Daniele Silvestri – 23 Novembre 2019 – Torino
Raccontare l’ultima data del tour di Daniele Silvestri “La Terra (dal vivo) sotto i piedi”, al Pala Alpitour di Torino, è come affrontare un lungo viaggio, allo stesso tempo desiderato e temuto.
In tre ore piene di concerto e 36 brani, Daniele Silvestri ci ha accompagnato con la stessa aria scanzonata degli esordi nei suoi incredibili 25 anni di carriera: anni in cui la sua scrittura ironica, tagliente, capace della più sfacciata denuncia sociale ma anche della poesia più romantica, si è trasformata, si è completata, ha riversato tutta l’esperienza dei chilometri percorsi fin qui, svelando la maturità e la bellezza di un cantautore in grado di trascinare il pubblico nel ritmo di una grande festa.
Accompagnato da 9 musicisti straordinari (le due batterie di Fabio Rondanini e Piero Monterisi, il basso di Gabriele Lazzarotti, i sintetizzatori di Gianluca Misiti, le chitarre di Adriano Viterbini e Daniele Fiaschi, il fagotto e tromba di Marco Santoro, le percussioni e la tromba di Jose Ramon Caraballo Armas e le tastiere di Duilio Galioto), Silvestri ha ritrovato – letteralmente sotto i piedi – una terra che conosce bene e in cui sa camminare: lo scenografico palcoscenico con al centro un cumulo di terra vera ha fatto da cornice insolita ad uno spettacolo emozionante, la vivace esplorazione – sul filo del tempo – di tutte le tappe chiave di un percorso artistico completo, dai suoi brani più celebri fino ai più recenti.
Tra gli altri, “ArgentoVivo”, che ha ricevuto ad Ottobre la Targa Tenco 2019 come miglior canzone singola, già Premio della critica al Festival di Sanremo 2019. Ad interpretarla con lui, il rapper Rancore, ospite fisso di tutte le date del tour, abile spalla che ha regalato a Silvestri nuove battute e nuove aperture melodiche per una rivisitazione completa in chiave moderna di brani storici, come “Il mio nemico” e la celebre “Salirò”.
Il viaggio di Silvestri, inaspettatamente, ha riportato anche chi scrive, in anni lontani, quasi dimenticati, nelle valigie polverose della memoria o negli zaini di scuola: ai giorni in cui bastavano le note de “La Paranza” o di “Gino e l’Alfetta” per accendere l’umore e sorridere (e anche un po’ piangere) con sarcasmo intelligente, dei vizi e delle virtù dei nostri tempi.
Daniele Silvestri si rivela ancora una volta l’abile cantastorie, il compagno di banco che, tra una risata spudorata e un inchino irriverente, tra la forza nostalgica di Cohiba (“Venceremos, adelante, o victoria, o muerte”) e la dolcezza di una parola, sa raccontarti l’Italia che siamo e soprattutto quella che vorremmo essere.
Ecco la nostra photogallery completa della serata.
Testo e fotografie a cura di
Emanuela Ranucci