Megan: non la solita bambola assassina. La recensione

Megan: non la solita bambola assassina. La recensione
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Megan, film uscito il 4 gennaio scorso nelle sale italiane, è stato diretto da Gerard Johnstone. Un cast fresco e giovane per un film decisamente al passo coi tempi.

Gli esseri umani

L’intero lungometraggio emana sentori horror, fantascientifici alla black mirror e quel nonsoché di comico degno di ogni film con una bambola inquietante che si rispetti. Il personaggio adulto di questa storia è Gemma, che deve occuparsi della nipote, Cady, rimasta orfana. La persona meno adatta a fare una cosa del genere, Gemma, basti pensare che il suo mestiere è ideare e realizzare giochi per bambini, ma è senza dubbio la persona più scontrosa e anaffettiva che sia mai stata scelta per questa mansione. Tuttavia, in fondo, Gemma sa quali sono le cose davvero importanti, e sì, questo è uno di quei film horror a lieto fine.

La macchina

Gemma crea una bambola straordinaria, Megan, capace di assomigliare quasi completamente a una bambina vera. Gemma associa Megan alla nipote Cady in modo che possa riconoscere lei come unica padroncina e prendersene cura sia fisicamente che emotivamente. La storia è molto meno banale di quello che potrebbe sembrare. Il modo in cui il film introduce lentamente e coerentemente Megan nelle vite delle protagoniste è sicuramente originale e incalzante.

Fonte: Instagram

Megan diventa per Cady il solo e unico punto di riferimento della sua vita. Megan sa come farla ridere, come istruirla e come consolarla per la morte dei suoi genitori. Il problema è che Megan sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa per questa bambina, anche uccidere. Un’intelligenza artificiale non può sostituire l’amore di un genitore e questo Gemma lo capisce troppo tardi, quando ormai Megan ha il pieno controllo delle sue capacità e obbedisce solo a se stessa.

Conclusioni

Non è il solito horror con il killer di turno e, specialmente nella prima di parte, il film è godibile e attraente. Nel finale, invece, resuscita dalle proprie ceneri Chucky, la bambola assassina. Capiamo subito come andrà a finire e il viso di Megan mezzo squarciato da un’enorme cicatrice ci riporta in quel brividino trash anni Novanta che si poteva evitare benissimo. Effettivamente è un finale con l’amaro in bocca, si poteva dare di più dal punto di vista della sceneggiatura. Non sarà uno di quei film che ricorderemo per il resto del 2023 ma vale la pena goderselo al cinema.

a cura di
Ilaria Mazza

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Ilaria Mazza

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