meno recente: da “La canzone del riformatorio” a “Betty”, passando per la preghiera laica di “Nessuno”, alla mai banale “Gomma”. C’è spazio per un trittico di classiconi come “La guerra è finita”, “Un romantico a Milano” e “Gli spietati”, eseguiti in versione «da cameretta», completamente in acustico in una veste inedita.

Il gran finale è affidato all’iconica “Charlie fa surf, urlata a squarciagola dal pubblico che, nel frattempo, ha conquistato le prime fila del Teatro EuropaAuditorium.

Alla bellezza non ci si abitua mai.

a cura di
Donato Carmine Gioiosa
foto di
Moris Dallini

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Donato Carmine Gioiosa

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