Il 2019 è stato per Elisa un anno intenso: prima gli appuntamenti instore per il lancio di Diari Aperti, poi la magia dei concerti nei teatri, nei luoghi intimi della musica, e ancora un breve tour estivo in Europa, un’occasione in più per raccontare i segreti di sé e di una sensibilità che sa toccare le corde dell’anima.

Ultimo capitolo di questo 2019, un nuovo tour per portare sul palco, nei palazzetti, le novità della pubblicazione del doppio cd Diari Aperti (Segreti svelati), uscito lo scorso 15 Novembre, frutto dei due recenti progetti che danno il titolo alla raccolta, con la sorpresa di alcuni brani e duetti inediti.
La prima data al Pala Alpitour di Torino, il 25 Novembre, racconta tutta l’intensità della poetica di Elisa: la maturità di pezzi come Quelli che restano, Promettimi, Anche Fragile, i brani con cui Elisa apre il concerto, le permettono di entrare subito in un dialogo intimo con il suo pubblico per sprigionare poi, al pianoforte, la forza della sua interpretazione.

La scaletta dello spettacolo ci abbandona alla bellezza di pezzi come la recente Tua per sempre e la “storica” Eppure sentire (un senso di te), e siamo consapevoli di quanto Elisa, in un attimo, sappia prenderci per mano, per esplorare le pagine dei suoi diari: quelli che conosciamo a memoria e quelli che oggi ci svela, con l’intensità di sempre, per una visione completamente nuova.
Dal passato arrivano gli echi di Heaven out of hell, Luce, The Waves.
Dal presente, Blu (ft. Rkomi), My America, In piedi (pezzo inedito dedicato al ruolo della donna), Se piovesse il tuo nome o Parallel World.

Il suo animo rock però non tarda a ripresentarsi sul palco ed è in grado di far ballare tutti: complice uno straordinario set luci, lo spettacolo si accende sulle note di No Hero, Vivere tutte le vite (con il “virtuale” featuring di Carl Brave), la nuova Soul e Together.

Da fan e spettatrice credo che l’unicità di Elisa risieda in quella capacità rara e genuina di spendersi in ogni singola nota, non solo musicalmente: è la volontà irresistibile di viverla e interpretarla, perché parte di sé, di un lato del carattere, di un modo di essere. Per questo la musica di Elisa è fuori da ogni definizione, dai limiti in cui le definizioni imprigionano: ho sempre l’impressione che Elisa “sia” la sua musica. Nella meraviglia della sua tecnica e dell’interpretazione vocale perfetta, Elisa è davvero la ragazza con il diario nel cassetto, la chitarra in mano, quella che ti sorride senza filtri, ti dice che farà ancora un medley dei suoi brani “vecchi vecchi” come ama definire Broken, Labyrinth, e Cure me, e poi, a fine concerto, con la stessa spontaneità, ti regala un “happy birthday” improvvisato e sembra non voglia più scendere dal palco.
In fondo per lei, come per noi, essere lì insieme è come essere a casa.
Ecco la nostra photogallery completa della serata.
Testo e fotografie a cura di
Emanuela Ranucci





